Carissimo
Ulisse,
anche
questa lettera è per te.
Nulla
di nuovo, dirai tu; me ne hai scritte talmente tante che, ormai, una
più una meno, che differenza vuoi che faccia.
O almeno, non la fa per me che ormai ho la mia vita, e tu non ne fai più parte o, per meglio dire, non ne hai mai fatto parte.
O almeno, non la fa per me che ormai ho la mia vita, e tu non ne fai più parte o, per meglio dire, non ne hai mai fatto parte.
No,
aspetta, carissimo Ulisse, non te ne andare, permettimi di arrivare
in fondo a questa lettera, ti prego!
Questa
volta ti scrivo su affettuosa richiesta del Capitano Peter: ti
ricordi di lei, vero?
Penso
proprio di sì perché, ci siamo conosciuti proprio grazie alla sua
trasmissione radiofonica.
Come
tu ben sai, io l'ascolto ancora oggi e, ogni volta che mi chiedono di
raccontare qualcosa di me, quando telefono durante la diretta,
inevitabilmente finisco per parlare di te, pur senza nominarti
esplicitamente. È il profondo rispetto che, dopo tanta sofferenza,
devo a te e, soprattutto, alla tua nuova vita con la tua Penelope.
Ma
ora, come ho promesso al nostro carissimo Capitano, apro la mia
finestra immaginaria e, sempre qui dal mio Scoglio, provo ad
allungare il mio sguardo sulla riva opposta e lontana da me.
Quella
riva in cui so che c'è la tua isola, isola in cui tu e Penelope
avete deciso di costruire la vostra pace. Anche se non la conosco
personalmente, ho la consapevolezza che con lei tu ora sei davvero
felice.
Detto
questo però, vorrei che potessimo riallacciare i nostri rapporti
(solo letterari, ben s'intende...), per provare, ancora una volta, a
condividere l'unica passione che ci può ancora unire: quella per la
parola scritta.
Così
vorrei che tu ricominciassi a mandarmi un messaggio, ogni volta che
finisci di leggere un libro, proprio come facevi in quell'estate.
In
quell'estate in cui, grazie alla nostra amicizia, mi sentivo più
forte e libera.
Libera
dalla mia paura del futuro, delle avversità della vita e sì, anche
dalla mia carrozzina, quella che tu non esitasti a caricare sulla tua
auto, per regalarmi due serate emotivamente diverse.
Perdonami,
caro Ulisse, ma come vedi, non riesco a parlare di te, senza
mescolare passato e presente.
Ecco,
torniamo al presente. Considerato il fatto che persino la tecnologia
non vuole proprio saperne di mettersi al servizio del nostro legame
d'amicizia, quando finisci di leggere un libro, racchiudi i tuoi
pensieri in una bottiglia, e lascia che la corrente marina, la porti
da me.
Saranno
parole solo nostre,
parole
parallele che
non danneggeranno mai la tua nuova vita, perché fosti proprio tu, un
giorno a dirmi che avremmo potuto tranquillamente rivederci perché
lei è lontana dalle parole di carta. Ma non solo: sono convinta che
il libro sarebbe un ottimo filtro
per la nostra conversazione perché eviterebbe il pericolo che io
pronunci parole sbagliate.
Attendo
con ansia il tuo messaggio.
Abbi cura di te, mi raccomando!
La
tua Amica Ariel
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