Pillola 132

Preferisci vivere (nel)le storie degli altri

piuttosto che nel(le) tue.

È proprio così.

E poi ci sei tu

che occupi lo spazio vuoto 

tra il sogno e la realtà.

Ed ecco perché 

ti vivo nei miei giorni 

ma nelle mie notti

tu non ci sei mai.

Pillola 131

Quando giunge la sera

sarei ben felice di poter perdermi tra le righe di un racconto.

Ed invece sono costretta a cedere al sonno anche quando i racconti che popolano le mie notti non mi piacciono per niente.

Pillola 130

A vele spiegate.

Così immagino vorresti che fosse la tua vita.

Lontano da qui?

L'ho pensato molte volte, ma oggi no.

O, per meglio dire, non con il significato che di solito do alla parola Lontano.

Oggi ti immagino lontano da qui 

(e, quindi, da me)

semplicemente perché so 

che non potrei seguirti

(il mio corpo non ce la farebbe).

Rimango qui

immersa nel mio bagno di realtà.

(senza aspettare nessuna vela all'orizzonte.

Pillola 129

Lasciar andare.

Faccio un (altro) giro largo intorno a queste due parole che ho già usato altre volte (per parlare di noi).

Perché

non potendoti stringere in un abbraccio 

non posso far altro che offrirti una via d'uscita per lasciar(ti) andare.

Pillola 128

In quella stanza

emergono solo le mie paure 

(anche quelle a cui credevo di essere riuscita a chiudere definitivamente la porta in faccia).

Eppure, nella mia borsa (che ho pure cambiato per l'occasione), porto sempre con me il nostro quaderno, quello scritto a mano.

Quello su cui scrivo ogni giorno la nostra storia.

Eppure, non ho ancora trovato il tempo (e l'occasione) per leggerla, in quella stanza.

Eppure so che quando riuscirò a farti entrare in quella stanza, uscirà la paura del futuro.

Pillola 127

Anch'io oggi 

ho trovato l'acqua 

dopo aver scavato a lungo 

in fondo alle mie emozioni.

Ma non ho lo sguardo stupito 

di una bambina seduta sulla sabbia

di fronte all'acqua.

No, in me c'è solo fatica, stanchezza e totale mancanza di energia.

Ma non mi pento di nulla.

Ho fatto tutto ciò che sentivo 

di dovere a me stessa.

Pillola 126

Non è vero 

che quando scrivo

parlo sempre di te.

Non è veto 

che quando scrivo

parlo sempre d'(ell')amore (che provo) per te.

È vero però 

che per scrivere d'altro

ho bisogno che la deviazione

parta dalla mia mente

e non da forzati lavori in corso

che altri impongono alla mia strada.

Pillola 125

E se un abile barman mi offrisse tre parole scelte a caso e mi sfidasse a preparare un cocktail da gusto originale ed indimenticabile?

Confesso che sono (stata) tentata di mettermi alla prova.

Ma poi ho rinunciato.

Sono già tanti i giochi di in cui mi sto cimentando e non vorrei diventare una giocatrice compulsivamente incallita e pure ubriaca di parole.

Pillola 124

Chi mi conosce

legge tra le mie righe 

la nostra storia 

o, per meglio dire

la mia storia

del nostro Non Amore.

Una favola troppo lunga 

per augurare al Mondo la buonanotte?

E poi c'è chi non mi conosce

e spesso legge tra le mie righe

ciò che non ho mai detto

e forse non avevo nemmeno immaginato.

Qual è la giusta lettura?

Ai Lettori l'ardua sentenza...

Pillola 123

Libertà di parola

maneggiare con cura.

Le parole possono ferire

ma io le amo e tu lo sai.

Libertà di parola 

la esercito ogni giorno 

anche se spesso penso

che se tu leggessi

(probabilmente) te ne sentiresti ferito.

Me la toglieresti?

Te l'ho chiesto più volte oggi

(anche se non in modo diretto)

Tu non mi hai risposto 

perché la libertà di pensiero 

è inviolabile.

Lo dici anche tu

che invece vorresti che il Mondo

maneggiasse con (maggiore) cura 

la libertà di parola.

Pillola 122

Scrivendo

allargo orizzonti che credevo perduti.

Ed invece erano ancora tutti 

ad attendere il mio ritorno.

E così ritrovo la capacità di riempire pagine e pagine a righe.

E lo faccio con una calligrafia minuta e ordinata 

che nemmeno sospettavo di avere (più).

Piccole lettere tracciate con sicurezza su un rigo, una sorta di guida discreta.

Come discrete sono le sfumature che nascondo tra quelle pagine

fino a formare un quadro più ampio

di cui a tutti non racconto 

che parziali frammenti.

Pillola 121

Il Mondo rimescola parole prese a caso dalla nostra storia.

È vero, io gliele ho offerte in pasto

ma non prima di aver dato loro

un senso preciso e compiuto.

Senso che il Mondo ha stravolto a suo piacimento 

come a voler(ci) dire

che neanche noi abbiamo senso.

Pillola 120

Sono sempre stata molto rigida in fatto di bellezza esteriore. 

Avevo i miei canoni e quelli dovevano rimanere, a dispetto di tutto. 

Così non trovavo particolarmente attraente un volto stanco e affaticato, anche se apparteneva ad una persona che dicevo mi piacesse. Poi, stamattina, sei arrivato tu. Il volto segnato da una profonda stanchezza (anche se entusiasta, ma pur sempre stanchezza). 

Ma l'hanno notata gli altri. 

Coloro che non hanno ancora capito che hai scardinato (anche) le mie certezze esteriori.

Pillola 119

Stipo momenti difficili in uno zaino capiente.

Lo riempio fino a poco prima che la cerniera si rompa per lo sforzo di contenere tutto.

Poi chiudo e me lo carico in spalla.

Cercherò di muovermi il più agevolmente possibile, perché è importante mantenere il sorriso lungo l'intero cammino.

Pillola 118

È umano volere che i giorni difficili se ne vadano in fretta.

Ma poi il pensiero va incontro alla Vita che passa.

Ed anche questo inesorabile trascorrere diventa impervio come gli ostacoli che ci siamo lasciati alle spalle.

Pillola 117

(Mi) hanno detto che si scrive per trattenere ricordi, sensazioni, emozioni.

Dopo averle vissute (o mentre si vivono?).

Ma credo che più spesso capiti di trattenete le persone di cui e anche con cui parliamo mentre scriviamo.

Ma tu non ti preoccupare perché (forse) ha ragione chi mi dice che non dovrei farti leggere ciò che scrivo; sarà il mio modo per lasciarti libero (di andare o rimanere).

Pillola 116

Diario.

Decisamente il mio genere letterario preferito.

Eppure, se ne pubblicano davvero pochi.

Il fatto è che spesso sono scrigni di dolori privati che certo non abbiamo piacere di far conoscere a tutti.

Da qualche settimana a questa parte, anch'io ho (ri)preso a tenerne uno per provare a tenere a bada il forte malessere che mi sta colpendo.

Eppure, mi piace pensare che il mio Diario sia diverso: infatti il dolore domina ogni pagina, ma non l'ultima frase; che dedico a te e ai nostri (sor)risi.

Pillola 115

Persino la lana che avvolge e porta con sé calore e protezione, per essere davvero utile, ha bisogno di essere districata e ricomposta in una matassa ordinata.

Così dovrebbe essere la vita delle persone.

Infatti, un'esistenza troppo intricata non può essere vissuta in piena serenità.

Pillola 114

Ho (ancora) bisogno di una pausa di riposo emotivo ma, prima di concedermela, devo trovare qualcuno che mi scriva la giustificazione.

Qualcuno potrebbe obiettare che la mia passione per la scrittura, dovrebbe rendere tutto più facile.

Ma questa volta sento che non è sufficiente prestare particolare attenzione alla sostanza; ma che anzi sia quasi più importante la forma.

Pillola 113

Ho bisogno solo di parole umane, di abbracci in carne ed ossa.

Ma sono consapevole che è un mio bisogno.

Se gli Altri preferiscono percorrere un'altra strada, ne hanno tutto il diritto.

Ma io gradirei poter scegliere se seguirli o meno.

Pillola 112

Ennesimo equivoco linguistico tra noi.

Stesse parole, significati diversi.

Più freddi i tuoi, più caldi i miei.

O forse

un giorno scopriremo che avremmo voluto dare il medesimo calore alle nostre parole e, se non l'abbiamo fatto

è stato solo per il timore di scottarci.

Pillola 111

Sono stanca di rimanere sulla soglia (della tua vita).

Eppure, non mi aspetto certo un tuo invito ad entrare.

Lo farò lo stesso.

In punta di piedi per non invaderti e ferirti.

Sai, sono stanca di rimanere nel mio rifugio

al riparo persino da me stessa.

Pillola 110

Tu, che anche quando le parole sembrano non avere più senso, dai un significato ai nostri silenzi.

Pillola 109

Aria di mare 

frizzante e rinfrescante 

come un sorso d'acqua

bevuto lentamente 

perché la sete del corpo

si spenga piano

pur nella consapevolezza

che i pensieri oppressivi 

stanno sempre lì 

come il caldo

che mi accoglie al ritorno in città.

Pillola 108

Mi hanno consigliato di scrivere per me e, soprattutto, di me.

Sto scrivendo per me.

(A mano, in un quaderno che tutti possono vedere, ma sono certa, nessuno aprirà).

Ma ho disatteso la consegna di scrivere di me.

(Sarebbe stato interessante anche scrivere una lunga lettera a me stessa).

Ed invece, ho deciso, ancora una volta, di parlare con te e di te.

Ma questa volta, lo faccio attraverso il silenzio di una penna per evitarti il fastidioso rumore delle mie dita che pigliano i tasti.

Pillola 107

Mettere tutto, ma proprio tutto, nero su bianco, può essere molto faticoso e, persino fonte di grande ansia, perché le parole prendono forma davanti e a noi e, così facendo, concretizzano i nostri peggiori pensieri.

È la prima volta in cui la scrittura mi provoca più ansia rispetto alla non scrittura.

Pillola 106

(Forse) il mio corpo si trasformerà nuovamente 

rispetto a quello a cui tu sei abituato.

Anche se tutto ciò non sarà facile da affrontare 

mi rafforza la consapevolezza che tu lo guarderai lo stesso e te ne prenderai cura.

Perché non verrà meno la tua scelta di occuparti di corpi anticonvenzionali.

Pillola 105

Vorrei avere il tuo coraggio

quando osservi quel muro d'acqua coltivando la certezza che non ti travolgerà.

Perché è come se tu volessi dirmi

Prima osserva nei minimi dettagli ciò che ti sta dinanzi e poi potrai affrontare qualsiasi ostacolo.

Pillola 104

Sei già atterrato nell'isola deserta?

Ricordati che le isole 

anche quelle che crediamo essere le più deserte 

sono (col)legate tra loro

da braccia di mare

e il mare è fatto anche per avvolgere.

Pillola 103

Fammi partire con te.

Viaggeremo insieme

ed insieme faremo ritorno.

Perché mi piace pensare che io e te

siamo parte di un futuro ancora possibile.