lunedì 8 maggio 2017

Dallo Scoglio, 8 Maggio 2017

Carissimo Ulisse,

anche questa lettera è per te.
Nulla di nuovo, dirai tu; me ne hai scritte talmente tante che, ormai, una più una meno, che differenza vuoi che faccia.
O almeno, non la fa per me che ormai ho la mia vita, e tu non ne fai più parte o, per meglio dire, non ne hai
mai fatto parte.
No, aspetta, carissimo Ulisse, non te ne andare, permettimi di arrivare in fondo a questa lettera, ti prego!
Questa volta ti scrivo su affettuosa richiesta del Capitano Peter: ti ricordi di lei, vero?

Penso proprio di sì perché, ci siamo conosciuti proprio grazie alla sua trasmissione radiofonica.
Come tu ben sai, io l'ascolto ancora oggi e, ogni volta che mi chiedono di raccontare qualcosa di me, quando telefono durante la diretta, inevitabilmente finisco per parlare di te, pur senza nominarti esplicitamente. È il profondo rispetto che, dopo tanta sofferenza, devo a te e, soprattutto, alla tua nuova vita con la tua Penelope.



Ma ora, come ho promesso al nostro carissimo Capitano, apro la mia finestra immaginaria e, sempre qui dal mio Scoglio, provo ad allungare il mio sguardo sulla riva opposta e lontana da me.
Quella riva in cui so che c'è la tua isola, isola in cui tu e Penelope avete deciso di costruire la vostra pace. Anche se non la conosco personalmente, ho la consapevolezza che con lei tu ora sei davvero felice.

Detto questo però, vorrei che potessimo riallacciare i nostri rapporti (solo letterari, ben s'intende...), per provare, ancora una volta, a condividere l'unica passione che ci può ancora unire: quella per la parola scritta.
Così vorrei che tu ricominciassi a mandarmi un messaggio, ogni volta che finisci di leggere un libro, proprio come facevi in quell'estate.
In quell'estate in cui, grazie alla nostra amicizia, mi sentivo più forte e libera.
Libera dalla mia paura del futuro, delle avversità della vita e sì, anche dalla mia carrozzina, quella che tu non esitasti a caricare sulla tua auto, per regalarmi due serate emotivamente diverse.
Perdonami, caro Ulisse, ma come vedi, non riesco a parlare di te, senza mescolare passato e presente.
Ecco, torniamo al presente. Considerato il fatto che persino la tecnologia non vuole proprio saperne di mettersi al servizio del nostro legame d'amicizia, quando finisci di leggere un libro, racchiudi i tuoi pensieri in una bottiglia, e lascia che la corrente marina, la porti da me.

Saranno parole solo nostre, parole parallele che non danneggeranno mai la tua nuova vita, perché fosti proprio tu, un giorno a dirmi che avremmo potuto tranquillamente rivederci perché lei è lontana dalle parole di carta. Ma non solo: sono convinta che il libro sarebbe un ottimo filtro per la nostra conversazione perché eviterebbe il pericolo che io pronunci parole sbagliate.
Attendo con ansia il tuo messaggio.

Abbi cura di te, mi raccomando!

La tua Amica Ariel


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