Pillola 193 (Monopoli)

Il (mio) dolore ha conquistato

la (nostra) conversazione 

non lasciando quasi spazio a null'altro.

Lo so 

a te piace giocare a Monopoli.

Lo trovo piuttosto strano, sai?

Non so immaginarti

mentre conquisti dei beni.

Nella mia mente

(e prima ancora nel mio cuore)

ti vedo sempre condividere 

Tranne quando è il (mio) dolore

monopolizza le (nostre) parole.

Pillola 192 (Improvvisazione?)

Cinema.

Racconto per immagini

che non lascia in me.

poco più di niente.

Eppure 

per una parte del Mondo

io sono regista

io sono sceneggiatrice

di un film

per cui però 

fatico a trovare il giusto cast.

Sei tu l'unico attore.

Ma non sei stato tu

a presentarti ai provini.

Ci siamo incontrati per caso

io e te.

Ma sono stata io

a trascinarti sul set.

E ora fatico a seguire

il copione che stai recitando.

Tu l'hai (forse) imparato a memoria.

Ma per me è pura improvvisazione.

Faticosa emozionante improvvisazione.

Pillola 191 (Strade? Piste? Circuiti?)

Strade che non sanno correre

esattamente parallele

ma che non possono 

(né tantomeno vogliono) 

incrociarsi.

Quanto al semplice sfiorarsi

ma tu, hai mai visto

due strade che

si limitano a sfiorarsi?

E parlo di strade

non di circuiti

dove tutto rimane chiuso e circoscritto.

E parlo di strade

non di piste

che potrebbero assumere 

anche forme pericolose.

Ma che cosa ci sarebbe poi di strano 

se a rappresentarci 

ci fosse una pista 

a forma di 8 adagiato a formare 

un circuito infinito?

E non è poi vero

che noi siamo

un infinito ripetersi

di Infiniti equivoci?

Pillola 190 (Treno)

L'Amore è un treno che punta dritto alla sua destinazione.

Non conosce ostacoli né impedimenti.

Se Amore è.

Dici tu.

Se invece è altro

inventa impedimenti e ostacoli 

pur di avere un pretesto 

per cambiare strada.

Questo penso io

mentre ripasso 

la nostra conversazione di oggi

e, soprattutto

ciò che avrei voluto dirti

senza aver trovato le parole 

e allora come sempre 

scrivo qui.

Scrivo la sera.

Scrivo di te

il mio punto fermo al giorno

che se ne sta andando.

Pillola 189 (Il gioco dell'oca)

La fermata

risale solo a una settimana fa

ma (mi) è andata di traverso 

perché ha interrotto il mio cammino

verso la mia nuova vita.

E ora non vorrei

che vedendomi alla fermata

il Mondo fosse tentato

di riportarmi al punto di partenza

come nella peggiore versione del gioco dell'oca.

Pillola 188 (Anime senza tacchi)

Mi piace pensare 

di essere per te un libro 

che hai cominciato a leggere con curiosità, impegno e passione 

sin dal nostro primo incontro.

Perché 

è così che si è sempre sentito il mio cuore

quando tu sei con me

anche e soprattutto quando 

la mia mente ha cercato in tutti i modi

di (s)cacciarti.

Perché di te (mi) tornano (sempre) in mente

le parole con cui descrivi 

il Mondo delle Donne

Donne senza tacchi a spillo

ma con una grande Anima.

Parole che sento dedicate a me

anche se non sono io 

la Donna che hai scelto per la (tua) vita.

Pillola 187

È incredibile come i social

abbiano una risposta 

per ogni domanda.

Persino per capire 

se sei (o meno) innamorata.

Sono certa di esserlo di te.

È Incredibile come i social

chiedono persino a te

se sei innamorato.

Sono sicura che anche tu lo sia.

Ma certo non di me.

Anche perché 

dubito lo potresti sapere.

Perché se non (te) lo dico io

mi spieghi come potrebbero saperlo i social?

Pillola 186

Nella (mia) vita 

ho obiettivi chiari.

Ho la forza e la costanza necessari per realizzarli.

Ma non posso certo colpirti

con una freccia 

perché non posso fare di te 

il bersaglio dei miei desideri.

E non posso nemmeno 

abbracciarti sul il mio cuore.

Infatti 

chi abbraccia circonda

fino a rendere esclusivo.

E invece 

mi piace pensare che tu (mi) lasci

solo una piccola parte

della tua esclusività 

mentre porti con te

(lontano da me) 

il resto della tua vita.

Pillola 185

Mi chiedi spesso

a che punto sia 

la mia raccolta di parole.

Qualcuno dice

che tu non dovresti leggerne neppure una.

Si rovinerebbe tutto

come fogli strappati 

accartocciarti

e gettati distrattamente al vento.

Ma io credo che no

non correremmo questo rischio

perché potresti sempre

leggere quelle parole

come frutto di una qualsiasi invenzione.

Pillola 184

Ho un disperato bisogno 

di sfide

di traguardi

di orizzonti.

Ma ho anche imparato

ad essere razionale

a non farmi portare via

da fantasiose illusioni senza speranza.

E sono certa

sia per questo

che mi diverto troppo ad ascoltare 

quanti mi dicono 

che dovrei fare ulteriori passi

verso di te.

Pillola 183

Assicurate saldamente l'esistenza dei bambini,

affinché non scivolino lungo la parete di roccia impervia che è la Vita.

Assicurateli

mostrando loro l'empatia,

quel modo di posare sugli Altri

uno sguardo fatto di rispetto

di timore di ferire 

e di ferirsi.

Pillola 182 (Il burattinaio)

Non potrai lenire 

il mio dolore.

Così rimango sola e rigida

prigioniera di movimenti 

degni di un maldestro burattinaio.

Pillola 181

Ancora la stessa foto

da almeno due estati a questa parte.

La conosco a memoria

ma oramai non la guardo nemmeno più.

Non vedo né i tuoi occhi

né il tuo sorriso

ma solo quell'onda che tutto travolge.

Tutto tranne il tuo sorriso

né i tuoi occhi 

che io ripasso ogni giorno 

ma che non posso mostrare agli Altri

per raccontare 

quanto sono felice.

Pillola 180

Senza obiettivi

è tutto più semplice.

Niente carte da rimescolare 

se qualcosa nella Vita

dovesse andare storto.

Ma io e te

la pensiamo diversamente 

contro tutti.

Quante volte mi hai detto

Fissa degli obiettivi 

e dai il meglio di te per realizzarli.

Ti ringrazio.

So che questo 

è il tuo modo speciale 

per dirmi

Non è giusto

che siano gli Altri 

ad immaginare il tuo futuro.

Pillola 179 (Equivoci cromatici)

Rosso, arancione, giallo.

Tre colori che non ti piacciono.

Li trovi ambigui.

Hai ragione.

Si prestano a numerosi equivoci.

Completamente diversi

da quelli che viviamo io e te.

Ne sei proprio sicuro?

Non credo.

In fondo

anche noi molte volte 

lasciamo cadere i nostri equivoci nel vuoto.

Esattamente come io

ho deciso di non dare risposte.

Pillola 178

Me lo sentivo

già mentre guardavo 

le prime caselle del nuovo calendario.

Qualcosa sarebbe cambiato

nella mia vita

E ho promesso a me stessa 

che avrei lasciato

che tutto facesse il suo corso.

Forse

è anche per questo 

che ho scelto il silenzio della mia stanza 

dove (più) nessuno mi viene a cercare.

Pillola 177

Nel mio cuore
metto in fila gli oggetti
che nel corso del tempo
mi hai regalato.
All'inizio, ricordo
erano oggetti che mi guardavano (forse?)
dalla soglia della mia vita.
Poi, a poco a poco
li ho fatti entrare.
E anche se (forse?) il mio cuore sapeva
che erano sempre stati lì
non hanno mai mancato di sorprendermi.

Pillola 176 (Non) punto e (non) basta

Parlo 

perché (tu mi) ascolti.

Infatti

sono stanca di parlare

con chi non può ascoltare.

No, non è colpa di nessuno.

(forse nemmeno della Vita stessa).

Semplicemente, era così che doveva andare.

No, non aggiungo 

punto e basta.

(Troppa sofferenza, dietro a quelle tre parole).

E poi, forse

anche tra noi, (in fondo, forse) 

doveva andare così.

Io parlo

(perché) tu (mi) ascolti.

E quando, invece 

a parlare sei tu

ti senti ascoltato da me?

(Me lo dirai mai?).

Pillola 175

Costretta dal mio corpo

a movimenti improvvisati 

nel tentativo 

di evitare il dolore.

Questa è la mia vita 

mentre attendo il tuo ritorno.

E non sai quante sono state 

le volte in cui

ho sperato di trovare 

un modo per comandare a bacchetta 

il mio corpo.

Certo 

lo avrei fatto

senza allegria né partecipazione alcuna.

Ma so

che ne avrebbe risentito solo la mia anima.

Ma che importa?

Oramai da tempo immemore

l'anima si è stancata

di occuparsi del corpo.

(Quando tu non ci sei).

Pillola 174 Amori del quarto tipo

Mi piace pensare 

che esistano

tre amori diversi.

I concreti, gli ideali, e gli idealconcreti.

Concreti sono quelli

che si esprimono con una serie di azioni pratiche.

Quelli dediti all'ascolto 

(specie delle sfumature degli stati emotivi)

si nutrono di idealità.

Infine ci sono quelli 

che (mi) ascoltano

mentre mi dedicano 

una serie di gesti concreti

per farmi stare bene.

E poi ce n'è pure un quarto.

Quello che non ce la fa ad ascoltarle 

e neppure è (più) capace di gesti concreti.

Ma trae forza 

dal ricordo di essi.

Pillola 173 Relitti

Ricordi lontanissimi

che credevo affondati nel mare della Vita

riemergono in superficie

come relitti di navi squarciate.

Niente rabbia o rancore

nei loro confronti

sia chiaro.

Ma il Mondo

non può certo considerarmi egoista.

se un giorno li userò 

per giustificare i timori di oggi.

Pillola 172 Con(versa)fessioni

Dici che non ti piace scrivere.
E allora com'è che io e te stiamo creando un genere letterario mai esistito prima?
Sono le nostre con(versa)fessioni.
Vedi
persino un comune dizionario della lingua italiana
non riesce a definire il nostro parlare di noi, pur non nominandoci mai esplicitamente.
Così non saprai mai
che uno dei nostri dialoghi è diventato un racconto.
Così non saprai mai
che li trascrivo
da quando ci siamo conosciuti
Così non saprai mai
che mi diverto a riempire le righe
che tu lasci libere
con le domande che ti vorrei fare
con le risposte che vorrei ricevere.

Pillola 171

Hai voluto espormi 

alla realtà più cruda.

Chi non ti conosce 

ti direbbe

che non hai saputo proteggermi.

Ma ho capito sin dalle tue prime parole

che non era così.

Infatti 

prima di altri 

hai capito che anche la più alta protezione

non può scongiurare danni permanenti al cuore 

quando il dolore da cui viene colpito 

è (comunque) troppo forte.

Pillola 170

La cura dell'Anima

un mantello che mi stringo addosso

per proteggermi 

dalla tempesta 

che mi sta travolgendo.

Poi si alza un forte vento 

ed il mantello

mi si strappa improvvisamente di dosso

lasciandomi senza difese.

Ed allora

vorrei un tuo rassicurante abbraccio.

Pillola 169

Il dolore emotivo

come un nervo scoperto e dolorante.

Ho deciso di mostrartelo

in tutta la sua crudezza 

e tu lo hai trattato 

con tutta la tua sapienza

Ora fa ancora un po' male

mente si contrae.

Ma sono solo piccole scosse di assestamento

dovute alla forza della cura 

che, pur essendo forte

non rinuncia alla propria tenerezza.

Pillola 168

D'ora in poi

ti dedicherò parole sotterranee.

Potrebbe sembrarti irrispettoso.

(Non siamo nulla, io e te).

Ma sarebbero ben peggiori 

le mie lacrime, fidati.

Ne hai asciugate troppe

me lo hai raccontato spesso.

Non aggiungerò anche le mie.

Ma tu, ti prego

accogli le mie parole sotterranee.

E per il tempo che ci sarà concesso

vivere ancora in superficie

vedrai null'altro che il mio sorriso.

Pillola 167

Non è neppure vero 

che sono stanca.

Anche la stanchezza sembra essersi stancata di me.

Non è nemmeno vero

che sono vuota.

Anche il vuoto 

mi considera di troppo.

Sono semplicemente io

senza alcun aggettivo 

che, in qualche modo

mi obblighi a essere (qualcosa).

Pillola 166

Le parole che mi fanno compagnia quando sono stanca

stanno tutte in quelle quattro pagine di quaderno 

che non avrei mai voluto scrivere 

perché avrei preferito viverle.

O forse no, a (ri)pensarci ora.

Perché scrivere significa immaginare.

Immaginare vuol dire vivere.

Altrimenti 

come farebbero i sogni

a farci desiderare durassero una vita intera?

Come farebbero gli incubi 

a tormentarci

fino all'alba e oltre?

Pillola 165

Rintraccio la mia fortuna

guardando in faccia

la sfortuna altrui.

La sfortuna di chi

deve per forza scindere

la salute del Corpo 

da quella dell'Anima

perché troppo spesso 

chi cura il primo 

non si preoccupa del secondo.

O forse no.

Forse è una mia distorta visione del Mondo.

Ma io davvero non ce la farei

a rinunciare a te

che non hai mai saputo 

occuparti del mio corpo

senza dare un'occhiata 

allo stato di salute della mia anima.

Pillola 164

Ho bisogno di ancora un po' di tempo, per capire.

Ho bisogno di cercare risposte

Non è detto che le troverò 

ma certo ho bisogno 

di (trovare) qualcuno 

che sappia ascoltarmi.

E che quando parlo di futuro

abbia il coraggio di parlarne al singolare.

Infatti, meglio il singolare 

che un plurale 

che c'è e che già conosco 

(Ed allora, perché continuare a parlarne?).

Meglio un singolare difficile

(ma comunque possibile)

che un plurale inconsistente.