martedì 31 marzo 2020

Giro a vuoto

Le parole girano a vuoto nella mia mente che, stanotte più che mai ha l'aspetto di una tabula rasa.
Dovrei essere felice per questo.
Eppure ciò mi impedisce di scrivere.
Perché a volte basta una parola, o una frase, detta al telefono, per scaturire una pagina di diario; altre volte, come oggi, non è (stata) sufficiente una giornata intera...

lunedì 30 marzo 2020

Un cenno di saluto

Nessuno sa ancora dirci quando, ma rivedremo il sole.
Torneremo in riva al mare, dopo giorni passati con poca luce naturale e molta artificiale.
Saremo accompagnati da coloro che, per tutto questo tempo, ci hanno custodito, impedendo che la lunghissima attesa divenisse insopportabile.
Mi piace sognare che, quando sarà, in riva al mare ci sarai anche tu, forse per farmi solo un cenno da lontano, mentre il nostro Aloha si perde nel frastuono delle onde a cui, i mesi trascorsi in silenzio, ci hanno progressivamente disabitati.
Ma io comprenderò ugualmente il nostro saluto, immaginando di leggere le tue labbra.

domenica 29 marzo 2020

Incubi cinematografici

Non si può andare al cinema. Che poi, sinceramente, anche prima ci andavo quasi esclusivamente per stare in compagnia.
Eppure, mai come in questo momento, mi affido al cinema.
Non perché mi piazzi davanti ad uno schermo a guardare film da mattina a sera; anzi, i film in TV mi annoiano molto.
Ma quando la sera chiudo gli occhi e mi tuffo in un sonno agitato, gli incubi che mi passano davanti hanno la forma dei fotogrammi che compongono un film (e non già delle parole sulle pagine di un libro).

sabato 28 marzo 2020

È già oggi...

Il tempo scorre veloce.
Ieri è già oggi.
Eppure, 88 giorni fa augravo al Mondo, sulle note dell'alleluja, di trovare il tempo.
Non sapevo ancora che esso avrebbe subito un brusco rallentamento.
E così se ne sono andate altre 24 ore, senza che abbia fatto tutto ciò che mi ero prefissata.
Eppure di tempo ne avrei avuto, considerato che si è ridotto anche lo spazio dove poter vivere il mio tempo.

venerdì 27 marzo 2020

Percorso anomalo

È un percorso anomalo, quello che siamo chiamati a fare.
Ci si chiede di percorrere una strada a noi sconosciuta, stando immobili.
Nulla di particolarmente difficile, in realtà.
Se non fosse che non tutti intorno a noi sono disposti a rispondere ai mille dubbi che affollano questi giorni di strade vuote.
Qualcuno potrebbe obiettare che di risposte ne riceviamo fin troppe, visto che non si parla d'altro; ma non sono quelle che vorrei ricevere; e non già perché vorrei che la realtà mi fosse descritta con un linguaggio edulcorato, ma piuttosto perché sento il bisogno di ricevere le risposte alle mie domande.
Quelle cioè che rendono più sicuro il mio percorso.

giovedì 26 marzo 2020

L'eco

Questi sono giorni in cui la paura che si respira la fuori, amplifica i timori dell'Anima.
Come un grido lanciato in una gola di montagna che rimbalza tra le cime e ci ritorna indietro perché i monti non sanno trattenerlo.
Ma io avrei bisogno di liberare completamente la mia anima, lasciando andare ciò che mi fa soffrire.
Avrei bisogno di un mare calmo che porta al largo, non di un'eco che mi restituisce un'eco intrappolata nel mio cuore...

mercoledì 25 marzo 2020

Non correre il rischio

- Sai quale rischio correremo, quando tutto sarà finito?
- Assolutamente nessuno; proprio perché non ci sarà più alcun rischio.
- Ti sbagli. Presi come saremmo dall'euforia di un ritorno alla normalità, ci sarà il pericolo di dimenticare quali erano i nodi irrisolti della nostra esistenza.
- Forse significherà semplicemente che, dopo aver affrontato una situazione così difficile, avremo capito che, quel che prima consideravamo importante, ora non lo è più.
- Non sono d'accordo. Vorrà dire invece che dobbiamo affrettarci ad affrontare le questioni aperte, se vogliamo che questo tempo di attesa non sia trascorso invano e, soprattutto, se vogliamo cogliere davvero l'occasione per aprire una nuova fase della nostra vita.

martedì 24 marzo 2020

Gli Amanti di Verona

Case di ringhiera tutte uguali.
Ma non le vite di chi le abita.
Una coppia si affaccia al piccolo balcone e si abbraccia felice, nonostante tutto.
Hanno potuto rimanere uniti, in questo tempo che divide.
Perché, anche se vossero distanti l'uno dall'altra, non potrebbero raggiungersi approfittando dell'oscurità, come fecero gli Amanti di Verona.
Immagino che tu sia una Metà di quella coppia abbracciata al balcone.
Tu che non hai bisogno di noi per essere autenticamente felice.
Perché io non potrei mai raggiungerti, nemmeno se vivessimo in un tempo che unisce.

lunedì 23 marzo 2020

Di me e di te

Non posso parlare di quarantena.
Non sarebbe giusto.
Eppure anche per me oggi è stato il primo vero giorno di anormalità.
Il primo di una lunga serie di giorni che, d'ora in poi, saranno davvero tutti uguali, almeno fino a...data da destinarsi.
Infatti, come forse ho scritto altre volte, sono gli incontri con gli Altri, a rendere significative le mie giornate.
Va bene. Ci sono le (video)chiamate, i libri (cartacei o virtuali.
E, proprio a proposito di libri, sei stato tu, qualche tempo fa, a ricordarmi che la lettura è un grande viaggio, lungo il quale s'incontrano folle di gente.
Ne sono consapevole; ma il viaggio di carta, per conservare intatto il suo fascino, vuole sempre incrociarsi con cammini in carne ed ossa.
Perché è vero che possiamo sempre ritrovare la nostra vita in un libro, ma è altrettanto vero che ancora nessuno ne ha scritto uno che parli di me e di te.

domenica 22 marzo 2020

L'indice di normalità

Sono stanca di sentir dire che non si poteva più andare avanti in questo modo.
Di quale modo parliamo poi?
Ad ognuno il suo, verrebbe da dire.
Per quanto mi riguarda, stavo bene anche prima.
Ed allora vengo assalita dallo sconforto, e mi concedo il permesso di versare lacrime amare sopra l'indice di normalità che, questo pomeriggio, ho visto azzerarsi.
E non mi si dica che ci sono delle regole da rispettare e che non possiamo farci nulla.
Continuerò a seguirle, non vi preoccupate; vi avviso solo che da oggi in poi, potrei essere un tantino più nervosa rispetto ai giorni scorsi.
Vi chiedo pazienza.
Credo vi sarà abbastanza facile immaginare quanta fatica sia necessaria per far risalire, anche solo di un po', l'indice di normalità in un periodo come questo in cui ci viene chiesto di rinunciare ad una parte consistente della nostra vita.
Nel mio caso, dovrò fare a meno del sorriso per eccellenza, quello che scalda il mio cuore.

sabato 21 marzo 2020

La prima cosa che farò

Non so ancora quale sarà la prima cosa che farò quando tutto questo sarà finito.
Anche se mi sto sempre più convincendo del fatto che forse sarebbe positivo se cominciassi a pensarci seriamente, soprattutto per provare a darmi una speranza per il futuro.
Certo, quando me lo chiedono, dico a tutti che le mie giornate ora trascorrono tali e quali a quelle precedenti l'entrata in questo tunnel buio.
Ed è vero, non sto mentendo: scrivo e leggo come prima se non addirittura di più.
Certo, a tutti prometto baci ed abbracci arretrati.
Ma certo non a te, che rappresenti quel prezioso seppur breve tempo vissuto fuori dal tunnel.
Ed anzi, paradossalmente, quando ne usciremo, per noi che non ci siamo mai potuti né abbracciare, né tanto meno baciare, riprenderà un tempo confuso e frastornato, esattamente come quello che abbiamo vissuto negli ultimi giorni.
A meno che all'uscita dal tunnel non ci aspetti un nuovo silenzio, che potremo riempire con nuovi dialoghi.

venerdì 20 marzo 2020

Staccare la spina

Non voglio nascondere la testa sotto la sabbia, come si dice facciano gli struzzi, fingendo indifferenza, ma voglio poter appoggiarla al cuscino per farmi avvolgere dal riposo dei pensieri.
Lo so, sembra paradossale, considerando il periodo buio che stiamo vivendo; eppure, superato lo smarrimento dei primi giorni, ora sono maggiormente capace di staccare la spina.
Ed è strano, per me, riuscire a farlo pur non uscendo di casa da molti giorni, proprio io che ho sempre sognato di staccare la corrente elettrica solo appena prima di raggiungere un porto od un aereoporto...

giovedì 19 marzo 2020

Un linguaggio diverso

Niente sarà più come prima.
Comincia a circolare anche questa convinzione.
Sono in molti quelli che dicono che questa esperienza ci renderà persone migliori o forse anche solo semplicemente diverse nel nostro modo di rapportarsi alla Vita e agli Altri.
Personalmente, tendo a pensare invece che, di fronte a difficoltà di questa portata, emerga la vera natura di ognuno di noi.
Ed è per questo che, forse, aldilà del tentativo di infondere speranza, dovremmo cercare di parlare ad ogni persona con un linguaggio diverso: quello che più la rende partecipe di questa nuova realtà che stiamo attraversando.

mercoledì 18 marzo 2020

Parole liquide

Di questa giornata particolarmente dura, non mi rimangono che frammenti di parole liquide, diluite e dilatate da una miriade di lacrime.
Lacrime per l'ansia che mi è stata gettata addosso, senza alcuna possibilità di difesa.
Come se io non fossi già impegnata a difendermi da giorni che, più il tempo passa, e più avverto come precari, di una precarietà di cui, almeno per ora, non s'intravede la fine.
E allora verso parole liquide in faccia al mio interlocutore, anche se so già che non presterà alcun ascolto...

martedì 17 marzo 2020

Il muro di gomma

Chi mi conosce lo sa; per me è fondamentale sia ascoltare che essere ascoltata.
Ma tu mi dici che esistono alcune persone che, anche quando raccontato se stesse, non si aspettano dagli altri un particolare ascolto e/o partecipazione; per loro è sufficiente parlare, e poco importa se le loro parole, pur raggiungendo una certa distanza, rimbalzano e tornano indietro come davanti ad un muro di gomma.
Mi ha colpito molto il fatto che questa riflessione venisse proprio da te che, da quando ci conosciamo, non mi hai mai fatto mancare il tuo ascolto.
Ma poi, riflettendoci, ho capito.
Mi hai parlato del muro di gomma perché, da ottimo ascoltatore quale sei, sai cogliere tutte le sfumature del dialogo: anche quelle che lo rendono impossibile.

lunedì 16 marzo 2020

Segni di povertà

Sono giornate al rallentatore, quelle che viviamo da un po' di tempo a questa parte.
Giornate in cui, come scrivevo ieri, ci sono decisamente maggiori occasioni per riflettere.
Eppure ora mi trovo spiazzata, senza nemmeno uno straccio di pensiero da dedicare a questo momento, forse perché l'apatia forzata di questo ultimo periodo, comincia a farsi sentire.
Ed anche se all'isolamento fisico, non corrisponde affatto un isolamento sociale (perché ci sono concesse pure le videochiamate), forse per la prima volta dopo settimane, sento che il mio dialogo interiore sta cominciando a dare preoccupanti segni di povertà.

domenica 15 marzo 2020

Maggese

Ho sempre avuto la fortuna di poter trascorrere molto tempo delle mie giornate a riflettere.
Quindi, in questi giorni, non sento di fare qualcosa di molto diverso rispetto a ciò che, in fondo, ho sempre fatto.
Ma non è tutto: infatti, per poter riflettere davvero, credo sia necessario fare un po' di vuoto intorno a noi.
Ed è esattamente quello che capita in questi giorni.
Allora mi sono immaginata un campo lasciato incolto (a maggese, appunto), in attesa di poter riprendere a coltivare le relazioni umane a distanza ravvicinata.
E vorrei chiudere questa sera con un augurio in particolare a tutte quelle persone che, per loro scelta, hanno deciso di non prendersi troppa cura dei rapporti interpersonali.
Ecco, auguro loro di poter (ri)scoprire il gusto della vicinanza che, proprio come all'agricoltore, richiede tanto impegno e sacrificio, ma dà anche molta soddisfazione.

sabato 14 marzo 2020

La casa delle abitudini

Si dice che in questi giorni difficili avere una casa con giardino sia una grande fortuna.
Almeno si hanno a disposizione maggiori spazi per non sentire troppo la mancanza delle passeggiate all'aria aperta.
Tuttavia c'è un problema che rimane: quello di non riuscire a stiparci dentro le abitudini di ciascun (co)inquilino, che così possono risultare persino ingombranti.
Ed allora non resta che abitare ognuno una stanza diversa della casa, permettendo così a tutti di esprimere al meglio le proprie differenti inclinazioni.
Una boccata d'aria, mentre ci si affaccia alla finestra che ancora ci consentono di tenere aperta verso l'esterno.

venerdì 13 marzo 2020

Ricordati di dirmi che va tutto bene

Questa sera voglio proprio partire da questo verso di Frasi a metà di Laura Pausini.
Mai in questo periodo abbiamo bisogno di sentircelo dire, se non altro come ulteriore forma di protezione e sicurezza.
Eppure, se si avverte la necessità di dirsi appunto 'Ricordati di dirmi che va tutto bene', significa che non tutti siamo capaci di rassicurazione reciproca; io per prima, non mi sento in grado di farlo in maniera efficace.
Ma, nel limite delle mie possibilità, tento di non riversare i miei timori su chi è già spaventato, creando ulteriori allarmi (falsi o veri che siano), ma cerco piuttosto di proseguire lungo il mio cammino, senza andare sprezzantemente incontro al pericolo, né rimanere paralizzata dalle sirene dell'emergenza.

giovedì 12 marzo 2020

Un sorriso oltre la frontiera

Quando stamattina ho aperto gli occhi, non osavo sperare che tu potessi varcare il confine per portare fin qui il tuo sorriso.
Ed invece ce l'hai fatta, almeno per oggi.
Anche se il tempo che stiamo vivendo mi dovrebbe aver insegnato a vivere alla giornata, io proprio non ci riesco e penso già alla prossima volta in cui (forse?) il tuo sorriso non potrà varcare la frontiera.
Perché essa non guarda in faccia nessuno e, del resto, nemmeno potrebbe farlo, ne sono perfettamente consapevole.
Eppure, intorno a noi, sono troppe le situazioni che stanno cambiando.
E, per affrontare al meglio tutto questo, ho bisogno di sperare che almeno una piccola parte delle mie abitudini, possano essere mantenute.
E tra queste, sicuramente, c'è il tuo sorriso che mi giunge da oltre la frontiera.

mercoledì 11 marzo 2020

Mai voltare le spalle

Avrei tanto bisogno di guardarmi allo specchio.
Ma non allo specchio di vetro.
Avrei tanto bisogno dello specchio dell'Altro, quello con cui parlare liberamente delle mie paure.
Avverto la necessità dell'Altro perché da sento che, da sola, non sono in grado di leggermi dentro per cambiare il punto di vista sui miei limiti.
Sì, perché è proprio questo che stanno facendo, i miei timori: stanno limitando la mia capacità di tornare ad essere totalmente serena e felice.
Lo so, ci vorrà ancora molto tempo, prima che io possa raggiungere lo specchio, ma ho deciso di sfruttare questo tempo, per ricordare a me stessa che quando, finalmente, potrò tornare davanti allo specchio, dovrò avere il coraggio di guardarmi realmente dentro, senza mai voltare le spalle allo specchio.

martedì 10 marzo 2020

#iorestoacasa...con empatia

#iorestoacasa
Certo, dobbiamo rimanere a casa ma, per favore, facciamolo con empatia.
Sicuramente, non poter uscire non significa la fine del Mondo; anzi, sono in molti a pensare che potrebbe essere addirittura l'inizio di un Mondo nuovo.
Fatico ad essere così ottimista sul punto; infatti, per quanto questo periodo sia (anche) un'opportunità per riprenderci il nostro tempo, riscoprendo magari delle attività che non facciamo spesso, è indubbio che ci siano anche molte più occasioni per riflettere e quindi anche per far emergere le nostre paure.
Ed è proprio di fronte a queste che, ritengo, sia importante essere il più possibile empatici gli uni con gli altri, affinché possiamo darci vicendevolmente sostegno.

lunedì 9 marzo 2020

Il pieno di coccole

Ai Bambini abbiamo insegnato a lavarsi le mani spesso e con cura.
È importante, sicuramente; ma non basta.
Viviamo giorni difficili e, per loro, stare a casa (e in particolar modo in casa), può essere complicato (anche se estremamente necessario, naturalmente).
Certo, i bambini sanno ancora credere alle favole e questo periodo può essere raccontato loro usando la fantasia.
Ma come spiegare loro la lontananza dagli Amici?
Sono sicura che ogni adulto utilizzi una particolare strategia, adatta proprio a quel bimbo.
Ecco perché il mio pensiero di stasera va ai Bambini, dicendo loro che presto torneranno a divertirsi all'aperto, ma non solo.
Nel frattempo, auguro loro di poter fare il pieno di coccole.
Quelle a loro sono permesse!

domenica 8 marzo 2020

Gabbia di rabbia

Donne.
Ci chiedono resistenza.
Quella che qualcuno chiama resilienza, la capacità di adattarci alle nuove situazioni.
Ma a volte abbiamo bisogno di parlare dietro le lacrime.
Ma vi prego, non ci giudicate!
E se proprio non ce la fate a non ascoltarci (perché lo ammetto, a volte è proprio difficile ascoltare), almeno stateci vicino senza rimproverarci.
Non è necessario che ci ripetiate fino alla noia che non è la fine del mondo, se dobbiamo restare qui.
Se vogliamo davvero ricordare la nostra Festa, non costringerci a stare chiuse in una gabbia di rabbia!

sabato 7 marzo 2020

Alla luce del sole

Aspetto con pazienza il giorno in cui potrò guardare la mia paura alla luce del sole.
Avverrà quando potrò raccontare la storia di questo timore.
Non credo riceverò risposte precise in merito, ma conto comunque di poter fare chiarezza nel mio cuore, affinché i nostri dialoghi tornino ad essere illuminati dal sole.

venerdì 6 marzo 2020

Incubi di mancanza

Non mi era mai capitato prima d'ora; eppure mi sto rendendo conto che ho timore per te come ce l'ho spesso per lei.
E così anche tu sei stato presente nei miei incubi di persone che soffrono senza che io possa fare nulla per aiutarle.
E, vi posso garantire, che quelle sono le peggiori immagini notturne.
Forse è questo il motivo per cui, spesso, mi sforzo d'immaginare come potrebbe essere il momento in cui scoprissi che la vostra sofferenza e, soprattutto, quello in cui mi sarà chiaro la ragione del vostro stare male.
Ma, a spaventarmi ancor di più, è la consapevolezza che (forse) non riuscirò a trovare le parole giuste per starvi realmente accanto.

giovedì 5 marzo 2020

Agenzia viaggi

Da molti giorni oramai non mi capitava più di pensare alla mia voglia d'intraprendere un viaggio.
Poi da quelle pagine di nuovo quel mare e quelle isole da sogno, perfette per una luna di miele, recita la didascalia.
Cosi indugio tra le parole e le immagini ma, per la prima volta dopo molto tempo, il tuo volto accanto al mio mi appare leggermente più sfocato.
Devo confessare che è una sensazione che mi lascia un po' interdetta e spiazzata perché, anche se tu non ci sei nella mia vita, la tua presenza nella mia fantasia, mi dona (anche) sicurezza.

mercoledì 4 marzo 2020

La porta di casa

Da quanto tempo, ormai, non abbiamo ospiti?
Siamo sempre più chiusi in noi stessi a giocare una partita monotona.
Apriamo la porta solo per prendere una boccata d'aria una volta ogni tanto.
È vero, a volte incontriamo qualcuno per strada, ma raramente lo invitiamo a rimanere con noi più del tempo necessario per un caffè al bar e qualche parola.
Quasi sempre promettiamo di rivederci, ma puntualmente poi ciò non avviene, data la vaghezza dell'invito.
E la situazione, di solito, peggiora nei giorni di festa.
Lo so a cosa state pensando: festeggiare non è un obbligo.
Ma non è nemmeno proibito, ribatto io.
Certo è che per poter stare insieme in determinate occasioni, sarebbe opportuno coltivare le relazioni giorno dopo giorno, affinché la festa possa essere vissuta con naturalezza e non già come un'esplicita richiesta atta a mascherare maldestramente la solitudine.
Altrimenti non rimane altro da fare se non chiudersi la porta di casa alle spalle e stare in silenzio.

martedì 3 marzo 2020

(S)contatti

In questi giorni fior di sociologi si interrogano su come cambieranno i rapporti tra le persone, visto che d'ora in poi, sono vivamente sconsigliati i baci, gli abbracci e le strette di mano.
Insomma, sta capitando ciò che già da giorni temevo accadesse: personalmente, credo mi sarà molto difficile dover rinunciare al contatto fisico con coloro ai quali sono più affezionata.
È vero, quello non è l'unico modo di cui disponiamo, per dimostrare affetto; ci sono sempre le parole e gli sguardi ma, in alcune situazioni, dover cambiare il canale di comunicazione, significa anche e soprattutto essere obbligati a rivedere le relazioni con gli Altri.

lunedì 2 marzo 2020

Smart Terapia

Questi sono giorni d'intenso smart working e qualcuno ipotizza che anche la mia terapia potrebbe svolgersi da casa, ma non in videoconferenza, ma proprio con una serie di esercizi da svolgere in totale solitudine.
Al solo pensiero mi sento molto triste.
Non potrei mai rinunciare al nostro dialogo, mentre cerchi di mettere ordine nel mio corpo.
Il quale, anche se fosse guidato dalla tua allegra voce attraverso un microfono, mai potrebbe sostituire la forza del legame che sento quando proviamo insieme a farmi stare meglio.

domenica 1 marzo 2020

Gomme a terra

Da troppo tempo oramai sento di avere le gomme a terra.
Non solo quelle della mia carrozzina, che si possono sempre rivitalizzare con un'iniezione d'aria nuova.
Mi riferisco piuttosto a quelle della mia quotidianità, che da molti giorni hanno perso il loro slancio e così, è sempre più faticoso proseguire il cammino.
E a chi non dovesse condividere la mia mancanza di entusiasmo, chiedo solo di provare a sedersi accanto a me e di tentare, insieme, di pompare le mie gomme.