giovedì 8 settembre 2016

Siamo le nostre scelte?

Non ne sono proprio sicura; o, per meglio dire, non credo sia così in questo preciso momento della mia vita.
Eppure, quante volte ho detto di essere infastidita dalle persone che, pur avendone la possibilità, non hanno il coraggio di scegliere quasi nulla della propria vita.

Solo ora mi accorgo che anch'io non sono stata in grado di sfruttare le opportunità di scelta che mi si sono presentate in passato, specie nella sfera privata della mia vita; proprio quella che, a mio modo di vedere, è il lato più prezioso della vita.


Anch'io, infatti, avrei potuto garantirmi un'esistenza più serena, se solo in quella nostra estate avessi vissuto le mie emozioni senza aspettative per il futuro.
Ora lo so, ma tre anni fa credevo fosse solo un modo per costruire quotidianamente il futuro, senza dare nulla per scontato.
Non mi sono resa conto che stavo dando per scontato la presenza di un futuro...

mercoledì 7 settembre 2016

Lezione di vita

L'atteggiamento di quella donna nei confronti di quelle bambine, mi mette fortemente a disagio e provoca in me una forte rabbia che fatico a trattenere, quando la incontro.
Così, come faccio sempre quando mi trovo in queste situazioni, mi allontano.
Nonostante questo, stasera ho deciso di chiedere il parere di Sharazad, la mia saggia amica, a riguardo.
La sua risposta non si è fatta attendere: “Probabilmente, questa persona avrebbe solo bisogno d'aiuto. Non giudicare se non sai”.
Non avevo dubbi sul fatto che lei avesse la soluzione alle mie critiche decisamente superficiali.




Il resto della serata in sua compagnia, trascorre piacevolmente come avviene sempre.
Nonostante il fatto che ora mi senta davvero più serena, non posso fare a meno di pensare che, giudicando quella donna e il suo rapporto con quelle bambine, ho fatto esattamente l'errore che io imputo sempre agli altri: essere troppo duri con il mio dolore.
Non mi resta che ringraziare di vero cuore la mia saggia Sharazad per avermi donato nuova consapevolezza.

martedì 6 settembre 2016

Lo pseudonimo

È pratica abbastanza comune usare uno pseudonimo per firmare le tracce che ognuno di noi può decidere di lasciare nel variegato mondo dell'Arte.
Per esperienza personale parlerò della scrittura, ma il discorso vale, in generale, per tutte le forme di espressione creativa.



Credo che lo pseudonimo sia molto utile perché permette, in un certo qual modo, di ricevere recensioni più genuine, perché non mediate dal fatto di conoscere la vera identità della mano che traccia le vie dell'arte.

lunedì 5 settembre 2016

Telefono senza fili

Vi ricordate il gioco del telefono senza fili, che facevamo da bambini?
Più numerosi erano i partecipanti, più ci si divertiva, ma anche più alto era il rischio che, nel corso del gioco, la parola iniziale si fosse persa; a quel punto, all'ultimo giocatore, non restavano che due possibilità: dirne una diversa, oppure stare zitto, ed ammettere così la sua sconfitta.


Il giornalismo d'inchiesta (quello scomodo, ovviamente), funziona un po' allo stesso modo. Con un unica, fondamentale, differenza. In questo caso, infatti, se si citano fonti, se non proprio false, comunque poco attendibili, si viene estromessi perché il pubblico comincia a giudicare poco attendibili le nostre informazioni.
E qui sorge un altro problema, forse il più grave: mentre l'ultimo bambino che non ha capito bene la parola, ammette serenamente la sconfitta, spesso il giornalista continua a scrivere, tradendo così le regole del gioco che è maledettamente serio!

domenica 4 settembre 2016

La scalata

Sono forte perché sono stato debole. Sono coraggioso perché ho avuto paura. Sono saggio perché sono stato incosciente.

Quando decido di parare del periodo in cui mi sentivo vuota e triste (periodo che, per la verità, non si è ancora perfettamente concluso), lo faccio perché voglio sempre ricordarmi da dove sono partita.



Sarebbe come guardare dalla cima di una montagna, chi arranca per raggiungerla, senza tendere una mano e, magari, pure ridere di lui (o lei).




sabato 3 settembre 2016

Confronto (im)possibile

Ennesimo uso inappropriato della satira sulla carta stampata con conseguente coda d'opinioni, tra difensori strenui della libertà d'espressione e chi invoca buon senso e rispetto.
Già, il buon senso. Quindi appare scontato stare sul secondo fronte: perché siamo persone di buon senso....Eppure è interessante confrontarsi con l'altra parte...

venerdì 2 settembre 2016

Questione di Fertiliry

Dicono che la campagna di sensibilizzazione sul problema dell'infertilità sia stata un autentico fallimento.

Dicono che il Ministero della Salute non abbia vigilato sufficientemente sulla campagna di comunicazione.

Risultato? La comparsa di foto e slogan poco rispettosi nei confronti delle donne, che, secondo i maggiori critici, vengono rappresentate colpevolmente come macchine procreatrici.

Poi è pur vero che alcuni giornali abbiano dato spazio al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, chiamata appunto a rispondere di persona al coro di critiche.
Fin qui i meri fatti.
La questione si complica quando le critiche fanno il giro del web spinte dai social network, fino ad approdare anche sul profilo Facebook dello scrittore e giornalista Roberto Saviano, il quale dichiara di sentirsi offeso da una tale campagna in quanto uomo che non vuole  diventare padre.



Ed è un po' come se io che non posso camminare più di tanto, mi sentissi offesa dalle campagne che promuovono le passeggiate quotidiane, come stile di vita corretto perché salutare.
A questo punto mi permetto di fare altre due osservazioni: primo, non credo che l'operazione di sensibilizzazione fosse rivolta a chi, già per scelta personale decide di non avere figli. Infatti, chi non ha intenzione di allargare la famiglia, si sentirà totalmente estraneo a questa campagna, indipendentemente da come essa è stata condotta.
Per quanto riguarda invece coloro che hanno difficoltà di procreazione, tale campagna potrebbe indurli ad iniziare un percorso per affrontare (e magari risolvere) questo problema.
Il tutto, naturalmente, sia detto con profondo rispetto di chi vive sulla propria pelle tale situazione.

giovedì 1 settembre 2016

Quaderni social

Sacile, margini di una pista ciclabile.

Da qualche giorno, in mezzo al verde, si nota una cassetta del medesimo colore, quasi a volersi mimetizzare discretamente con la vegetazione che la circonda.

Chi l'ha installata non ha un volto, ma solo un nome (d'arte?): Aurora.





Dentro a questa cassetta, ci sono dei quaderni in cui, chi si trova a passare da quelle parti, può liberamente lasciare traccia di sé esprimendo i propri pensieri.
Personalmente, non ho ancora avuto il piacere di scrivere qualcosa. Chi, invece ha avuto il piacere di leggere e scrivere sui quaderni di Aurora, ha notato che si sono creati anche degli scambi dialogici spesso interessanti, tra gli scrittori si di passaggio. Individui che non si conoscono personalmente, ma che s'incontrano grazie ai Quaderni social di Aurora.