sabato 31 ottobre 2015

La naturalezza della scrittura

Parlare di sé è davvero affascinante ma, al tempo stesso, può essere anche complicato.
In una conversazione, infatti, dobbiamo mediare fra il nostro tempo del racconto, ed il tempo della persona che abbiamo di fronte.
In alcune occasioni, invece, sentiamo l'esigenza di prendere per mano il nostro tempo e riempirlo con le nostre parole, lasciando in attesa il lettore che, solo in un secondo momento, avrà accesso alla nostra storia.

venerdì 30 ottobre 2015

Operazione delicata

La corazza implica però che il falso Cinico sia comunque lontano da noi e, proprio per questo, sia una persona che il Mondo ci chiede sì di rispettare, ma non di accogliere nella nostra vita. A volte, semplicemente perché in realtà non siamo mai state chiamate a ricoprire quel ruolo.
Un caso totalmente diverso è quello in cui siamo state proprio noi, con il nostro comportamento, a favorire la creazione della corazza, salvo poi pentircene amaramente.
Cosa fare, allora? A quel punto non resta null'altro se non provare a scalfirla, stando ben attente a non provocare, durante la delicata operazione, ferite che, questa volta, sarebbero insanabili.

La corazza

Ci sono persone che ci appaiono ciniche. 
Per noi Sirenette che, in genere, amiamo l'ironia, ciò spesso rappresenta motivo d'immediato allontanamento, senza possibilità d'appello, specie se i cinici in questione sono, appunto, Uomini.
Poi invece, ci sono le volte in cui, dietro questo respingente cinismo. scorgiamo la corazza che queste persone si sono create con il tempo, per parare i troppi colpi ricevuti dalla vita,
Quindi, prima di emettere sentenze definitive, a volte dovremmo armarci noi di pazienza ed attendere che queste persone incrinino la corazza che le imprigiona,
Il tutto senza dimenticare che il Mondo che le ha rese così insopportabilmente ciniche, è popolato sia da Uomini che da Donne.

mercoledì 28 ottobre 2015

I fili del Tempo

Fili a creare un disegno che esprime una passione e, soprattutto, un modo personale di riempire il proprio tempo. 
Tempo che le rimane dopo essersi presa cura di noi (ma, in particolar modo, di me).
Di me che invece posso concedermi il lusso, di governare il mio tempo perché il Mondo me l'ha svuotato a poco a poco, perché fa mostra di non averne forse mai avuto bisogno.
Sembra infatti, che il Tempo di una Sirenetta sia, per definizione quasi, ripiegato su se stesso e, per questo, poco disposto ad incrociarsi con quello del Mondo, fino a formare una figura coerente e piacevole alla vista.
Il Tempo delle Sirenette è decisamente troppo lento (nonostante le loro Ruote). Un Tempo inutile e, quindi, da marginalizzare.
Ma a volte capita che le Sirenette riescano a reagire e tendano i Fili della Scrittura, magari non per raggiungere proprio il Centro del Mondo, ma comunque per avvicinarsi un po' ad esso.

martedì 27 ottobre 2015

Brindisi solitario

Come ogni domenica, ho fatto di tutto pur di uscire di casa.
Sin da subito, ho approvato fin da subito la meta.
Eppure, una volta giunti a destinazione, mi colse un senso di profondo disagio, invasa com'ero da una musica assordante che mi costringeva al silenzio e dal profumo terribilmente dolciastro di zucca: uno dei pochi cibi che davvero non sopporto, forse perché quasi sempre legato, a momenti particolarmente difficili della mia vita.
Unico attimo di freschezza rigenerante, quel brindisi calmo seppur solitario, con la tua bibita preferita.

lunedì 26 ottobre 2015

Verso e dentro il Mondo

Oggi inizia la settimana nazionale di promozione della lettura nelle scuole, promossa del Ministero dell'Istruzione. 
Un tempo, credo, dedicato a favorire l'osservazione del Mondo attraverso l'introspezione di noi stessi.
Anche se non so, concretamente, come essa si svolga, mi piace immaginarla così:
ogni alunno/studente, viene invitato a portare in aula un brano per lui significativo, tratto da un libro, un quotidiano o una rivista e prova a spiegare, al resto della classe, i motivi per i quali il passo in questione lo ha colpito.
Credo sia questo l'unico modo per far parlare, rispettandola e, soprattutto, prestandovi autentico ascolto, tutte le variegate interiorità che compongono una classe; a beneficio di tutte e specie di quelle che durante le canoniche lezioni frontali, si sentono (o si collocano volontariamente) ai silenziosi margini.



































Estremizzazione

Da qualche tempo a questa parte, sicuramente lo avrete capito, la scrittura è diventata per me sinonimo di condivisione, Ed anche questo blog ne è una dimostrazione.
Tuttavia, non sempre posso condividere ciò che scrivo. Mi capita, in particolar modo, quando ho bisogno di trasferire su carta i miei timori più profondi.
Ma credo che ciò sia, in fondo abbastanza normale, perché essi altro non sono se non difficoltà non ancora del tutti elaborate e, quindi, non ancora pronte per essere offerte a dei potenziali lettori.
E, in fondo, credo non lo saranno mai perché quando si estremizza ciò che si vive, non si è in grado di curare al meglio la forma e soprattutto, la sostanza, della scrittura.

sabato 24 ottobre 2015

Elogio dell'Indignazione

Mi rendo perfettamente conto del fatto che mi accingo a difendere una posizione apparentemente indifendibile, ma abbiate pazienza, non credete anche voi che, alcune storture sociali siano causate proprio dall'incapacità di provare un senso d'Indignazione, di fronte ad esse?
E non faccio riferimento alla situazione politica del nostro Paese, di cui qui non parlo mai.
Mi riferisco, piuttosto, al alcuni comportamenti quotidiani di certa gente che, a mio modesto avviso, agisce con troppa leggerezza, senza prestare attenzione alle conseguenze.
Così capita che, ad esempio. bambini apparentemente capricciosi, viziati ed incontentabili, vivano in realtà in un contesto famigliare in cui nessuno chiede loro di partecipare attivamente alle decisioni che, in qualche modo, li riguardano.
Non sarò mai madre e sono perfettamente consapevole del fatto che il ruolo di genitore è il più difficile, ma per favore, indignamoci, a nome di questi bambini, perché non siano costretti ad interpretare, nella loro vita futura, un ruolo di semplici comparse!

venerdì 23 ottobre 2015

Non cercherò più

Non cercherò più l'amore di coppia. Non già e non solo perché mi sembra decisamente troppo tardi.
Semplicemente perché, anche lo trovassi, sarei costretta a mentigli.
No, non perché nutra qualche speranza su di noi, ma perché ti promesso di volerti un mondo di bene e di continuare a starti vicino, e considero questo già un impegno che può davvero riempirmi la vita di autentica gioia.
Ma non è tutto: forse, il motivo principale per cui non cercherò più, sarà che sei tu la persona che ha tutte le caratteristiche che reputo importanti in un uomo. Anche in un amico...

giovedì 22 ottobre 2015

Io, tu ed Emily

Hanno paragonato il mio modo di scrivere a quello della tua eroina letteraria.
Quella donna fragile ed isolata dal Mondo che ha deciso di parlargli, anche se dalla sua posizione di marginalità tutta domestica.
Non sembra del tutto chiaro se questo isolamento fosse voluto o subito da Emily.
Ciò su cui, invece, non nutro alcun dubbio è il fatto che anche tu hai molto da dire con quella tua voce poetica e delicata.
Ora che ho avuto l'ennesima conferma del fatto che io, tu ed Emily siamo più simili di quanto noi stessi siamo disposti ad ammettere, non mi resta di augurarti di trovare presto la forza di uscire dal tuo giardino.

mercoledì 21 ottobre 2015

Problematizzare il corpo?

Può sembrare strano, lo so. Ma proprio ciò che considero maggiormente naturale quando immagino la possibilità di un cammino di coppia anche per me (cioè quale rapporto si dovrebbe instaurare con i nostri corpi), in realtà emerge con più chiarezza durante il mio percorso di cura che sto compiendo da quattro anni a questa parte.
Quindi, a ben guardare, in un contesto non proprio comune a tutti (nella misura in cui, non tutte le persone hanno bisogno di un medico che si occupi della loro interiorità).
A questo punto, sorge una domanda: se persino io stessa, problematizzo il mio corpo, come posso far capire all'altra persona, che esso, lungi dall'essere un'insormontabile problema, farebbe semplicemente parte del nostro cammino di coppia?

martedì 20 ottobre 2015

Amore & Scrittura

Amore e Scrittura: una coppia perfetta, oppure una coppia già scoppiata in partenza?
Né uno né l'altro, credo. Piuttosto si tratta di una coppia instabile, in cui è lei a nutrirsi di lui, ma se lui è vero, la respinge con forza, perché preferisce vivere nella concretezza fatta di gesti.
Lui accoglie anche le parole purché siano frutto della vibrazione delle corde vocali (quindi, estremamente fisiche) e non già semplici segni su un pezzo di carta.
Essi infatti verrebbero interpretati come insopportabile lontananza, che prelude alla fine di tutto.

lunedì 19 ottobre 2015

Il cerchio interrotto

La mia vita è un cerchio interrotto già di per sé, a causa delle numerose esperienze che non mi sono state (ancora?) regalate.
Tuttavia ho trovato un modo efficacie per sopportare l'interruzione del mio cerchio, fino quasi a riuscire, almeno idealmente, a chiuderlo con quotidiani tratti di penna.
A volte però, come oggi per esempio, mi pervade il timore che l'inchiostro della mia fantasia si secchi, costringendomi a gettare la mia penna.
Sì, perché non basta avere la ferma volontà di usarla, questa penna.
È indispensabile avere sempre un valido disegnatore di cui seguire le lezioni di vita.

Non intristite le favole!

Per favore, non intristite le favole!
Specie la mia, ben si presta a questa stupida operazione.
È un attimo, infatti, pensare che la Sirenetta sia solo quella di Andersen; quella che lo scrittore danese fa morire, imprigionata in una statua di sale, come monito alle ragazze che vorrebbero difendere la storia d'amore dai pregiudizi del Mondo.
Insomma, un monito a non inseguire i propri sogni, ma bensì a stare con i piedi ben piantati a terra.
La medesima reazione voleva ottenere quella coppia di genitori di una bambina di soli tre anni che, per farla riflettere sulla povertà dei suoi coetanei nel Mondo, non le hanno fatto alcun regalo per il suo compleanno.
Il particolare davvero strano dell'intera vicenda è che mi è stata narrata dal padre stesso.
A questo punto, mi chiedo: 'Ma c'era proprio bisogno di pubblicizzare questo atto di sensibilizzazione?' E ancora: 'Siamo proprio sicuri che questa azione sia efficacia, data la tenera età della bimba? Non sarebbe meglio lasciarle i sogni ed attendere che la bambina cresca?'.





La delicatezza della cura

Decidere di provare a prendersi cura di qualcuno, è solo il primo passo.
In seguito sarà necessario chiedersi se siamo in grado, o meno di farlo in modo rispettoso della sensibilità delle persone che hanno bisogno del nostro aiuto.
Per fare questo dobbiamo assolutamente evitare di guardare la vita altrui, da un esterno troppo lontano, dando la sensazione di voler imporre il proprio ordine alla vita altrui.
Molto meglio entrare nella vita della persona in punta di piedi, sedersi accanto alla sua vita ed avviare un confronto su ciò che, insieme, vogliamo cambiare.
Concretamente, ciò significa farsi cambiare dalla nostra azione d'aiuto.


venerdì 16 ottobre 2015

L'Armonizzatrice

Un giorno conobbi una donna che svolgeva una professione a me fino a quel momento sconosciuta.
Era un'Armonizzatrice di corpi.
In pratica, lei riesce a fondere le due passioni che guidano la sua vita (la musica e la ginnastica), per aiutare i corpi delle Sirenette come me, a partecipare all'Armonia del Mondo.
Qualcuno obietta dicendo che, in fondo, questa pretesa Armonia, non è davvero tale perché, più che essere qualcosa di spontaneo, è semplicemente ciò che regola la maggior parte del Mondo.
Quindi, quale vantaggio avrebbero, i nostri corpi, a compiere mille sforzi per cercare faticosamente di seguire un ritmo imposto?
La ragione sta nel fatto che, se lasciassimo i nostri corpi il balia della loro (Dis)Armonia, essi sarebbero vittime di atroci dolori.
Affidandoci alle cure di una premurosa ed esperta Armonizzatrice, possiamo partecipare alla Danza del Mondo, pur non potendo aspirare a divenire delle Etoiles.

giovedì 15 ottobre 2015

Rosa al bando

Ho deciso di mettere al bando, almeno per ora, il colore rosa.
Non dal mio armadio, ma dalla mia libreria.
Non mi sento ancora attirata da quel colore, come lo ero solo qualche tempo fa.
Almeno quando leggo, preferisco che la mia mente sia invasa da altri colori, non necessariamente di genere.

mercoledì 14 ottobre 2015

Patto d'amicizia

La mia condizione di Sirenetta mi costringe, molto spesso, a chiedere aiuto alle altre persone,
Ma non è sempre facile. Perché, chiedere aiuto, è un'azione estremamente delicata.
Implica infatti la necessità di avere profondo rispetto per la quotidianità e lo stile di vita delle persone che noi chiamiamo ad aiutarci.
Con lei valgono tutte queste regole, ovviamente.
Ma c'è di più: con lei mi sento particolarmente libera di proporre anche uscite più lunghe da organizzare e vivere insieme, nella sicurezza che non si sentirà mai obbligata ad accettare.
Ciò e stato possibile perché, sin dall'inizio della nostra amicizia, c'è stata estrema chiarezza, su questo punto, come a dire: 'Tu proponi liberamente ed io, con altrettanta libertà, ti dirò se mi sarà possibile, accompagnarti o meno'.
Questo fa di lei un prezioso nodo di quella Rete di protezione che sto cercando di costruire intorno a me, per evitare di dover dire un giorno: 'Non ho fatto abbastanza per migliorare il mio futuro, fin d'ora'.

martedì 13 ottobre 2015

In libreria

Almeno avessi potuto andare in libreria.
Solo così, credo, sarei riuscita ad entrare nel mondo del nutrimento del Pianeta che ha bisogno di energia, a modo mio. Nella maniera che mi è più congeniale per guardare il Mondo che mi circonda: la lettura.
Perché l'immagine, da sempre, mi distrae inutilmente.
Ma in quella libreria, non sono mai entrata perché, mi è stato detto, non ci avrei trovato nulla di così interessante.
Ho finto di crederci. Tanto, comunque, davvero non ne avrei avuto il tempo.
Nessuno però, mi potrà mai togliere dalla testa l'idea di aver perso l'unica occasione per sentir narrare una storia più convincente.

lunedì 12 ottobre 2015

Contro i falsi problemi

Contro i falsi problemi che il Mondo si pone, mi allontano di qualche passo e cerco te.
Perché, per quanto possiamo essere oggetto di critiche, non possono non riconoscere che le esistenze che conduciamo io e te, seppur così diverse tra loro, ci hanno insegnato a lasciare indietro i piccoli inconvenienti della vita, per dare spazio all'incontro con le altre persone ed allo sviluppo della nostra interiorità.

(In)capacità narrative

La mancata narrazione di alcuni Paesi, si notava ancora di più se confrontati con i racconti sconclusionati di altri Paesi (tra cui, ahinoi, anche l'Italia), che forse avrebbero molto da dire, ma scelgono modalità talmente poco incisive, da risultare banali.
Tanto più se si pensa al fatto che il messaggio doveva essere rivolto, in particolare, alle giovani generazioni che di tutto hanno bisogno tranne che di superficialità mascherata da abbagliante tecnologia.
Un plauso invece a quegli Stati (per esempio Israele) che sono stati capaci d'intrecciare la tecnologia con l'efficacia di una narrazione viva, perché fatta da persone un carne ed ossa,con il risultato che il messaggio passa davvero.

Le grandi assenti

Dove sono qui dentro la Danimarca e la Scandinavia?
Eppure credo che avrebbero avuto anche loro, qualcosa d'importante da narrare sul tema 'Nutrire il Pianeta, energia per la vita'.
Perché la Vita non è solo l'aspetto strettamente biologico dell'esistenza, ma anche la cultura che, per il futuro, sarebbe auspicabile fosse il più possibile inclusiva.
Così, per esempio, come non pensare che la Danimarca promuove da tempo numerosi progetti di autonomia abitativa e che, questa volta dal lato ambientale, in Finlandia esiste una discoteca in cui, mentre si balla, si produce energia pura ed inesauribile?
Il fatto che abbiano rinunciato a narrarsi credo sia una grande opportunità mancata per noi tutti!

venerdì 9 ottobre 2015

'Ma che bella giornata!'

Sicuramente sarà una bella giornata. Anzi, fantastica. O, per meglio dire, indimenticabile.
Ma lo sarà solo se, a renderla tale, ci impegneremo entrambi in prima persona, ciascuno facendo i conti con i cambiamenti intervenuti nella vita dell'altro ma, al tempo stesso, non rinunciando ad esprimere serenamente ciò che sentiamo dentro di noi.
Lo so, forse non sarà facile. Anzi, credo che sarà proprio molto difficile.
Ma le sfide non ci hanno mai spaventati, giusto?
Ti prometto che sarà cosi anche questa volta, anche se non ci sarà nessun foglio tra noi e, tanto meno uno schermo perché sarà molto più positivo guardarci negli occhi e far fluire le parole.
Solo così 'Ma che bella giornata!' sarà davvero ciò che abbiamo vissuto, e non già una frase banale, detta solo per riempire almeno una frazione di secondo di un interminabile silenzio tra noi.

Tracce digitali

È strano pensarci ora. Ma chi custodirà le mie tracce digitali, quando troverò casa nelle profondità degli Abissi Marini?
Sarà importante, per me, deciderlo per tempo e non perché sia pericolosamente ossessionata dall'idea della mia morte, ma semplicemente perché le tracce digitali saranno il modo con cui consentirò, a chi verrà dopo di me, di avere informazioni su quel che era la mia vita.
Non sarò io a decidere se ciò che ho scritto e condiviso con il Mondo, abbia poco o tanto valore ma, ciò di cui sono assolutamente certa sin d'ora, è il fatto che ben rappresenta le mie idee sul Mondo che mi circonda.
Per questo motivo, la persona che eleggerò come custode delle mie tracce, dovrà avermi conosciuta talmente bene, da essere in grado, se lo riterrà opportuno, di raccontarmi, a chi verrà dopo di me, in modo il più possibile simile, alla mia auto rappresentazione.


mercoledì 7 ottobre 2015

Senza immagini

Non so se ciò che accadrà a maggio dell'anno prossimo sia un bene o un male.
A prima vista sembrerebbe un bene perché mi porterebbe lontano dal mio scoglio, almeno per qualche tempo.
Ma ormai ho capito che, quando si tratta di partire, qui la faccenda non è mai del tutto serena, perché non è mai frutto di una decisione presa soppesando, tutti insieme, i pro e i contro, ma è piuttosto uno scontro tra i sì convinti, i no perentori e i non so che certo non aiutano ad arrivare ad una soluzione che possa avere dei lati positivi per ognuno di noi.
In mezzo ci sono io, che dal mio scoglio vorrei dare il mio contributo al confronto, ma non so come esprimermi, perché ora preferisco stare a guardare l'evolversi degli eventi.

martedì 6 ottobre 2015

Protezione aziendale

Apprendo da un noto settimanale, che un'importante gruppo assicurativo, da anni promuove un concorso per finanziare progetti atti a migliorare le condizioni di vita di fasce particolarmente deboli della società.
Molte delle iniziative in concorso, sono rivolte a persone con disabilità (intellettiva e/o fisica).
Specie per quanto riguarda la prima, si nota come i progetti puntino a promuovere una reale integrazione sociale delle persone, spesso in alternativa all'usuale percorso di vita che prevede la frequenza della scuola, seguita dall'entrata nel mondo del lavoro.
Questo avviene perché, la gravità delle patologie da cui queste persone sono colpite, richiede soluzioni di vita ad hoc.
Infatti, laddove esse non ci siano, non si realizza nemmeno l'autentica partecipazione sociale.
Anzi, molto spesso, si rischia di sottoporre queste persone a stili di vita talmente difficili da affrontare, che rischiano, addirittura di aggravare le loro condizioni di salute.
Così, per esempio, richiedere ad alcune persone, afflitte da patologie mentali, di svolgere alcuni tipi di mansioni lavorative, significa metterle in una condizione di profonda frustrazione perché, magari, non possono concentrarsi sufficientemente.
Perché, allora, non pensare a soluzioni condivise del tipo: la persona che soffre di disabilità mentale lavora fino a quando (o fino a dove) la sua salute glielo permette, il lavoro che rimane da fare poi, può essere svolto da qualcuno colpito da disabilità fisica e che, quindi, possa mantenere la concentrazione per un periodo di tempo più lungo.
Nel frattempo, la persona che lavorava prima, potrebbe essere coinvolta in attività che la facciano sentire socialmente vive.
A quanti ritengono che sia più facile raccontare che realizzare concretamente, rispondo che forse hanno ragione ma, quando il Mondo presenta nuove sfide, è necessario progettare schemi di gioco mai provati prima.

lunedì 5 ottobre 2015

I due Poli

Del resto, il Mondo continua a vivere schiacciato o, per meglio dire appiattito, su due Poli opposti.
Da un lato, lodando un ritorno ad uno stile di vita in cui, i migliori risultano essere coloro che sono in grado di ridurre al minimo le necessità personali. Ma non solo: il plauso è maggiore se si tratta di giovani.
Gli stessi che si dimostrano in grado di sfruttare la tecnocrazia imperante al Polo opposto del Mondo, per migliorarne notevolmente lo stile di vita.
Perpetuando così un circolo viziosamente virtuoso.

La Tirannia del Curriculum

Al Mondo, però, sembra non interessare granché, il fatto che io viva nella Terra di Mezzo, perché è sempre alla ricerca di qualcosa d'altro (e mai di ciò che gli Abitanti della Terra di Mezzo, possono offrire).
Questo perché, mentre essa è profondamente democratica (come solo la Bibliocrazia sa davvero essere), il Mondo sembra essere dominato dalla Tirannia del Curriculum che impone un'auto rappresentazione dei Candidati, salvo poi sconfessarla quando ci si presenta ai (rari) colloqui di lavoro che il Mondo concede, dimostrando che (non) si è fatto tutto ciò che era in nostro potere, per soddisfare l'identikit di Sua Tirannia il Curriculum.




Nella Terra di Mezzo

Ora non ho più alcun dubbio.
Vivo davvero nella Terra di Mezzo e non posso nascondere di esserne particolarmente felice.
Vivo in quella Terra di Mezzo in cui, per la verità, sono convinta vivano anche molti miei coetanei, figli del piacere della lettura silenziosa e, per questo, profondamente riflessiva, ma anche cari amici di quella tecnologia che permette di diffondere e mettere in comune con altri, il frutto della lettura meditata.

venerdì 2 ottobre 2015

Giorno d'attesa

Da molto tempo ormai, questa data significa per me Attesa.
Spesso è stata sinonimo di eventi improvvisi ed estremamente dolorosi da affrontare perché, se si fossero verificati, avrebbero sancito un insopportabile spartiacque, nella mia esistenza.
Spartiacque a cui, per uno strano effetto del terrore in cui era imprigionata la mia mente, cercavo di abituarmi il più possibile, chiamando a raccolta tutte le mie forze; ma, soprattutto, cercando di popolare la mia esistenza (nella mia fantasia) di una folla di persone che, con affetto e comprensione, potessero evitarmi la caduta nel baratro...
Anche oggi è un giorno d'attesa. Non di qualcuno che mi allontani dai pericoli, ma di qualcuno che faccia ritorno nella mia vita.

giovedì 1 ottobre 2015

Non cambiare mai

Lo so, non si dovrebbe mai dire nulla di simile, a persone a cui si vuole tanto bene come io ne voglio a te.
Infatti, coloro che occupano un posto speciale nel nostro cuore, ce l'hanno sì per come sono, ma soprattutto perché sono loro stesse, in ogni circostanza e poi comunque, se c'è autentico affetto tra le persone, si ha il dovere di accogliere qualsiasi cambiamento intervenga nella loro vita.
Spero che dovunque ti stia portando la tua vita, almeno troveremmo un modo per rimanere unite.