venerdì 28 giugno 2013

Elogio del pensiero

Sono nata imbra e sono rimasta un po' imbra nata.
Così spesso mi dicono che devo imparare a fare più cose da sola, devo migliorare la mia autonomia.
Sono troppe le azioni pratiche che non so fare...
A volte questo diventa un vero e proprio tormentone per il mondo...e un tormento per me...
A quella parte del mondo rispondo che chi non riesce a fare qualcosa, può sempre chiedere ad altri di farlo per lei (o lui).
Chi invece è così concentrato sugli aspetti pratici della sua vita, e per questo non si ferma a pensare, non può trovare nessuno che lo faccia per lei (o lui) ferendosi con gli scogli che emergono dal mare della vita, senza riuscire a salire su queste rocce, per provare ad immaginare il futuro.

venerdì 14 giugno 2013

La Reginetta di Copenhagen

Ogni tanto mi piace emergere dagli abissi, raggiungere la riva del mare ed accoccolarmi su uno scoglio come fece, molti anni or sono, la Reginetta di Copenhagen.
Quando salgo quassù il tempo si ferma e così posso cogliere quelle sfumature della vita che mi sfuggono durante la mia quotidianità.
Ciò su cui mi piace soffermarmi in particolare, sono i motivi che spingono il mondo ad agire in un determinato modo.
Infatti penso che se non mi prendessi questa pausa di riflessione, non riuscirei a comprendere il mondo che mi circonda e con cui sono chiamata inevitabilmente a confrontarmi.
Attenzione però: interrogarsi sul perché il mondo agisce in un determinato modo, non sempre significa giustificarlo.
Spesso anzi vuol dire provare sofferenza e rabbia, ma comunque non rimanere passivi e non cedere all'equazione troppo comoda (per il resto del mondo, ma non certo per me) che non potersi muovere come tutti gli altri, sia uguale a non poter dirigere il nostro pensiero dove vogliamo.

sabato 1 giugno 2013

Ad ognuno la sua battaglia...

....o l'unione fa la forza?
Beh, credo dipenda dai punti di vista.
Personalmente preferisco la prima.
Ok, spesso sento dire che, per vincere la battaglia per i nostri diritti, dovremmo unirci tutti insieme, indipendentemente dall'essere Sirenette o meno.
Non dico che non sia vero, ma fare così sarebbe problematico?
Perché?
Perché credo che ognuno abbia il diritto di portare avanti una propria idea di autonomia (tema molto dibattuto fra gli abitanti degli "abissi marini" della mia età).
Così per esempio, alcune Sirenette potrebbero voler trovare una casa dove vivere da sole, mentre per altre autonomia potrebbe essere sinonimo di realizzazione professionale.
Senza contare poi, che essa assume significati diversi a seconda delle varie fasi dell'esistenza.
Così credo che un mondo migliore sia quello in cui a tutti vengono dati gli strumenti necessari per inseguire il loro ideale di autonomia, e poi starà ad ognuno realizzarlo al meglio.

Il giornalismo secondo Enrico Mentana

"Il giornalista è un narratore di fatti"

Così Enrico Mentana, sabato 25 maggio, alla conferenza di "PnPensa".
Tutto vero, curioso e, per certi versi, affascinante.
Una domanda a questo punto sorge spontanea: come racconterebbe la disabilità nel suo TgLa7?
Risposta inaspettata: Non raccontiamo spesso la disabilità o, per meglio dire, ci piace farlo solo quando ci sono dei fatti concreti che vi riguardano".
Da questo modo di descrivere la realtà, un altra domanda sembra d'obbligo (ma non c'è stato tempo di farla): "Non è forse un fatto che i giovani disabili fanno il triplo di fatica a trovare un'occupazione, rispetto ai loro coetanei che disabili non sono?"
Ed in particolare: " Non Le sembra, Egregio Direttore, che tutto questo sia già di per sé un fatto degno di essere raccontato, e che inoltre abbia delle radici culturali molto profonde che forse Lei, tramite il Suo Telegiornale, potrebbe contribuire a modificare?".
Spero che ci siano altre occasioni per poterLe rivolgere anche queste domande....