giovedì 30 marzo 2023

A fior di labbra

Hai deciso
che oggi mi merito
qualche parola in più.
No, non mi sento obbligata
a lasciarti decidere.
Lo faccio volentieri
perché non voglio assolutamente
importi la mia presenza
nella tua vita.
Hai deciso
ed infatti la prima battuta è tua.
Mi racconti di te
e di particolari (della tua vita)
che non conoscevo (fino in fondo).
E poi arriva
la frase che mi ripeti spesso
Potresti tornare al mare.
Ti rispondo
Mi piacerebbe molto
ma non sostituirei mai
la tua presenza con le onde.
Rilanci
Sono più importanti le onde.
Pronuncio la solita frase di autoaccusa
a fior di labbra.
Dubito tu mi abbia sentito
ma non ha importanza.
Per te è tempo di andare.
Ci sarà una prossima volta per noi
ma non per le (nostre ultime) parole di oggi.

(Non) esclusione di colpa

Tu non (mi) dici nulla.
Ne hai tutto il diritto, naturalmente.
Ma oramai dovresti conoscere
la mia abitudine
di riempire i tuoi silenzi
con le più disparate ipotesi.
Lo sto facendo anche ora
mentre (ti) scrivo.
E le motivazioni che invento
mi vedono sempre responsabile
(o, forse, dovrei dire colpevole?).
in prima persona.
No, non cerco autocommiserazione
comprensione o altro.
Ed ora sono pronta a dirti
che questa volta
devo esserti sembrata
insopportabilmente presuntuosa
nel mio assurdo tentativo
di rendere accettabile
il tuo tempo trascorso qui.
Le persone presuntuose
hanno altre caratteristiche?
Non lo escludo.
Ma allora
ammetto di aver finito le parole
per descrivere ciò che siamo.

martedì 28 marzo 2023

Dovere di cronaca

Ancora una volta
m'infliggo un'assurda iperanalisi
di ciò che ci lega.
E so che non te lo meriti.
E non posso nemmeno dirti
che è più forte di me.
Che ho provato molte volte
a non guardare al microscopio
ma non ce l'ho fatta.
E non so nemmeno
se avrò mai il coraggio e l'occasione
di raccontarti ciò che ho vissuto.
Dovrei farlo
per dovere di cronaca?
Non dovrei farlo
per tenerti lontano
dalla parte peggiore di me?
Tutto giusto?
Tutto sbagliato?
Da te non avrò (mai più) risposte
se non mi deciderò a parlarti
con la stessa intensità di un tempo.

(Non te ne) separi (mai)

Di nuovo nella stanza
e questa volta, pur essendolo
non siamo soli.
C'è il tuo profumo
e quel braccialetto al polso
da cui sembri esserti separato
una sola volta
(o da cui non ti separi mai?)
La mia memoria m'inganna?
Non ha importanza.
Eppure vorrei chiederti
vorrei sapere.
Ma non ne ho il diritto
e nemmeno il coraggio.
E comunque
a farti da scudo
è l'inutilità del coraggio senza il diritto.
Ed il tuo profumo, allora?
Neanche quello è un problema.
Se ne va
quando tu ti chiudi
la (mia) porta alle (tue) spalle.

domenica 26 marzo 2023

Non sapere (era) inventare

Ti porterò ancora qui.
Non lo voglio io.
È il mio corpo ad averne bisogno.
E tu, oramai
conosci le sue intemperanze.
So già che le farai sapere
con gesti precisi e veloci.
Precisi
perché li conosci a memoria.
Veloci
perché non vuoi perdere tempo.
Il nostro infatti
è solo uno dei tanti
incastrati in caselle ben definite
da cui mai vorresti uscire.
(Forse) lo fai per non alimentare illusioni
ora che entrambi sembriamo sapere.
Ed io mai avrei creduto
di poter rimpiangere
il tempo in cui
solo il mio cuore sapeva.
O forse
avrei dovuto sapere
che solo non sapere
significa(va) saper inventare.

Faticosa lettura

Hai ragione tu.
Sei paziente solo per dovere.
Posso almeno dirti che ciò mi fa male?
No, non penso
tu sia solo l'ennesimo egoista
che ho incontrato lungo il mio cammino.
Penso semplicemente
che tu stia facendo una fatica inutile e dannosa.
Non voglio
qualcuno che si sforzi
di stare accanto a me.
O forse sto sbagliando tutto
e sto fraintendendo
ogni tuo gesto e ogni tua parola?
Non lo so.
Non lo saprò mai.
Non oso sperarlo.
Perché quando si tratta di noi
perdo la capacità
di guardare lontano.
E ci sono giorni in cui
persino guardarti negli occhi
è solo una faticosa lettura
di un presente incerto
senza l'ombra di un futuro.

venerdì 24 marzo 2023

Grassetto

Non leggi mai
tutto ciò che ti scrivo.
Sono tante le frasi che ti sfuggono (?)
E poi
sono sempre le più importanti
almeno per me.
Sono quelle che vorrei
tu leggessi per prime.
Non vorrei una risposta
(almeno non scritta, non immediata).
Perché tu non (mi) rispondevi mai
nemmeno quando
era facile parlare.
Ma almeno
c'è stato un tempo in cui
eri tu a parlare per primo
e solo le parole
erano le mie.
Ed era impagabile la gioia
di sentirmi citare in grassetto.

Alzarsi o adeguarsi?

Sempre noi.
Oggi soli
in una stanza diversa, la mia.
Tra noi, solo il mio dolore.
Ti ho portato qui
perché voglio che tu lo veda
nell'attimo esatto in cui mi colpisce.
Mi guardi mentre pensi
a ciò che mi dirai.
Improvvisamente
non sopporto il tuo silenzio.
Voglio subito delle risposte.
Eppure
starei in questa stanza per ore
mentre tu
sembri impaziente di uscire.
Mi aiuti ad alzarmi
ma le nostre dita non si sfiorano neppure.
Siamo decisamente impacciati
nel tentativo di evitare ogni contatto.
Perché?
Semplicemente perché lo vuoi tu.
Io, oramai, ho scelto di adeguarmi.

mercoledì 22 marzo 2023

Amore tradito

Cielo arido.
Solo questo vedo intorno a me
da troppo tempo.
Non mi è più possibile
ricordare l'ultima pioggia
che è arrivata a dissetare la Terra.
E quando
le gocce di pioggia
diventeranno troppe
e la Terra rischiando di soffocare
inghiottendo acqua a forza?
Perché solo così
sa comportarsi l'acqua.
Sparisce per un tempo immemore
per poi imporre all'improvviso
la sua ingombrante presenza.
Ma, in fondo
siamo stati noi
a ferirla
(per fortuna, non ancora a morte)
come si fa tradendo un amore.
Un amore che per questo
da tempo medita vendetta.
Starà a noi
riportarla alla ragione
offrendole riposo
in un letto accogliente.

martedì 21 marzo 2023

Metrica

Niente più versi.
O forse sì?
Cosa sono quelli che scrivo?
Niente metrica.
Non l'ho mai usata davvero.
Eppure
c'è stato un tempo in cui
qualcuno ha tentato
di spiegarmi
cosa volesse la mertrica da me
ma ero io a non volere lei.
E, se proprio mi costringeva
rispondevo con parole ingabbiare e rabbiose
nella loro spudorata banalità.
Quando invece
mi sento libera e felice
vado a capo quando voglio.

lunedì 20 marzo 2023

Obbligo o verità?


Oggi sono davvero felice.
Frase d'obbligo nella Giornata Internazionale della Felicità?

No, non è un obblogo.
È la verità.
Oggi sono davvero felice
perché sto ritrovando noi.
No, non credo
a chi mi dice
che ho fatto tutto il possibile
ed ora in poi sarà di nuovo
tutto come prima.
Perché non credo
al dolore che avvolge i rapporti
senza lasciare traccia alcuna.
Soprattutto se si tratta di relazioni
che ci portano in quel posto nel Mondo
in cui prima non eravamo mai stati.

domenica 19 marzo 2023

Vestito elegante

Carissimo Papà,
forse non sarai mai
il Padre della Sposa.
Eppure anche per me
hai indossato un vestito elegante.
Anch'io, quel giorno
raggiungevo un importante traguardo.
E la tua emozione era tutta lì.
Non in un nodo
che ti serrava la gola
ma in un nodo
che avresti voluto perfetto
ma che proprio non ti veniva.
(Insolito, per te, dopo tanti anni).
Allora
mani ferme si sono sostituite alle tue.
Le stesse, immagino
che hanno stretto tue
quando lo stesso nodo
ti è venuto alla gola.

mercoledì 15 marzo 2023

Radici

Dopo tanto vagare senza meta
ho deciso di ritornare alle mie radici.
Dare parole ai miei pensieri.
Ho provato a fare altro
ma ho rinunciato.
L'altro mi ha respinto
senza concedermi il minimo spazio.
Le uniche che ho trovato sempre lì ad aspettarmi
sono (state) le mie radici.
Le ho ritrovate anche se
per molti anni
le ho ignorate
lasciando che (quasi) si appassissero.

lunedì 13 marzo 2023

Le (tue) due vite

Ancora una volta
mi parli della tua vita
lontano da qui.
(Sulla tua vita qui
non c'e nulla
che io ancora non sappia).
E mentre mi parli
(per quanto m'impegni)
non posso far a meno di pensare
che essa non sia poi così diversa
dalla vita che vivi qui.
Ed allora (forse) non sarebbe poi così strano immaginare
che ci sia un filo che lega
le (tue) vite.
Ma la verità
è che (forse)
non troverò mai il coraggio
di percorrere quel filo
perché non posso certo chiederti
se ti troverei
all'altro capo del filo.

Una casa vuota

Una casa vuota.
Vuota di parole dal Mondo
perché chi vi abita
ha la presunzione
di leggere il presente
con le parole del passato.
Ma non ha fatto i conti
la mia stanchezza presente.
Perché sono stanca
anche se dentro
sono molto più serena di un tempo.
Ma se non fosse (stato) così
non avrei trovato la forza
di parlare così apertamente.
È vero.
Avrei potuto rimanere in silenzio.
Ma ho deciso di parlare
perché una casa vuota di parole
è una scelta.
Ma quando le persone
decidono di uscire
dovrebbero avere il coraggio
di lasciare a casa
il vuoto di parole
che invade (anche) 
lo spazio altrui.

sabato 11 marzo 2023

Fredde mail, calde lettere

Mi hai sempre detto
che non ti piace(va) scrivere.
Perdonami
ma fatico a crederci.
Ho riletto le lettere che mi scrivevi
quando ancora tra noi
non c'erano messaggi istantanei
ed inevitabilmente, più sbrigativi.
Erano (fredde) mail
ma per me erano (calde) lettere.
In esse
ho ritrovato quelle parole
che forse non sappiamo più dirci.
Capita a tutti
quando il tempo passa.
Potremmo (mai) ritrovare
la medesima lunghezza d'onda
su cui scorrevano quelle parole?
Temo di no.
La nostra, infatti
non è stanchezza
(nel tempo che passa).
È piuttosto
essersi scoperti diametralmente opposti.

Carezza

Per un attimo ho immaginato
cos'avrebbe potuto significare
non vedere più.
(Non l'avevo mai fatto prima.
Non ne avevo mai avvertito l'esigenza).
Avrei potuto continuare a scrivere
(parlando ad uno schermo).
Avrei potuto continuare a leggere
(ascoltando una voce registrata).
Ma il tuo volto?
Avrei potuto solo ricordarlo.
Perché
se avessi voluto viverlo
nel momento presente
avrei dovuto sfiorarlo con le dita.
Ne sarebbe nata una carezza
(impossibile tra noi).

giovedì 9 marzo 2023

Soffro da sola

Lascia perdere.
È questo il consiglio che mi ha dato
quando le ho parlato dei miei problemi con te.
Le voglio un Mondo di bene
ma proprio non me la sento
di seguire il suo consiglio.
Soffri inutilmente.
No, non sto soffrendo
O, per meglio dire
è necessario chiarire
quale significato che diamo
a questa parola atroce.
Lei pensa sia tu a farmi soffrire.
Ma io soffro da sola.
E la sofferenza che mi infliggo da sola
non è giusto arrivi al suo cuore.

mercoledì 8 marzo 2023

L'8 marzo è di tutte

Donne intrappolate.
La Storia ne restituisce una miriade sterminata
di storie.
L'8 marzo è (per) loro.
In origine furono statunitensi.
Ora sono afgane, pakistane, siriane, iraniane.
Ma mi piace pensare
che l'8 marzo
sia di tutte nel Mondo.
Anche e soprattutto di quella Donna
che da una cattedra ad un banco di scuola
mi ha narrato le origini dell'8 marzo
ma poi se ne è discostata.
Lo ha fatto per dirci
che tutte noi siamo l'8 marzo
quando sappiamo volare
tenendo per mano
non solo i propri sogni
ma avendo il coraggio
di accogliere quelli
di ognuna delle altre Donne.

lunedì 6 marzo 2023

Niente giustificazioni

Non mi giustifica
l'angoscia del passato.
Non mi giustifica
la distanza che si è creata tra noi.
Avevo promesso a me stessa
che non sarei dipesa
dalla tua presenza (o meno)
nella mia vita.
Ed invece mi (ri)scopro
totalmente incapace
di mettere in fila
pensieri coerenti
perché oramai
guardo la tua vita
(ed anche la mia, purtroppo)
con il disincanto tipico
di chi non si aspetta nulla di diverso
da ciò che (già) vive.
Niente più fantasie e niente più illusioni?
Si, certo.
Ma anche niente più capacità
dl (ri)creare mondi possibili
per accogliere ciò che non siamo mai stati
ma che mi rendeva comunque felice.

giovedì 2 marzo 2023

Oltrepassare

(Tra noi) c'è un confine
che non può essere oltrepassato.
Mi è (sempre stato) chiaro.
(Tra noi) c'è un confine
che non avrei oltrepassato
nemmeno se mi avessi teso la mano
quando ti ho chiesto
di poter entrare nel tuo mondo.
Questa è stata la mia risposta
quando mi hai raccontato storie di persone
che si sono presi questa libertà.
Avrei dovuto ascoltare in silenzio?
Forse.
Ma non ce l'ho fatta.
Noi siamo altro
e volevo che tu lo sapessi.
Noi siamo altro
e tu (forse) l'hai sempre saputo.
Anche e soprattutto
quando (sin da subito?) hai deciso
di non farmi entrare
nel tuo mondo.

mercoledì 1 marzo 2023

Interruzione di pagina

Non mi rimane altro da fare
se non accettare
questa forzata interruzione di pagina.
(È vero, dovrei accogliere e non semplicemente accettare, ma proprio non ce la faccio).
E così, dicevo
interrompo la pagina
perché non posso più ignorare
Il fatto che da (troppi?) giorni
non so proprio come riempire
queste pagine.
Mi dicevo
L'ispirazione tornerà.
È necessario vivere serenamente la sua mancanza
(perché)
Non mi sono mai piaciuti i forzati della scrittura.
Ed allora
che cos'era quel disagio
che (ancora?) mi porto addosso?
Ora che l'ho capito
interrompo questa pagina più serenamente
nella consapevolezza
che così si fa
appena prima d'iniziare
a scrivere un nuovo capitolo.