lunedì 4 gennaio 2021

Parole attente

Parli ancora di lei, ma presti (anche) attenzione alle mie parole.
Specie a quelle passate, così lontane nel tempo, che io quasi non me le ricordo già più.
Parli ancora di lei  che, naturalmente, è il tuo presente.
Da tempo scrivo che non so davvero ciò che tu sei per me e, per certi versi, preferisco non saperlo.
O, per meglio dire, preferisco che tu non lo sappia.
Parli ancora di lei, ma ascolti ( anche) me.
Anche quando sono io a condurre la conversazione.
Ma, soprattutto, quando avresti tutto il diritto di alzarti dalla sedia che usi, affinché il mio corpo non soffra troppo, voltandomi le spalle, non prima di avermi lanciato uno sguardo accusatorio.
Infatti, mi potresti ben accusare di aver infranto il tacito rispetto che, fino ad ora mi ha sempre contraddistinto.
Eppure, voglio sperare che, il rimanere seduto su quella sedia, sia una tua libera scelta; infatti, ciò che apprezzo di te è anche quel tuo modo di sentirti libero.
Libertà che altro non è se non quella che vuoi anche per gli altri.

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