Pillola 133 Carissimo 2023 Anno di diamante

Carissimo 2023,

sei stato per me

un Anno di Diamante.

Nel viverti

mi sono sentita spesso 

come quanti sono obbligati a soffrire 

per estrarre un pugno di diamanti.

Uno di questi 

è finita anche tra le mie mani.

E così 

non ho potuto far altro

che osservarlo da vicino

fino a scorgervi

le sue numerose sfaccettature.

La più luminosa delle quali

è stata la solitudine.

Imparata.

Cercata.

Ma (non più) subita.

Pillola 132 (Lontananze polari)

I tuoi racconti di viaggio
incutono timore.
(Ti) confesso
che non comprendo  questa pausa.
Eppure da lì sono partita
(questa volta da sola).
Ho inventato una legenda
che fosse utile
per interpretare correttamente
la nostra guida turistica.
Essa è composta da itinerari
studiati per me.
perché conducono ai Poli opposti
di tutto il possibile
che il Mondo mi nega.

Pillola 131 (Al Futuro Marito)

Faccio volentieri a meno

dei propositi per l'anno

che inizierà fra pochi giorni.

Infatti 

non voglio bruciarmi la lettera 

che sono solita scrivere 

per dare il benvenuto 

ai prossimi 365 giorni che aspettano 

di essere vissuti.

Sarebbe come scrivere la lista nozze

ancor prima di trovare (il futuro) marito.

Sarebbe come dire

Caro (Futuro Marito)

Da molto tempo 

so cosa voglio dalla (nostra) vita (insieme).

A te non rimane 

che sposare

(me e i miei desideri).

Pillola 130 (Cara Vita...)

Ma perché cambiamo la nostra vita 

solo quando è la Vita

a costringerci a cambiare?

Domanda interessante, certo.

Ma io ho smesso 

di cercare risposte.

E mi limito a benedite la Vita

che mi ha costretto a cambiare la mia.

Ma ora tutto è finito

e la Vita mi rivorrebbe obbediente 

come (forse?) sono sempre stata.

Ma allora 

che senso ha (avuto)

insegnarmi a diventare diversa

se poi

cara Vita

rifiuti questa diversità?

Pillola 219 (Se)verità)

Immagino 

non ti piaccia starmi accanto.

Allora

smettila di farlo

per puro senso del dovere.

Smettila di nascondere la fatica

dietro un raggiante sorriso.

Come dici?

Il tuo modo di vivere la fatica 

non è un mio problema?

Ma non trovi

fa(stidi-tic)oso

rispondere alle mie domande 

quando non sono certa

di aver tradotto correttamente 

il tuo vocabolario emozionale?

Non puoi non sapere

che sono una pessima traduttrice.

Non rendermi il compito 

ancor più impossibile.

Togliti di dosso 

quel sorriso raggiante

che rende troppo sfumato 

il significato delle tue emozioni.

Del resto 

non sono più una bambina.

Puoi usare la stessa (se)verità 

che la Vita mi ha sempre riservato.

Pillola 218 (Nebbia musicale)

Nulla a che vedere

con la mancanza di una trama della pagina dell'anno scorso.

Nulla a che vedere con le parole scribacchiate in fretta e furia

solo per provare a fare qualcosa di diverso.

Riempire una pagina

aggrappata a una metafora ossessiva 

senza nessuna originalità.

In fondo 

neanche stasera 

i pensieri dovrebbero essere difficili 

perché nebbiosi.

Eppure stasera in me 

è tutto chiaro.

Così come

lo sono divenute le musiche 

dopo tanto esercizio.

Così come la (mia) scrittura

mai uguale a se stessa

specie quando non riesco a snebbiaria

con l'impegno di un costante esercizio.

Pillola 217 (Regali... sulla soglia)

Suono il campanello

per annunciare il mio arrivo.

Non conosco da molto

gli inquilini di questa casa.

Infatti, per loro ho scelto 

una semplice scatola di cioccolatini.

Regalo banale - penserà qualcuno.

Regalo adatto alla situazione - penso io.

È un regalo di benvenuto nella mia vita.

L'anno prossimo (forse?)

potrò fare loro un regalo

che non rimanga sulla soglia

ma che entri nella loro casa

e, forse, mi inviti a rimanere.

Ognuno di noi

si trova sulla soglia

o l'ha già superata.

L'augurio che vi

(e mi) 

faccio per questo Natale 

è di capire a che punto siamo 

nella vita di chi incontriamo.

Buon Natale di vero cuore a tutti voi!

Pillola 2016 (Storia di un letto)

Letto

Un tempo

accoglieva la bambina impaziente 

di poter svegliarsi presto

la mattina di Natale 

e scoprire qual era

il mio regalo sotto l'albero.

Letto.

Nel tempo a seguire 

e fino a pochi anni fa

accoglievano occhi confusi 

dal grigiore fumoso e inodore 

di giorni saltati a piè pari.

Letto.

Oggi luogo di solitudine gioiosa

per un tempo 

che (mi) ha tolto molto 

e ora qualcosa 

mi dovrà pur portare.

Pillola 215 (CasaCuore)

Dopo anni passati 

a sbirciare lo sfavillio 

delle Festività altrui

ora ho imparato a godermi 

la mia luce.

Una luce 

fioca per il Mondo

ma decisamente scintillante 

per il mio cuore.

Un cuore che ha imparato 

a dividersi (quasi) equamente 

tra la voglia di gridare

la serenità ritrovata 

e la capacità di ospitare 

un sentimento 

nell'intimità della propria casa.

La stessa che (finalmente)

non mi vedrà vagare 

smarrita attraverso le sue stanze 

così famigliari da risultare anonime.

Perché so

che la porta di casa 

sarà sempre aperta 

e io

non avrò alcun bisogno 

di attenderti sulla soglia 

perché so impiegare il mio tempo 

per decorare le stanze

della mia CasaaCuore.

Pillola 214 (Luci di ringhiera)

Il tuo regalo 

sarà l'ultimo che scarterò 

prima di andare a letto.

Le mie Feste 

finiranno così.

Poi, (forse)

ci saranno altre occasioni di festa.

Ma sarà una gioia condivisa.

Saranno luci che scendono 

dalla ringhiera di una casa.

Accese per altri

e non per sé stessi.

Mentre io ho bisogno di un Natale

che vada dal generale al particolare.

Faccio delle indebite differenze?

Cosa sarebbe un groviglio di dettagli 

senza nulla a contenerli?

Cosa sarebbe un paio di frasi

all'inizio di un foglio

seguito da...

nulla più?

(Sarebbe) un anonimo involucro 

senza nulla all'interno.

(Sarebbe) un oggetto frettoloso 

senza (l)'ombra di (una) sorpresa.

Pillola 213 (Natale (in) bianco)

Quando scrivete un biglietto di Natale, usate la stessa lingua usata dal destinatario.

E subito la mia mente 

corre a te, a me, a noi.

Noi che 

senza averlo mai deciso veramente

ci siamo sempre scambiati i linguaggi.

Ricordo l'emozione della prima parola

del nostro dizionario.

La ricordo perfettamente 

ma non la scriverò 

perché non voglio rivelarla a nessuno.

(Forse nemmeno a te).

Posso solo raccontare

che narra la storia 

di un esilarante equivoco.

Sì, un tempo

sapevamo ridere delle nostre 

incomprensioni reciproche.

Poi è arrivato il tempo

della rigidità.

E allora

niente più sorrisi

(figuriamoci risate)

dai nostri muscoli troppo contratti.

Ma è anche vero

che io e te

non saremmo mai capaci 

di sorridere per contratto.

E allora lasciateci in pace 

anche all'ombra 

dei nostri momenti bui

senza luci di Natale 

né regali da scartare.

Solo con i nostri biglietti bianchi

per le troppe parole che vorremmo dirci

per i nostri linguaggi 

reciprocamente incomprensibili.

Pillola 212 (Caro Mondo)

Pensi troppo.

Me lo dice (quasi) tutto il Mondo.

Me lo dice (troppo) spesso.

Ma c'è anche quella parte di Mondo

che mi chiede persino

di praticare il doppio pensiero.

Quello 

che che ho oramai imparato a memoria

e quello 

che è improvvisazione pura.

Come vedi, caro Mondo

anch'io ho un modo 

per far riposare il pensiero

(fin quasi ad addormentarlo?)

Ma ti chiedo

ti piacerebbe sapere 

cosa penso mentre dormo

come vuoi tu?

Non credo proprio 

(scusa la schiettezza).

Ti auguro una buona serata(notte).

Pillola 211 (Caro Diario)

Caro Diario,

qualcuno (ti) scrive 

per analizzare al microscopio.

Qualcuno (ti) scrive 

per  dipingere una tela 

il più possibile ampia 

dei propri lati oscuri.

Ma io ho sempre odiato la scienza.

Ma io ho sempre odiato dipingere.

Eppure 

la Vita mi ha chiesto 

analisi e sguardo d'insieme.

E ora che il mio lavoro è finito 

mio caro Diario,

torno a te

per dare voce alla Vita 

così come l'ho sempre immaginata.

Una vita che ha chiuso col passato.

Stanca del piatto presente.

Una vita che vuole solo fantasticare nel futuro.

Pillola 210 (Piede a martello)

Conosciamo le regole del gioco

io e te.

A volte 

(ci) attacchiamo.

Più spesso 

ci difendiamo l'uno dall'altra.

Ma non lo facciamo mai per gioco.

È solo l'unico modo 

che conosciamo per poter stare 

l'una di fronte all'altro

ma mai troppo vicini 

(sarebbe un'invasione di campo).

Io e te lo sappiamo 

perché conosciamo 

le regole del gioco.

A non conoscerle

è il Mondo

che infatti 

spesso entra con il piede a martello

nella nostra vita.

Ma noi

non abbiamo alcun diritto di espulsione.

Pillola 209 (Sole filtrato)

Tu racconti.

Io vedo crepe 

sempre più profonde.

E mi piace pensare

che da queste crepe 

filtrino raggi di sole

talmente forti

da frantumare 

ciò che ti tiene prigioniero.

E allora sarai libero

di correre finalmente

incontro alla felicità che ti meriti.

Anch'io sarò lì.

Ma non ti sbarrerò la strada.

Ti abbraccerà per dirti

quanto sono felice per te.

Pillola 208 (Correzioni)

Non credo

che avrò il coraggio

di aprire quel libro.

Avrò troppa paura 

di scoprire errori 

che mi sono colpevolmente sfuggiti.

E mi sorprendo a pensare

che anche con te 

mi è mancato il coraggio 

di correggere gli errori 

mentre tu eri 

ancora davanti a me.

Ma non ho mai chiuso il libro.

Lo rileggevo notte e giorno 

versando lacrime paurose 

sugli errori che non sapevo correggere.

ma che tu non vedevi 

(anche se ne intuivi tutto il peso?)

Poi, un giorno 

(mi) hai chiuso il libro (alle spalle)

e mi hai costretto 

a guardarti negli occhi

e a (ri)vedere la limpidezza 

che solo le mie lacrime

mi nascondevano.

Pillola 207 (Eco natalizia)

Non sono ancora pronta 

(al nostro Natale)

e non lo sarò

prima che tu te ne vada.

Così 

non (mi) rimane altro da fare 

se non offrirti uno scherzo 

(spero) accompagnato 

da una tua risata

che, per quanto breve

(per mancanza di tempo)

mi auguro sia spensierata 

e sufficientemente fragorosa

da lasciarmi un'eco

che mi rimanga accanto

fino all'arrivo delle mie parole 

che presto saranno 

(anche un po)' tue

Pillola 206 (Gusto limone)

Cocktail di ritorno.

Questo è il titolo che ho scelto per la giornata di oggi.

E non è nemmeno 

il primo che bevo.

Il primo aveva il gusto amaro 

della solitudine 

che invade la gola

mentre ti guardo andare via di spalle

senza nemmeno voltarti.

Oggi invece 

sei davanti a me

mentre mi offri 

un cocktail analcolico 

a base di limone.

Quel che ancora non sai

è che il sapore del limone 

è in assoluto quello che preferisco 

con la polposa acidità centrale 

che diventa una nota salata

man mano che mi avvicino alla periferia.

E, mentre lo assaporo

non posso far a meno di pensare 

a ciò che ci unisce.

Un gusto pieno e dominante 

quando al centro ci siamo solo noi.

Un sapore totalmente diverso

quando mi allontano da te

e vivo la (mia) vita di lato.

Pillola 206 (Stanca sì, o anche no)

Mi hanno detto

(che) probabilmente mi stancherò 

di te

di noi.

Non (ci) credo.

No, non devo difendere

il noi che (non) siamo 

a qualunque costo.

Non (ci) credo 

(che mi stancherò)

perché tu ci sei

senza doverti inseguire.

È vero

(forse) ci sei perché

non puoi essere altrove.

Ma allora 

perché (mi) hai risposto 

quando (ti) ho chiesto di tornare?

Come sempre

mi trovo sull'orlo del dubbio.

E allora è vero

potrei precipitare 

per la faticosa stanchezza 

di stare in quella posizione scomoda.

Oppure 

potrei decidere di rimanere 

ad ammirare un panorama 

ogni giorno sempre più spaesante.

Pillola 205 (La corazza)

Sono prigioniera di una corazza

e nemmeno me ne rendevo conto.

Poi ho (ri)cominciato 

a parlare di te.

La corazza 

non ha retto i colpi

della dolcezza amara

che ci lega.

Me l'ha fatto notare 

chi si prende cura della mia anima.

Ed è stato 

come ricevere un'ora di applausi a scena aperta

per aver creato una storia cui

anche il Mondo (vuole) crede(re).

Pillola 204 (Sfiorati (d)a(l) caso)

Le nostre dita si sfiorano

per caso, certo.

Abbasso gli occhi

le guardo

ed è come fosse un'altra persona 

(e non io)

ad osservare.

Sento la mia mente immobile.

E anche il cuore lo è.

Tutto normale?

Ci conosciamo oramai da anni.

Non siamo più due ragazzini?

Tutto finito?

D'ora in poi saremmo due estranei?

Perdonami.

Ora sono stanca

di cercare risposte.

Ti affido queste domande

non gettarle via.

Un giorno (forse)

il tempo risponderà per noi.

Pillola 203 (Il prestigiatore imbranato)

Ci sono persone

che hanno sofferto.

e che continuano a soffrire.

Non negano 

la sofferenza passata

ma fingono 

che essa abbia trascinato via

anche quella presente.

E così 

raccontano al Mondo 

che ora non soffrono (più).

Con voce enfatica

si sforzano persino 

di trovare, di volta in volta 

piccole variazioni sul tema

per rendere il tutto 

meno ripetitivo.

E non è facile

stare in mezzo al pubblico 

e scoprire tutto.

Si rimane impietriti

come quando si sgama l'inganno

di un prestigiatore imbranato.

Pillola 202 (Come in un girotondo)

Metti da parte te stesso

per fare spazio agli Altri.

Non è giusto.

Ho perso il conto

di quante volte 

te l'ho ripetuto.

Tu mi guardi, sorridi e fai finta di nulla.

Ora che la mia vita è cambiata

e anch'io ho imparato 

a camminare su un solo lato

mi sorprendo a pensare

che forse un giorno 

io e te

ci prenderemo per mano

lasciando uno vuoto al centro 

della nostra unica vita.

Pillola 201

La mente è tornata ad essere

tranquilla e pacata.

Una stanza rassettata e tirata a lucido.

Mai avrei immaginato 

di fare tutto così in fretta

considerata la confusione che vi regnava

solo qualche giorno fa.

O forse 

il caos che vedevo intorno a me

era un modo per prepararmi 

ad affrontare il peggio 

per godermi poi

l'arrivo del meglio.

P.S.: Nel frattempo, ho ritrovato anche la (mia) Penna (che ora quindi non è più Confusa).

Pillola 200 (Danimarca)

Dopo molto tempo, ho rivis(su)to la meta del viaggio dei miei desideri.

La mia mente oramai sa

che anche quella finestra sul Mondo si è chiusa.

Il mio cuore, invece, aspetta che sia tu a raggiungerla (in uno dei tuoi prossimi viaggi) per poi ritornare e farmi ripartire con te accompagnandomi con la tua voce narrante.

Pillola 199

Caro Lettore,

Cara Lettrice,

Cari Lettori,

Care Lettrici,

non so ancora chi sarete, se sarete tanti, pochi, una sola persona oppure nessuna di queste.

Ho provato tante volte a immaginare i vostri volti, ma soprattutto, le vostre emozioni.

(se mai ne avrete).

E, specie in questo periodo, vi confesso che vi vedo stanchi, delusi e annoiati.

Mi spiace, ma volevo essere sincera con voi e volevo farlo prima di prendere una decisione definitiva, sul destino da riservare alle mie parole.

Grazie mille per il vostro paziente ascolto.

Penna Confusa

Pillola 198 (Sotto l'albero)

Manca poco al Natale.

Ma io non sento nulla

e ne sono particolarmente felice.

È finita la corsa a perdifiato 

verso la ricerca affannosa 

di gioiosi festeggiamenti.

Il mio regalo sotto l'albero

sono la nuova me 

che sono diventata.

Colei che è (stata) capace di cambiare

quando la Vita le ha detto 

che non sarebbe stata più la stessa.

Pillola 197 (CronoAmore)

L'amore è in grado di

celarsi dietro amabili parole.

(Marco Mengoni ~ L'essenziale)

Vorrei poter credere 

che questi versi

raccontino la fine iniziale 

della nostra storia.

Invece

mi sono abituata a credere 

che l'Amore per noi 

non si nasconda

ma più razionalmente

non ci sia.

Eppure 

non ho smesso di cullarmi

al suono delle parole

di chi mi dice

Nessuno è mai riuscito 

a cronometrare il tempo 

che impiega l'amore

per uscire da dietro le quinte 

delle amabili parole.

Pillola 196 (A ruote levate)

Domenica 3 dicembre.

Giornata Internazionale delle persone con disabilità.

Giornata in cui tutto il Mondo sembra prendere coscienza delle difficoltà che affliggono queste persone.

Queste difficoltà dovrebbero affliggere anche me, in quanto rappresentante della categoria.

Un tempo, era certamente così.

Ora ho capito che preferisco fuggire a ruote levate (anche) da giornate come queste.

E, se ho trovato il coraggio di farlo con una certa serenità, lo devo a chi come te, punta il suo sguardo curioso su persone come me, ma in fondo lo fa solo per regalarmi una possibilità di fuga a ruote levate.

Pillola 195 (Pensieri) sotto vetro

Sono trascorsi tanti anni.

Troppi, per tornare sull'argomento.

E la mia memoria 

non ne aveva più nemmeno traccia.

Solo oggi

tutto è tornato 

con limpida trasparenza.

Trasparenza sotto vetro

dove ho rinchiuso i miei pensieri 

nella speranza che tu li conservassi.

Quel che è certo 

è che presto torneranno

(anche) da te.

E saranno sempre trasparenti 

anche senza stare sotto vetro.

Pillola 194 (Equivoco chiarificatore)

Sono incapace di dare un nome alle emozioni.

Mi capita spesso 

da quando ci siamo incontrati.

E non si contano 

nemmeno le volte in cui

devo cercare in Rete 

il significato di parole

che da sempre 

mi sono sembrate 

chiaramente lampanti.

Ed ecco 

l'ennesimo volto

dell'equivoco chiarificatore.

Pillola 193 (Monopoli)

Il (mio) dolore ha conquistato

la (nostra) conversazione 

non lasciando quasi spazio a null'altro.

Lo so 

a te piace giocare a Monopoli.

Lo trovo piuttosto strano, sai?

Non so immaginarti

mentre conquisti dei beni.

Nella mia mente

(e prima ancora nel mio cuore)

ti vedo sempre condividere 

Tranne quando è il (mio) dolore

monopolizza le (nostre) parole.

Pillola 192 (Improvvisazione?)

Cinema.

Racconto per immagini

che non lascia in me.

poco più di niente.

Eppure 

per una parte del Mondo

io sono regista

io sono sceneggiatrice

di un film

per cui però 

fatico a trovare il giusto cast.

Sei tu l'unico attore.

Ma non sei stato tu

a presentarti ai provini.

Ci siamo incontrati per caso

io e te.

Ma sono stata io

a trascinarti sul set.

E ora fatico a seguire

il copione che stai recitando.

Tu l'hai (forse) imparato a memoria.

Ma per me è pura improvvisazione.

Faticosa emozionante improvvisazione.

Pillola 191 (Strade? Piste? Circuiti?)

Strade che non sanno correre

esattamente parallele

ma che non possono 

(né tantomeno vogliono) 

incrociarsi.

Quanto al semplice sfiorarsi

ma tu, hai mai visto

due strade che

si limitano a sfiorarsi?

E parlo di strade

non di circuiti

dove tutto rimane chiuso e circoscritto.

E parlo di strade

non di piste

che potrebbero assumere 

anche forme pericolose.

Ma che cosa ci sarebbe poi di strano 

se a rappresentarci 

ci fosse una pista 

a forma di 8 adagiato a formare 

un circuito infinito?

E non è poi vero

che noi siamo

un infinito ripetersi

di Infiniti equivoci?

Pillola 190 (Treno)

L'Amore è un treno che punta dritto alla sua destinazione.

Non conosce ostacoli né impedimenti.

Se Amore è.

Dici tu.

Se invece è altro

inventa impedimenti e ostacoli 

pur di avere un pretesto 

per cambiare strada.

Questo penso io

mentre ripasso 

la nostra conversazione di oggi

e, soprattutto

ciò che avrei voluto dirti

senza aver trovato le parole 

e allora come sempre 

scrivo qui.

Scrivo la sera.

Scrivo di te

il mio punto fermo al giorno

che se ne sta andando.

Pillola 189 (Il gioco dell'oca)

La fermata

risale solo a una settimana fa

ma (mi) è andata di traverso 

perché ha interrotto il mio cammino

verso la mia nuova vita.

E ora non vorrei

che vedendomi alla fermata

il Mondo fosse tentato

di riportarmi al punto di partenza

come nella peggiore versione del gioco dell'oca.

Pillola 188 (Anime senza tacchi)

Mi piace pensare 

di essere per te un libro 

che hai cominciato a leggere con curiosità, impegno e passione 

sin dal nostro primo incontro.

Perché 

è così che si è sempre sentito il mio cuore

quando tu sei con me

anche e soprattutto quando 

la mia mente ha cercato in tutti i modi

di (s)cacciarti.

Perché di te (mi) tornano (sempre) in mente

le parole con cui descrivi 

il Mondo delle Donne

Donne senza tacchi a spillo

ma con una grande Anima.

Parole che sento dedicate a me

anche se non sono io 

la Donna che hai scelto per la (tua) vita.

Pillola 187

È incredibile come i social

abbiano una risposta 

per ogni domanda.

Persino per capire 

se sei (o meno) innamorata.

Sono certa di esserlo di te.

È Incredibile come i social

chiedono persino a te

se sei innamorato.

Sono sicura che anche tu lo sia.

Ma certo non di me.

Anche perché 

dubito lo potresti sapere.

Perché se non (te) lo dico io

mi spieghi come potrebbero saperlo i social?

Pillola 186

Nella (mia) vita 

ho obiettivi chiari.

Ho la forza e la costanza necessari per realizzarli.

Ma non posso certo colpirti

con una freccia 

perché non posso fare di te 

il bersaglio dei miei desideri.

E non posso nemmeno 

abbracciarti sul il mio cuore.

Infatti 

chi abbraccia circonda

fino a rendere esclusivo.

E invece 

mi piace pensare che tu (mi) lasci

solo una piccola parte

della tua esclusività 

mentre porti con te

(lontano da me) 

il resto della tua vita.

Pillola 185

Mi chiedi spesso

a che punto sia 

la mia raccolta di parole.

Qualcuno dice

che tu non dovresti leggerne neppure una.

Si rovinerebbe tutto

come fogli strappati 

accartocciarti

e gettati distrattamente al vento.

Ma io credo che no

non correremmo questo rischio

perché potresti sempre

leggere quelle parole

come frutto di una qualsiasi invenzione.

Pillola 184

Ho un disperato bisogno 

di sfide

di traguardi

di orizzonti.

Ma ho anche imparato

ad essere razionale

a non farmi portare via

da fantasiose illusioni senza speranza.

E sono certa

sia per questo

che mi diverto troppo ad ascoltare 

quanti mi dicono 

che dovrei fare ulteriori passi

verso di te.

Pillola 183

Assicurate saldamente l'esistenza dei bambini,

affinché non scivolino lungo la parete di roccia impervia che è la Vita.

Assicurateli

mostrando loro l'empatia,

quel modo di posare sugli Altri

uno sguardo fatto di rispetto

di timore di ferire 

e di ferirsi.

Pillola 182 (Il burattinaio)

Non potrai lenire 

il mio dolore.

Così rimango sola e rigida

prigioniera di movimenti 

degni di un maldestro burattinaio.

Pillola 181

Ancora la stessa foto

da almeno due estati a questa parte.

La conosco a memoria

ma oramai non la guardo nemmeno più.

Non vedo né i tuoi occhi

né il tuo sorriso

ma solo quell'onda che tutto travolge.

Tutto tranne il tuo sorriso

né i tuoi occhi 

che io ripasso ogni giorno 

ma che non posso mostrare agli Altri

per raccontare 

quanto sono felice.

Pillola 180

Senza obiettivi

è tutto più semplice.

Niente carte da rimescolare 

se qualcosa nella Vita

dovesse andare storto.

Ma io e te

la pensiamo diversamente 

contro tutti.

Quante volte mi hai detto

Fissa degli obiettivi 

e dai il meglio di te per realizzarli.

Ti ringrazio.

So che questo 

è il tuo modo speciale 

per dirmi

Non è giusto

che siano gli Altri 

ad immaginare il tuo futuro.

Pillola 179 (Equivoci cromatici)

Rosso, arancione, giallo.

Tre colori che non ti piacciono.

Li trovi ambigui.

Hai ragione.

Si prestano a numerosi equivoci.

Completamente diversi

da quelli che viviamo io e te.

Ne sei proprio sicuro?

Non credo.

In fondo

anche noi molte volte 

lasciamo cadere i nostri equivoci nel vuoto.

Esattamente come io

ho deciso di non dare risposte.

Pillola 178

Me lo sentivo

già mentre guardavo 

le prime caselle del nuovo calendario.

Qualcosa sarebbe cambiato

nella mia vita

E ho promesso a me stessa 

che avrei lasciato

che tutto facesse il suo corso.

Forse

è anche per questo 

che ho scelto il silenzio della mia stanza 

dove (più) nessuno mi viene a cercare.

Pillola 177

Nel mio cuore
metto in fila gli oggetti
che nel corso del tempo
mi hai regalato.
All'inizio, ricordo
erano oggetti che mi guardavano (forse?)
dalla soglia della mia vita.
Poi, a poco a poco
li ho fatti entrare.
E anche se (forse?) il mio cuore sapeva
che erano sempre stati lì
non hanno mai mancato di sorprendermi.

Pillola 176 (Non) punto e (non) basta

Parlo 

perché (tu mi) ascolti.

Infatti

sono stanca di parlare

con chi non può ascoltare.

No, non è colpa di nessuno.

(forse nemmeno della Vita stessa).

Semplicemente, era così che doveva andare.

No, non aggiungo 

punto e basta.

(Troppa sofferenza, dietro a quelle tre parole).

E poi, forse

anche tra noi, (in fondo, forse) 

doveva andare così.

Io parlo

(perché) tu (mi) ascolti.

E quando, invece 

a parlare sei tu

ti senti ascoltato da me?

(Me lo dirai mai?).

Pillola 175

Costretta dal mio corpo

a movimenti improvvisati 

nel tentativo 

di evitare il dolore.

Questa è la mia vita 

mentre attendo il tuo ritorno.

E non sai quante sono state 

le volte in cui

ho sperato di trovare 

un modo per comandare a bacchetta 

il mio corpo.

Certo 

lo avrei fatto

senza allegria né partecipazione alcuna.

Ma so

che ne avrebbe risentito solo la mia anima.

Ma che importa?

Oramai da tempo immemore

l'anima si è stancata

di occuparsi del corpo.

(Quando tu non ci sei).

Pillola 174 Amori del quarto tipo

Mi piace pensare 

che esistano

tre amori diversi.

I concreti, gli ideali, e gli idealconcreti.

Concreti sono quelli

che si esprimono con una serie di azioni pratiche.

Quelli dediti all'ascolto 

(specie delle sfumature degli stati emotivi)

si nutrono di idealità.

Infine ci sono quelli 

che (mi) ascoltano

mentre mi dedicano 

una serie di gesti concreti

per farmi stare bene.

E poi ce n'è pure un quarto.

Quello che non ce la fa ad ascoltarle 

e neppure è (più) capace di gesti concreti.

Ma trae forza 

dal ricordo di essi.

Pillola 173 Relitti

Ricordi lontanissimi

che credevo affondati nel mare della Vita

riemergono in superficie

come relitti di navi squarciate.

Niente rabbia o rancore

nei loro confronti

sia chiaro.

Ma il Mondo

non può certo considerarmi egoista.

se un giorno li userò 

per giustificare i timori di oggi.

Pillola 172 Con(versa)fessioni

Dici che non ti piace scrivere.
E allora com'è che io e te stiamo creando un genere letterario mai esistito prima?
Sono le nostre con(versa)fessioni.
Vedi
persino un comune dizionario della lingua italiana
non riesce a definire il nostro parlare di noi, pur non nominandoci mai esplicitamente.
Così non saprai mai
che uno dei nostri dialoghi è diventato un racconto.
Così non saprai mai
che li trascrivo
da quando ci siamo conosciuti
Così non saprai mai
che mi diverto a riempire le righe
che tu lasci libere
con le domande che ti vorrei fare
con le risposte che vorrei ricevere.

Pillola 171

Hai voluto espormi 

alla realtà più cruda.

Chi non ti conosce 

ti direbbe

che non hai saputo proteggermi.

Ma ho capito sin dalle tue prime parole

che non era così.

Infatti 

prima di altri 

hai capito che anche la più alta protezione

non può scongiurare danni permanenti al cuore 

quando il dolore da cui viene colpito 

è (comunque) troppo forte.

Pillola 170

La cura dell'Anima

un mantello che mi stringo addosso

per proteggermi 

dalla tempesta 

che mi sta travolgendo.

Poi si alza un forte vento 

ed il mantello

mi si strappa improvvisamente di dosso

lasciandomi senza difese.

Ed allora

vorrei un tuo rassicurante abbraccio.

Pillola 169

Il dolore emotivo

come un nervo scoperto e dolorante.

Ho deciso di mostrartelo

in tutta la sua crudezza 

e tu lo hai trattato 

con tutta la tua sapienza

Ora fa ancora un po' male

mente si contrae.

Ma sono solo piccole scosse di assestamento

dovute alla forza della cura 

che, pur essendo forte

non rinuncia alla propria tenerezza.

Pillola 168

D'ora in poi

ti dedicherò parole sotterranee.

Potrebbe sembrarti irrispettoso.

(Non siamo nulla, io e te).

Ma sarebbero ben peggiori 

le mie lacrime, fidati.

Ne hai asciugate troppe

me lo hai raccontato spesso.

Non aggiungerò anche le mie.

Ma tu, ti prego

accogli le mie parole sotterranee.

E per il tempo che ci sarà concesso

vivere ancora in superficie

vedrai null'altro che il mio sorriso.

Pillola 167

Non è neppure vero 

che sono stanca.

Anche la stanchezza sembra essersi stancata di me.

Non è nemmeno vero

che sono vuota.

Anche il vuoto 

mi considera di troppo.

Sono semplicemente io

senza alcun aggettivo 

che, in qualche modo

mi obblighi a essere (qualcosa).

Pillola 166

Le parole che mi fanno compagnia quando sono stanca

stanno tutte in quelle quattro pagine di quaderno 

che non avrei mai voluto scrivere 

perché avrei preferito viverle.

O forse no, a (ri)pensarci ora.

Perché scrivere significa immaginare.

Immaginare vuol dire vivere.

Altrimenti 

come farebbero i sogni

a farci desiderare durassero una vita intera?

Come farebbero gli incubi 

a tormentarci

fino all'alba e oltre?

Pillola 165

Rintraccio la mia fortuna

guardando in faccia

la sfortuna altrui.

La sfortuna di chi

deve per forza scindere

la salute del Corpo 

da quella dell'Anima

perché troppo spesso 

chi cura il primo 

non si preoccupa del secondo.

O forse no.

Forse è una mia distorta visione del Mondo.

Ma io davvero non ce la farei

a rinunciare a te

che non hai mai saputo 

occuparti del mio corpo

senza dare un'occhiata 

allo stato di salute della mia anima.

Pillola 164

Ho bisogno di ancora un po' di tempo, per capire.

Ho bisogno di cercare risposte

Non è detto che le troverò 

ma certo ho bisogno 

di (trovare) qualcuno 

che sappia ascoltarmi.

E che quando parlo di futuro

abbia il coraggio di parlarne al singolare.

Infatti, meglio il singolare 

che un plurale 

che c'è e che già conosco 

(Ed allora, perché continuare a parlarne?).

Meglio un singolare difficile

(ma comunque possibile)

che un plurale inconsistente.

Pillola 163

Ero dentro e fuori 

la scena che stavo creando in punta di penna.

Non mi sarei (più) fermata 

nemmeno quando le parole 

sono diventate niente più 

che graffi trasparenti.

Ma poi lo sapevo

che la mia storia mi avrebbe accompagnata

fino a questa sera

in cui temo la fine della storia

che so non poter essere (infinita).

Pillola 162

Voci basse tra noi

anche se non stiamo parlando di noi

ma solo di quella parte del Mondo

di cui nessuno parla.

E mi piace pensare

che anche questa 

sia una forma di confidenza

che niente ha a che fare con l'Amore, certo

ma non ha nulla a che vedere 

neppure con le due persone estranee

che certamente (non) siamo io e te.

Pillola 161

Voglia di solitudine.

Temporanea e non per il resto dei miei giorni.

Così

mentre le lacrime oramai

escono a fatica per la troppa stanchezza

mi lancio fra le tue braccia.

L'unico posto dove potrei 

spezzare il presente

per unire il futuro.

Pillola 160

Sabato.

Giorno di emozioni in bianco.

Quale altra occasione 

per creare una storia d'amore 

intrecciando due storie di Vita?

Un libro che sfugge a tutte le classificazioni

ma che, proprio per questo

è il più ricercato 

specie da quei lettori 

che non riescono a trovare il loro genere perché 

sanno che la loro stessa Vita

è un intreccio di una miriade di esistenze.

Pillola 159

Ora ho capito perché 

non riesco a lasciar andare la penna

affinché sia guidata 

esclusivamente dalle emozioni.

Eppure

c'è stato un tempo

in cui ci sono riuscita.

Ma era l'inizio

in cui tutto è improvvisazione e istinto.

Poi cresce il sentimento.

E qualcuno potrebbe dire 

che si perde qualcosa 

(Io, per esempio, ora non riuscirei più a scrivere quelle parole).

Ma non ho perso nulla.

Nemmeno te

nei (miei) momenti peggiori.

Pillola 158

Ho appena finito di scrivere

e già mi sembra 

di aver sbagliato tutto.

Di non essere riuscita 

a renderti giustizia 

oppure di avertene resa troppa

scegliendo (in modo imprudente?)

di far circolare la (nostra) storia.

Lo so

mi sto sostituendo al Lettore

nel giudizio 

sulle mie stesse parole.

Ma la verità 

è che da un lato

non voglio sfuggire alla critica

dall'altro 

so che farò fatica

a sottoporre i nostri dialoghi 

all'esame del Mondo.

Pillola 157

Avrei potuto pescare
tra i tanti frammenti di vita scritta e vissuta.
Ma, se è vero com'è vero
che la scrittura è la mia danza nel Mondo
esso sarebbe stato un passo sprecato.
E invece, ho preso il mio diario privato
e ho provato ad applicare dei filtri mascherati alle pagine più complicate.
E adesso non vedo l'ora che qualcuno mi dica
se è riuscito a trarre qualche emozione
dalla coreografia eseguita su questa musica.

Pillola 156

Mi sforzerò di occuparmi 

solo di emozioni e sentimenti.

Mi sforzerò di non scattare in avanti 

per tuffarmi pericolosamente 

nel vortice della mia razionalità 

che non sa far altro 

se non stordirmi 

con l'elenco impietoso 

di tutto ciò che non mi è consentito fare.

Che poi

a ben pensarci

è solo stare con te.

Ma posso vivere tutto il resto

senza sentirmi sbagliata.

E posso raccontarlo

non solo a me stessa 

come faccio (quasi) ogni giorno.

E se tutto ciò, un giorno, diventasse un romanzo?

Parola di chi si prende cura dell'anima.

E se poi volessi strappare alcune pagine

potrei farlo.

Ma perché mai dovrei farlo?

Non lo farei 

nemmeno se avessi la certezza 

che questo romanzo finisca (anche) fra le tue mani.

Pillola 155 (LibRacconto)

La Vita, un libro.
Ogni pagina, un anno.
Quaranta pagine; romanzo breve? Racconto lungo?
Solo la Vita stessa può decidere.
Quello che so è che tutti voi
scrivete ogni giorno
parole preziose
in questo LibRacconto
Parole per cui
non posso che essere profondamente grata.

Pillola 154

Lo so

i regali si ricevono, non si chiedono.

Eppure

per l'intera giornata 

non ho avuto che questa domanda

Cosa vorrei per regalo?

Vorrei il (nostro) tempo

com'era prima che il (tuo) tempo

ti costringesse ad anticipare (il nostro).

Da allora 

non sono più riuscita 

a considerarlo un regalo.

Da allora

è mancata la sorpresa

che, per essere tale

non deve mai essere anticipata

in alcun modo.

Pillola 153

Sabato sera.
La serata del ballo per eccellenza.
Ma il mio corpo è sempre qui
immobile e stasera anche infreddolito.
Eppure rimango davanti ad una pista su uno schermo.
Invece tu hai scoperto
la pista dal vivo.
(o almeno credo sia così).
E mi diverto ad immaginarti
mentre ti lanci
in una danza allegra e spensierato
accogliendo una sfida
che (forse) nessuno ti ha lanciato
ma che ha sicuramente arricchito la (tua) vita (ed anche la mia).

Pillola 152

Un uomo scrive
Preferisco la pioggia al sole.
Il sole spinge ad agire frettolosamente.
La pioggia
obbliga a fermarsi.
Io scrivo
Preferisco il sole
che allontana il dolore.
E al Mondo (mi) dice
che la pioggia
aiuta a nascondere le lacrime
rispondo che
anche sferzate dal diluvio
esse non saranno mai ignote
per chi mi ama.

Pillola 151

Hai molti modi per rendermi felice.

Oggi, per esempio, mi hai detto

Cercherò per te un un'interlocutore più empatico.

Se è valido su altri fronti, potrei anche sforzarmi di tenere a freno la rabbia.

Ma tu insisti.

In questo tuo atteggiamento, leggo l'ennesimo indizio che (mi) indica quanti punti in comune abbiamo io e te.

E certo non mi stancherò di cercarne di nuovi.

Pillola 150

Di fronte alle difficoltà che (ci) travolgono la vita

dovremmo essere letteralmente spiazzati ed impreparati.

Invece così (spesso) non è.

(Spesso) siamo disposti 

a ricorrere a tutte quelle soluzioni 

che la Vita ci suggeriva da tempo.

Ma noi eravamo troppo impegnati

a dimostrare

(al Mondo? A noi stessi? Ad entrambi?)

che ce la saremo sempre cavata da soli.

Pillola 149

All'inizio anche tra noi

erano solo sorrisi e risate.

Tutto spontaneo.

Speravo potesse durare per sempre.

Ma la Vita aveva per noi 

altri progetti.

Ci ha allontanati 

ma mai del tutto.

E nel riavvicinarci

ci ha regalato la capacità

di immaginare i nostri sorrisi e le nostre risate 

(anche) dietro i nostri silenzi.

Pillola 148

Vorrei 

non dover parlare

del rispetto che il Mondo deve 

alla vita che hai deciso di vivere.

Ed invece ne parlo 

perché

più passa il tempo

e più (mi) sembra chiaro 

che il Mondo entri a gamba tesa

nella tua vita.

Ed allora credo non sia lontano

il momento in cui

sarai grato alla rigidità del mio corpo 

che mi impedisce 

di oltrepassare la linea di campo.

Pillola 147

Il Mondo mi offre

protezione da me stessa.

Lo apprezzo 

perché in passato 

ho fatto fin troppi errori.

Ed è lo stesso Mondo

che non ci pensa nemmeno 

a proteggermi da te.

Ciò vuol dire

che non sei un errore oggi

ma non lo eri nemmeno ieri

quando pur di allontanarti (da me)

ti consideravo il più grande sbaglio 

che avessi mai commesso.

Radici di piombo

Le difficoltà non hanno fatto improvvisa irruzione nella mia vita.

Ci sono entrate pian piano.

Hanno avuto il tempo 

di formarmi dall'interno.

Hanno messo radici profonde

come fossero piedi di piombo.

Eppure i rami e le foglie 

non possono far a meno 

di volgere lo sguardo verso il cielo.

Pillola 145

Non mi piace partecipare alle competizioni.

Ognuno deve poter vivere la propria vita al massimo delle sue possibilità.

Ma la Vita mi sta insegnando che, a volte, veniamo gettati nell'arena senza averlo voluto.

Ed allora cerco affannosamente una via d'uscita per abbandonare il campo.

Solo così, infatti, rendo inutile qualsiasi contesa.

Pillola 144

Ho sempre dato molto importanza alle strade tortuose che percorrono i miei pensieri.

Li ho sempre assecondati e continuerò a farlo perché sento che non potrei fare altrimenti.

Non mi riconoscerei più.

Ci sono però momenti in cui vorrei che percorressero una strada liscia e rettilinea.

Ma (forse) a quel punto, rimarrei delusa dalla meta scontata che raggiungerei.

Pillola 143

Prima, troppo stanca per essere tesa.

Ora, rilassata senza il minimo sonno.

E domani?

Chissà.

Comunque sia

temo di dover lottare contro la mancanza di controllo del mio corpo.

Mentre mi costringo a controllare le parole.

Anche quelle (oramai) frutto

di un frettoloso copia/incolla.

Perché so di non poterti sommergere con una fitta pioggia di parole

senza offrirti nemmeno un posto per fuggire (al riparo, lontano da me).

Pillola 142

Parlare di disabilità con me è camminare su un campo minato.

Ammetterlo, mi è costata una fatica enorme.

Ma non accande con tutti.

Infatti, tu non hai bisogno di addentrarti in questo terreno pericoloso.

Tu che dai per scontata la disabilità

ma ti metti accanto ad essa

per impedire 

che venga gettata in pasto alla rabbia.

Pillola 141

 Le parole non scorrono tra noi.

È già capitato altre volte.

Nulla di grave.

Siamo entrambi troppo stanchi

anche se per motivi opposti

per conversare amabilmente.

Nulla di grave, anzi.

Solo (chi sta) crescendo 

(può) vive(re anche) di silenzi.

Pillola 140

Corpo rigido e dolore.

Lo stesso che combatto insieme a te e che, ne sono certa, di te oramai ha un pauroso timore.

Altrimenti non si spiegherebbe come mai, quando ci sei (quasi) non si presenta; mentre se sono sola, mi aggredisce, prima alle spalle (in modo subdolo) e, poi, improvvisamente, prepotentemente di fronte.

Lasciando dietro di sé lacrime di rabbia che mi fanno apparire ingrata ed incivile.

Pillola 139

Corpo e Mente, lotta infinita.

Immobilità contro insopprimibile desiderio di movimento.

Incapacità di muovere entrambi contemporaneamente se è vero com'è vero che mentre si alimenta la Mente, il Corpo deve fermarsi.

E se arrivassi tu?

Il mio corpo non temerebbe più nulla 

e la mia mente avrebbe un nutrimento in più.

La tua presenza costante nella mia vita.

Pillola 138

Prima o poi 

porterò i nostri dialoghi in quella stanza.

Anche se si tratta di parole complicate

saranno comunque un momento di serenità.

E poi non ti nascondo 

che sono curiosa di conoscere

l'interpretazione di esse.

E mi sento come uno sceneggiatore 

che porta in giro la sua opera teatrale 

alla ricerca di un senso.

Pillola 137

Pregi e difetti.

E chi non ne ha?

Considerazione banale, lo so.

Ed infatti, non è da qui che parte la conversazione di oggi.

E, per la verità, non ricordo più da dove sia partita.

Ma tant'è.

Ho però una certezza.

Unica, ma enorme.

Vorrei avere (anche) la tua lista dei miei difetti.

Impossibile.

Perché?

[Silenzio].

Non ci conosciamo abbastanza.

Non sono d'accordo.

E poi, la lista dei difetti si accetta solo dalle persone che noi riteniamo importanti.

[Ma tu sei importante per me; ma sei anche troppo duro (con noi due). Per non illudermi?].

(Di questo, ti sono profondamente grata).

P.S.: Solo qualche giorno fa, scrivevo che non mi piacciono le parentesi quadre.

Non ho cambiato idea.

Semplicemente, mi sembravano più adatte a racchiudere le frasi che, con  i loro spigoli, mi hanno punto la gola.

Pillola 136

Ci sono esistenze che incontrano ostacoli sin dal loro inizio.

Ci sono esistenze che incontrano ostacoli (non si dica: solo) ad un certo punto del cammino.

Ci sono anche delle indubbie differenze 

tra queste esistenze.

La più grande delle quali è una certa abitudine che inevitabilmente accompagna le prime.

Quanto alle seconde, è ovvio che esse partano svantaggiate, nel cammino di (ri)costruzione della Vita.

E poi c'è il Mondo là fuori

(di cui facciamo tutti parte, nessuno escluso)

che fa del suo meglio per non far sentire il peso degli ostacoli.

#pillolediariel

Pillola 135

Mi sono sempre piaciute le parentesi.

Ma solo quelle tonde.

(Quadre e graffe mi ricorda(va)no troppo la matematica).

Invece, una frase ha quasi bisogno delle parentesi tonde.

Senza di loro, infatti, la frase rimane lì, impalata, senza un minimo di movimento, negando a chi (la) legge la libertà di leggervi ciò che, in quel momento, sente maggiormente suo...

Pillola 134

Quando qualcuno (ti) pulisce il (tuo) cuore dalle (tue) paure, l'Anima respira davvero.

Pillola 133

Non sono il tuo mondo

l'ho sempre saputo.

Eppure, mi piace pensare 

che anche due mezzi mondi

che si sfiorano abbastanza spesso

possano diventare un mondo intero.

Pillola 132

Preferisci vivere (nel)le storie degli altri

piuttosto che nel(le) tue.

È proprio così.

E poi ci sei tu

che occupi lo spazio vuoto 

tra il sogno e la realtà.

Ed ecco perché 

ti vivo nei miei giorni 

ma nelle mie notti

tu non ci sei mai.

Pillola 131

Quando giunge la sera

sarei ben felice di poter perdermi tra le righe di un racconto.

Ed invece sono costretta a cedere al sonno anche quando i racconti che popolano le mie notti non mi piacciono per niente.

Pillola 130

A vele spiegate.

Così immagino vorresti che fosse la tua vita.

Lontano da qui?

L'ho pensato molte volte, ma oggi no.

O, per meglio dire, non con il significato che di solito do alla parola Lontano.

Oggi ti immagino lontano da qui 

(e, quindi, da me)

semplicemente perché so 

che non potrei seguirti

(il mio corpo non ce la farebbe).

Rimango qui

immersa nel mio bagno di realtà.

(senza aspettare nessuna vela all'orizzonte.

Pillola 129

Lasciar andare.

Faccio un (altro) giro largo intorno a queste due parole che ho già usato altre volte (per parlare di noi).

Perché

non potendoti stringere in un abbraccio 

non posso far altro che offrirti una via d'uscita per lasciar(ti) andare.

Pillola 128

In quella stanza

emergono solo le mie paure 

(anche quelle a cui credevo di essere riuscita a chiudere definitivamente la porta in faccia).

Eppure, nella mia borsa (che ho pure cambiato per l'occasione), porto sempre con me il nostro quaderno, quello scritto a mano.

Quello su cui scrivo ogni giorno la nostra storia.

Eppure, non ho ancora trovato il tempo (e l'occasione) per leggerla, in quella stanza.

Eppure so che quando riuscirò a farti entrare in quella stanza, uscirà la paura del futuro.

Pillola 127

Anch'io oggi 

ho trovato l'acqua 

dopo aver scavato a lungo 

in fondo alle mie emozioni.

Ma non ho lo sguardo stupito 

di una bambina seduta sulla sabbia

di fronte all'acqua.

No, in me c'è solo fatica, stanchezza e totale mancanza di energia.

Ma non mi pento di nulla.

Ho fatto tutto ciò che sentivo 

di dovere a me stessa.

Pillola 126

Non è vero 

che quando scrivo

parlo sempre di te.

Non è veto 

che quando scrivo

parlo sempre d'(ell')amore (che provo) per te.

È vero però 

che per scrivere d'altro

ho bisogno che la deviazione

parta dalla mia mente

e non da forzati lavori in corso

che altri impongono alla mia strada.

Pillola 125

E se un abile barman mi offrisse tre parole scelte a caso e mi sfidasse a preparare un cocktail da gusto originale ed indimenticabile?

Confesso che sono (stata) tentata di mettermi alla prova.

Ma poi ho rinunciato.

Sono già tanti i giochi di in cui mi sto cimentando e non vorrei diventare una giocatrice compulsivamente incallita e pure ubriaca di parole.

Pillola 124

Chi mi conosce

legge tra le mie righe 

la nostra storia 

o, per meglio dire

la mia storia

del nostro Non Amore.

Una favola troppo lunga 

per augurare al Mondo la buonanotte?

E poi c'è chi non mi conosce

e spesso legge tra le mie righe

ciò che non ho mai detto

e forse non avevo nemmeno immaginato.

Qual è la giusta lettura?

Ai Lettori l'ardua sentenza...

Pillola 123

Libertà di parola

maneggiare con cura.

Le parole possono ferire

ma io le amo e tu lo sai.

Libertà di parola 

la esercito ogni giorno 

anche se spesso penso

che se tu leggessi

(probabilmente) te ne sentiresti ferito.

Me la toglieresti?

Te l'ho chiesto più volte oggi

(anche se non in modo diretto)

Tu non mi hai risposto 

perché la libertà di pensiero 

è inviolabile.

Lo dici anche tu

che invece vorresti che il Mondo

maneggiasse con (maggiore) cura 

la libertà di parola.

Pillola 122

Scrivendo

allargo orizzonti che credevo perduti.

Ed invece erano ancora tutti 

ad attendere il mio ritorno.

E così ritrovo la capacità di riempire pagine e pagine a righe.

E lo faccio con una calligrafia minuta e ordinata 

che nemmeno sospettavo di avere (più).

Piccole lettere tracciate con sicurezza su un rigo, una sorta di guida discreta.

Come discrete sono le sfumature che nascondo tra quelle pagine

fino a formare un quadro più ampio

di cui a tutti non racconto 

che parziali frammenti.

Pillola 121

Il Mondo rimescola parole prese a caso dalla nostra storia.

È vero, io gliele ho offerte in pasto

ma non prima di aver dato loro

un senso preciso e compiuto.

Senso che il Mondo ha stravolto a suo piacimento 

come a voler(ci) dire

che neanche noi abbiamo senso.

Pillola 120

Sono sempre stata molto rigida in fatto di bellezza esteriore. 

Avevo i miei canoni e quelli dovevano rimanere, a dispetto di tutto. 

Così non trovavo particolarmente attraente un volto stanco e affaticato, anche se apparteneva ad una persona che dicevo mi piacesse. Poi, stamattina, sei arrivato tu. Il volto segnato da una profonda stanchezza (anche se entusiasta, ma pur sempre stanchezza). 

Ma l'hanno notata gli altri. 

Coloro che non hanno ancora capito che hai scardinato (anche) le mie certezze esteriori.

Pillola 119

Stipo momenti difficili in uno zaino capiente.

Lo riempio fino a poco prima che la cerniera si rompa per lo sforzo di contenere tutto.

Poi chiudo e me lo carico in spalla.

Cercherò di muovermi il più agevolmente possibile, perché è importante mantenere il sorriso lungo l'intero cammino.

Pillola 118

È umano volere che i giorni difficili se ne vadano in fretta.

Ma poi il pensiero va incontro alla Vita che passa.

Ed anche questo inesorabile trascorrere diventa impervio come gli ostacoli che ci siamo lasciati alle spalle.

Pillola 117

(Mi) hanno detto che si scrive per trattenere ricordi, sensazioni, emozioni.

Dopo averle vissute (o mentre si vivono?).

Ma credo che più spesso capiti di trattenete le persone di cui e anche con cui parliamo mentre scriviamo.

Ma tu non ti preoccupare perché (forse) ha ragione chi mi dice che non dovrei farti leggere ciò che scrivo; sarà il mio modo per lasciarti libero (di andare o rimanere).

Pillola 116

Diario.

Decisamente il mio genere letterario preferito.

Eppure, se ne pubblicano davvero pochi.

Il fatto è che spesso sono scrigni di dolori privati che certo non abbiamo piacere di far conoscere a tutti.

Da qualche settimana a questa parte, anch'io ho (ri)preso a tenerne uno per provare a tenere a bada il forte malessere che mi sta colpendo.

Eppure, mi piace pensare che il mio Diario sia diverso: infatti il dolore domina ogni pagina, ma non l'ultima frase; che dedico a te e ai nostri (sor)risi.

Pillola 115

Persino la lana che avvolge e porta con sé calore e protezione, per essere davvero utile, ha bisogno di essere districata e ricomposta in una matassa ordinata.

Così dovrebbe essere la vita delle persone.

Infatti, un'esistenza troppo intricata non può essere vissuta in piena serenità.

Pillola 114

Ho (ancora) bisogno di una pausa di riposo emotivo ma, prima di concedermela, devo trovare qualcuno che mi scriva la giustificazione.

Qualcuno potrebbe obiettare che la mia passione per la scrittura, dovrebbe rendere tutto più facile.

Ma questa volta sento che non è sufficiente prestare particolare attenzione alla sostanza; ma che anzi sia quasi più importante la forma.

Pillola 113

Ho bisogno solo di parole umane, di abbracci in carne ed ossa.

Ma sono consapevole che è un mio bisogno.

Se gli Altri preferiscono percorrere un'altra strada, ne hanno tutto il diritto.

Ma io gradirei poter scegliere se seguirli o meno.

Pillola 112

Ennesimo equivoco linguistico tra noi.

Stesse parole, significati diversi.

Più freddi i tuoi, più caldi i miei.

O forse

un giorno scopriremo che avremmo voluto dare il medesimo calore alle nostre parole e, se non l'abbiamo fatto

è stato solo per il timore di scottarci.

Pillola 111

Sono stanca di rimanere sulla soglia (della tua vita).

Eppure, non mi aspetto certo un tuo invito ad entrare.

Lo farò lo stesso.

In punta di piedi per non invaderti e ferirti.

Sai, sono stanca di rimanere nel mio rifugio

al riparo persino da me stessa.

Pillola 110

Tu, che anche quando le parole sembrano non avere più senso, dai un significato ai nostri silenzi.

Pillola 109

Aria di mare 

frizzante e rinfrescante 

come un sorso d'acqua

bevuto lentamente 

perché la sete del corpo

si spenga piano

pur nella consapevolezza

che i pensieri oppressivi 

stanno sempre lì 

come il caldo

che mi accoglie al ritorno in città.

Pillola 108

Mi hanno consigliato di scrivere per me e, soprattutto, di me.

Sto scrivendo per me.

(A mano, in un quaderno che tutti possono vedere, ma sono certa, nessuno aprirà).

Ma ho disatteso la consegna di scrivere di me.

(Sarebbe stato interessante anche scrivere una lunga lettera a me stessa).

Ed invece, ho deciso, ancora una volta, di parlare con te e di te.

Ma questa volta, lo faccio attraverso il silenzio di una penna per evitarti il fastidioso rumore delle mie dita che pigliano i tasti.

Pillola 107

Mettere tutto, ma proprio tutto, nero su bianco, può essere molto faticoso e, persino fonte di grande ansia, perché le parole prendono forma davanti e a noi e, così facendo, concretizzano i nostri peggiori pensieri.

È la prima volta in cui la scrittura mi provoca più ansia rispetto alla non scrittura.

Pillola 106

(Forse) il mio corpo si trasformerà nuovamente 

rispetto a quello a cui tu sei abituato.

Anche se tutto ciò non sarà facile da affrontare 

mi rafforza la consapevolezza che tu lo guarderai lo stesso e te ne prenderai cura.

Perché non verrà meno la tua scelta di occuparti di corpi anticonvenzionali.

Pillola 105

Vorrei avere il tuo coraggio

quando osservi quel muro d'acqua coltivando la certezza che non ti travolgerà.

Perché è come se tu volessi dirmi

Prima osserva nei minimi dettagli ciò che ti sta dinanzi e poi potrai affrontare qualsiasi ostacolo.

Pillola 104

Sei già atterrato nell'isola deserta?

Ricordati che le isole 

anche quelle che crediamo essere le più deserte 

sono (col)legate tra loro

da braccia di mare

e il mare è fatto anche per avvolgere.

Pillola 103

Fammi partire con te.

Viaggeremo insieme

ed insieme faremo ritorno.

Perché mi piace pensare che io e te

siamo parte di un futuro ancora possibile.

Pillola 102

Parlo di quel che sto vivendo, è inevitabile.

Ma dura poco.

Poi inizia il nostro viaggio nella tua assenza.

Non (pos)so dirti che me la caverò.

Perché tanto sai che sarà inevitabile.

Il mio rimanere 

così come il tuo andare.

Pillola 101

Speravo di poter andare avanti con la mia vita che sentivo in continuo cambiamento.

(Prima di tutto verso me stessa e, di conseguenza, verso te).

Ma oggi tutto è rimasto impigliato tra gli ingranaggi di un orologio che altro non sa fare, se non scaraventarmi indietro nel tempo.

Pillola 100

Ha sfumature viola tra i capelli la Maga che distribuisce a pioggia desideri preconfezionati.

(e quindi, non emotivamente ecosostenibili).

Il tutto, prima di averli incolonnati

come farebbe il più diligente dei ragionieri.

Pillola 99

- Allora riposa.

Mai frase sarebbe più irritante, se non fossi tu a pronunciarla.

Tu che mi inviti (a pensare) al mare.

Io che faccio salire il mio cuore sulla (tua) barca che naviga sospinta da una rigenerante lentezza, mentre il sole scompare alla nostra vista, ma rimane nei miei sogni, mentre aspetto di rivedere la tua vela all'orizzonte.

Pillola 98

Anche questa volta proietto un disagio mio sugli Altri?

No, questa volta, la stanchezza è solo mia.

La sento persino sulla pelle

visto che il cuore è meglio che non parli.

Pillola 97

Va' a rinfrescarti le idee, va'.

Non proprio un complimento, vero?

Eppure, penso che, specie con le temperature di questi giorni, sia fondamentale idratare i pensieri.

Perché, pensieri avvizziti producono inevitabilmente relazioni che fatichiamo a far crescere e progredire.

Pillola 96

Sono (troppo) sognatrice ed idealista?

Non dico che abbia torto chi lo pensa.

Mi faccio (troppe) illusioni?

No, con quelle ho smesso già da tempo.

Oramai dovrebbe essere chiaro.

Certo, se non vivessi (anche) di sogni

la (mia) Vita avrebbe troppe pagine bianche.

Pillola 95

Dopo tanti giorni trascorsi a rimanere piacevolmente a galla, oggi stavo per ricadere troppo in profondità su ciò che siamo noi.

Ma tu non puoi essertene accorto perché, quando sto per cadere, istintivamente mi allontano, presa dal timore di trascinarti a fondo.

Perdonami se, in momenti come questo, mi scordo che tu, al contrario di me, sai nuotare perfettamente.

Pillola 94

Cosa si può fare 

in riva al mare al tramonto 

se non tracciare un solco a forma di cuore 

sulla sabbia?

E poco importa se una miriade inarrestabile di onde lo cancellerà ogni notte.

Tornerò lì ogni sera al tramonto.

Disegnerò lo stesso cuore

perché l'Amore attraversa la vita 

un giorno alla volta.

Pillola 93

Ho deciso che quando tornerò laddove ho ricominciato a prendermi cura della mia anima, racconterò solo di te

perché anche la sofferenza ha bisogno di distrarsi 

per esempio, uscendo con qualcuno che le strappi una risata.

Pillola 92

Mi ascolti sempre quando parlo. 

La tua non è formale cortesia.

Piuttosto è la capacità (reciproca) 

di evitare alcuni argomenti.

Ma non la considero una corsa ad ostacoli

quanto una profonda conoscenza di noi 

e dei confini da noi stessi stabiliti.

Pillola 91 (Equilibrio degli opposti)

Le stesse domande ritornano

a distanza di molto tempo.

Ma ad essere diverse sono le risposte

(Sempre a distanza di molto tempo).

E cosi oggi posso dire 

che io e te 

ci (man)teniamo in equilibrio 

sull'uguaglianza degli opposti.

Pillola 90

Mi sento (leggermente?) in colpa per aver descritto con parole (forse fin troppo?) banali il passato che (forse?) verrà.

Ma poi (mi) dico che non c'è nulla di male nel non saper intrecciare fra loro due storie così lontane (nel tempo, nello spazio e, soprattutto, nel mio cuore).

Pillola 89

Solo dopo aver raggiunto un certo grado di serenità, abbiamo la forza di accogliere il ritorno del passato, senza farcene condizionare.

Pillola 88 (FinestraPorta)

Anch'io una volta aprii una finestra

che col tempo è diventata porta 

per farti entrare nella mia vita.

Ora, anche un'altra parte di Mondo 

bussa alla (mia) porta

ma è passato troppo tempo 

ed io aprirò (solo) una finestra.

Pillola 86

Non è vero che mi sono abbandonata (impunemente?) ad un sogno ad occhi aperti.

Anche se, mentre ascolto le canzoni, sovrappongo dialoghi immaginari ai testi originari.

Allora, ha ragione chi, come te, teme che io possa soffrire?

Non ti preoccupare.

Anche quando sogno

tengo gli occhi ben aperti sulla nostra Non Realtà.

Pillola 87

Come ricordi pescati da Facebook, rileggo a caso capitoli della nostra storia e, finalmente, continuo a ritrovarvi le emozioni di quando, un attimo dopo averli vissuti, li traducevo in parole che (forse) avrei dovuto tenere per me.

Ma erano sempre troppe e non stavano mai entro i margini del cuore.

Pillola 85

È necessario fare molta attenzione alla propria stanchezza.

O (si) rischia di proiettare ombre 

su esistenze altrimenti serene.

Pillola 84

In una colonna del foglio della Vita, fai l'elenco il più possibile dettagliato dei tuoi timori.

Poi portalo ad una persona che senti davvero vicina e chiedile di scrivere accanto ad ogni tuo timore, una certezza.

Solo così, credo, si vincano le paure più paralizzanti.

Pillola 83

Ci sono stati momenti

in cui il Mondo temeva

mentre io sentivo il cuore 

scoppiare di coraggio.

Ora non so se il Mondo teme

(mi arrivano voci contrastanti

che non riesco ad interpretare).

Così come non so

se sono più stanca 

o manco di coraggio.

Pillola 82

Troppo stanca per pensare a(l) domani.

Troppo presa da un presente a cui vorrei dare un senso nuovo.

In mezzo ci sei tu

l'unico motivo per pensare al futuro.

In mezzo ci sono io che scrivo (di te).

L'unica ragione per superare la stanchezza

ormai troppo tenace 

per non (di)stendersi

su tutta la mia vita.

Pillole 81

Mi ritrovo catapultata indietro al nostro primo tempo, quando nulla sapevamo di ciò che (ci) sarebbe accaduto.

Ed è una sensazione impagabile scoprire che il mio cuore sa ancora rivivere le stesse emozioni, come fosse all'inizio del (nostro) gioco e non avessimo in realtà vissuto già molte partite.

Mai (davvero) l'uno contro l'altra.

Mai (davvero) l'uno accanto all'altra come affiatati (e complici) compagni (di squadra).

Pillola 80

Davo per scontato ti fosse tutto lampante.

Invece (probabilmente) non ti è nemmeno pallidamente chiaro.

Se e quando arriverai alla chiarezza

oscurerai la (nostra) luce?

Non rispondermi (adesso).

Lascia che io trovi una torcia 

per rischiarare il mio cuore.

Pillola 79

Dopo tanto tempo

pensandoti, sorrido.

A ripensarci oggi

forse sorridevo anche allora

ma ti avevo allontanato troppo 

perché tu potessi sentire il mio sorriso

sovrastato dal rumore delle lacrime.

Pillola 78

Ascolto
Attività altamente energivora.
Non ascolto.
Attività a costo (energetico) zero.
Ma siamo sicuri che questo approccio altamente ecologico giovi all'ambiente (relazionale)?

Pillola 77

Inutile parlare quando il Mondo lascia cadere nel vuoto le (mie) parole, senza riuscire a reggere il loro sguardo, nemmeno per pochi minuti, figuriamoci a sostenerle con un minimo guizzo di curiosità.

Ed allora, mi allontano in silenzio.

Un silenzio sollevato (non astioso) di chi sa che deve accettare un silenzio che (forse) suona nuovo, ma che (forse) c'è sempre stato.

Pillola 76

Rimanere prigionieri del proprio personaggio.

Una paura molto frequente tra gli scrittori.

Ed allora, cosa c'entro io?

Non sono certo una scrittrice!

Sarà per questo che la mia Ariel non è solo una creatura che vive negli abissi marini.

Sarà per questo motivo che quando parlo di te non parlo (più) solo d'Amore.

Pillola 75

L'immagine che le persone hanno dl te è un problema loro.

Hai ragione.

Ma quando questa è particolarmente negativa, diventa (anche) un problema mio.

Infatti, pur di non sconfessare quell'immagine, si comporteranno di conseguenza e, così facendo, mi inchioderanno al loro specchio deformante.

E so che, l'unico modo per mandarlo in frantumi, sarebbe correre il più possibile lontano (da loro).

Pillola 74

Più ne parli, più rimugini, più ti fai del male.

Hai ragione.

Ma mi dispiace non essere riuscita 

a farti capire 

che ti ho raccontato tutto questo 

per dirti quanto sarei stata felice 

se ci fossi stato tu

a portarmi via

dal suo giudizio senza appello.

Pillola 73

Una parte del Mondo

è convinta che 

se sei su una sedia a rotelle 

e compi un'azione per contribuire al benessere di chi ti sta accanto 

in realtà tu stia semplicemente 

cercando un modo per far passare il tuo tempo

che, altrimenti rimarrebbe banalmente vuoto.

Pillola 72

Rimpianti?

Nulla da segnalare.

Errori?

Molti.

Ma oggi li considero brutte copie della Vita.

Un testo sempre migliorabile.

Perché non verrà mai il tempo della consegna definitiva.

Pillola 71

Dopo tanto tempo 

è tornata la stessa frase tra noi

come onda che 

ostinatamente lambisce la sabbia 

e poi si ritira.

Lambisce la sabbia 

e poi si ritira.

Ma questa volta purtroppo

mi manca la forza per costruire 

intorno a quella frase 

un'intera spiaggia sconfinata.

Pillola 70

30 luglio

Giornata Mondiale dell'Amicizia 

Avrei potuto mandare gli auguri anche a te, ma non l'ho fatto.

Perché?

Perché quando il Mondo festeggia l'Amore, il Bacio, l'Amicizia

non so (più) chi tu sia per me.

Pillola 69

La stanchezza dell'Anima passa inosservata.

La stanchezza del Corpo attira di più l'attenzione.

Ma è quando l'Anima trascina con sé il Corpo, che il Mondo comincia a muoversi.

Pillola 68

La valigia è chiusa oramai.

Col lucchetto a doppia mandata.

Che senso avrebbe

tentare di riaprirlo

forzando?

Troppa fatica.

Molto meglio viaggiare con la fantasia

almeno finché 

anche questa 

non precipita a terra.

Pillola 67 (Penna stanca)

Penna stanca.

Più passa il tempo

e più sento la voce affievolirsi.

E la voce che ho ora 

non mi piace per nulla.

Rimpiango la voce di prima

sinuosa e vibrante.

Ma non so rassegnarmi 

alla quasi totale afonia.

E così pur di non rimanere in silenzio 

trascino la mia penna stanca.

Pillola 66

Ti ho visto sotto una luce nuova.

La luce con cui ti ho sempre visto in realtà; ma che troppo spesso ho tentato di spegnere, perché non credevo potesse essere fonte di autentica gioia.

#pillolediariel

Pillola 65

Temo che loro di te andrebbero solo il tuo Corpo.

Con il tempo io ho imparato ad amare la tua Anima.

Ho lottato e lotterò ancora perché lei possa essere sempre e solo se stessa.

Pillola 64

Gara di solidarietà.

Che brutta espressione.

E poi cosa vinci?

Un corso intensivo per capire che l'aiuto che dai può venire solo ed esclusivamente dal tuo cuore che mai e poi mai si metterebbe in competizione con un altro cuore.

Pillola 63

Ristabilire l'ordine laddove persone senza delicatezza

pretendono di entrare nella vita degli altri

è l'unico modo che conosco

per non scoppiare di rabbia.

Pillola 61

Pensieri in pillole.

Uno al giorno.

Ma perché proprio pillole?

Non sono farmaci?

E quale malattia dovrebbero curare?

Nessuna.

Semplicemente, come le pillole

se ne prende una al giorno e non di più.

Perché è la costanza a fare la differenza.

Infatti, meglio scrivere poco

purché sia tutti i giorni.

Pillola 62

Penso che, a volte, la Vita non (ci) conceda la possibilità di scegliere per farci vivere come abbiamo sempre desiderato.

Pillola 59

Scrivere è un grande atto di libertà e così dev'essere anche decidere di leggere ciò che scrivo.

Lo ripeto spesso e ci credo ancora.

(Anche se ciò che scrivo sembra non piacere più).

E forse non piace più perché non è più frutto del dialogo (tra noi), ma è diventato ancor meno di un monologo.

Sono solo frasi sparse senza un inizio, uno sviluppo ed una fine.

Eppure, non ce la faccio a non rivolgermi ad un pubblico.

(Infatti, pubblicherò anche queste parole inadatte ad un pubblico...).

Pillola 58

Dicono 

La sensibilità è la Madre di chi pensa troppo al futuro.

Dico 

La sensibilità è la Madre di chi è consapevole dell'incertezza del futuro e non vuole trovarselo improvvisamente di fronte, senza aver sviluppato prima la capacità di accoglierlo.

Pillola 57

Parliamo e scriviamo quando vogliamo esporci al Mondo.

Leggiamo quando vogliamo che il Mondo si esponga a noi.

Possiamo evitare di scrivere ma non di parlare.

Ma se decidiamo di parlare e scrivere senza aver letto a sufficienza, dobbiamo essere pronti ad affrontare le conseguenze.

Pillola 56

Ogni persona ha un modo particolare di trascorrere con noi il tempo.

Così, quando (ti) dico Mi manchi, intendo dire Mi manca il modo speciale con cui passa quel tempo che, inevitabilmente, diventa nostro.

Pillola 55

Non è vero che i libri sono regali neutri.

Contengono (troppe) frasi che parlano di noi (al posto mio).

Pillola 54

Narrare in modo coinvolgente le passioni è il modo migliore che conosco per entrare nel cuore degli Altri.

Pillola 53

Maschile, femminile, neutro.

Il profumo non può essere mai neutro.

Racconta chi lo indossa ed emoziona chi si perde nella sua nuvola inebriante.

Pillola 52

Da molto tempo oramai non annoto più le parole che (ci) scambiamo.

Eppure, anche in questo momento, tu sei qui.

Anche se racchiuso tra due parentesi.

Come a dire che ci sei, ma che potresti anche non esserci.

Ed i miei giorni funzionerebbero ugualmente.

(Seppur diversamente...).

Pillola 51

La (mia) fantasia non sente più il La dei (tuoi) racconti.

Ed anche le metafore non vengono più ad arricchire i miei pensieri.

Pillola 50

Prendere le distanze dalle proprie stesse parole, pur vivendo ancora (d)i sentimenti.

Sentimenti che (forse) sono tornati a casa.

Nel (mio) cuore.

La forza della (non) risposta

È sufficiente ignorare.
Usi queste parole
per spiegare il tuo atteggiamento
nei confronti di chi
non ha capito nulla di te.
Del resto, coerenza vuole
che tu non debba cambiare
il tuo modo di essere
per compiacere il Mondo
(facendo del male a te stesso).
Ed io, allora?
Come vedi
ti faccio sempre la medesima domanda
quando mi parli
di certi aspetti della tua vita.
Ma sono (quasi) certa
che non avremmo occasione
per scoprire la risposta
perché sarà più semplice
lasciare tutto così com'è sempre stato.
E mi piace pensare
che sarà questa la forza
di ciò che ci unisce.

Ladro di Gentilezza

Sei un autentico Ladro di Gentilezza.
Lo sapevi?
Non provare a negarlo.
L'ho scoperto ieri mentre ti raccontavo
di quell'uomo algido
come il ferro che maneggia
in una stanza resa gelida
dalla troppa sofferenza cristallizzata
che deve contenere ogni giorno.
Ma il comportamento di quell'uomo
non ha giustificazione alcuna.
Ed allora
non mi rimane altro da fare
se non cominciare a credere seriamente
che tu sia un autentico Ladro
che rubi la Gentilezza a chi
non sapendola praticare
la sprecherebbe.

E se i messaggi non arrivano?

E se i messaggi non arrivano?
E se i messaggi non arrivano come tu vorresti?
In quel caso, mi hai detto
devi rimediare.
E stai tentando di farlo
in tutti i modi
mi hai detto.
I messaggi fraintesi sono i peggiori
perché creano illusioni e, soprattutto, delusioni.
Ed io, allora, che da te
ho imparato a giocare
con i fraintendimenti
(dei nostri messaggi)?
E mi sembra quasi di vederti mentre pensi
Era chiaro sin dall'inizio
che tra noi non c'era nulla.
Quindi
complimenti a te
per non avermi illuso.
Complimenti a me
per non averti deluso
dimostrandomi egoista
e totalmente incapace di capire
e, soprattutto, rispettare
le tue scelte.

Equivoca chiarezza?

Inutile girarci intorno.
C'è (stata) chiarezza sin dall'inizio.
Tu nel tuo dire
No
io nel mio pensare
Al cuor non si comanda.
Percorsi paralleli
con (più di) qualche cedimento
da parte mia.
Se non posso ottenere
ciò che vorrei
tanto vale rinunciare a tutto.
Ma erano i momenti in cui stavo più male.
Quelli in cui
smarrivo completamente
anche me stessa...
Ora mi racconti
che il Mondo spesso (ti) equivoca.
Io, invece,
ho sempre visto solo chiarezza in te.
Perché?
Siamo (forse) diversi, io e te?
O anche questo è (solo) un equivoco?

Sulla riva della fantasia

Di nuovo tu.
Di nuovo il mare.
Di nuovo il tuo invito
ma senza di te, chiaramente.
Dovrei trovare un modo per dirti
che mi sento offesa dal tuo atteggiamento?
No, non è vero
ormai dovresti saperlo.
Ma rimane sempre il fatto
che la proposta arriva da te.
E questo è il nostro legame più forte
che mi porta sulla riva
del tuo stesso mare.
Anche se solo con la fantasia
di colei a cui
rimane solo quella per andare lontano.
Ma anche per provare a rimanere
senza (rim)pianto.

Non solo una stanza

La ferita non brucia più
ma è sempre lì
a ricordarmi ciò che è stato.
E non è vero
che non mi voglia bene
perché altrimenti
non avrei sviluppato
un desiderio di fuga tanto forte
che non è sufficiente una stanza
a contenerlo tutto.

Cuori (ed Anime) protesi

Mai avrei voluto
che il mio dolore
prevalesse sul tuo.
Avrei voluto invece
lasciarti tutto lo spazio necessario
affinché tu potessi
fare con me
esattamente ciò che io faccio con te.
Perché
anche se non l'una il reciproco dell'altro
mi piace pensare
che siamo qualcosa di simile
io e te.
Perché i momenti peggiori
(per me)
rimangono sempre quelli
in cui ci sentiamo troppo distanti.
Senza poter protendere l"uno verso l'altro
i nostri cuori e le nostre Anime.
E poi
è tutta una questione d'accento.
Infatti si legge
protesi
non protèsi.

Attira(re)spingere

Mi parli di lacrime
che ti sei trovata di fronte
che non ti hanno travolto.
Tu che non provochi (le) lacrime altrui
ma sicuramente (le) attiri
(quelle provocate da Altri).
Tutte
tranne le mie.
Eppure
non è la prima volta
che il mio cuore
(vorrebbe) piange(re)
di fronte a te.
Ma quando ti ho accanto
si sforza di sorridere
forse perché sa
che le lacrime del mio cuore
sarebbero le uniche
che saresti costretto a respingere.

Indirizzo sbagliato

Mi sfiori casualmente le dita.
Un gesto che aspetto da tempo.
Ma non provo nulla
(di ciò che avrei voluto).
Non un brivido.
Non un minimo battito acellerato.
Ed allora
rimetto tutto in discussione
così come faccio sempre
quando le emozioni (non mi) corrispondono.
come lettera spedite ad un indirizzo sbagliato.

I momenti migliori dei momenti peggiori

La sabbia
posata sul palmo della mano aperta
rimane.
La sabbia
sulla mano stretta a pugno
scivola via attraverso le dita.
Sono talmente legata a quest'immagine
che avrei voluto averla (de)scritta io.
È tornata anche oggi tra noi.
Forse uno dei momenti migliori
dei nostri momenti peggiori di oggi.
Oggi che il disagio tra noi
è decisamente troppo (forte)
perché tu riesca a scalfirlo.
E a me rimane un dubbio.
Sei tu che non riesci più
a starmi vicino
come accadeva un tempo?
Sono io che non riesco più
a fare tesoro della tua presenza
accanto a me?
Forse non ha senso
che io mi ponga tutte queste domande.
L'unico senso che sento in questo momento
è la stanchezza
che annebbia tutto
Purtroppo
anche la capacità di stare con te.
E a nulla sarebbe utile
andarmene in riva al mare
(come tu stesso mi suggerisci).
Nessuno metterebbe della sabbia
nella mia mano.
Ed anche se lo facesse
non saresti lì con me
a guardare
mentre trat(tengo) in bilico
ogni singolo granello di sabbia.

Racconti al caffè

Te li ricordi i nostri caffè?
E come potresti?
Sono passati troppo mesi
forse anni dall'ultimo (nostro) caffè.
Chissà quanti ne hai bevuti
nel frattempo.
Alcuni
sono stati talmente veloci
da non lasciare nemmeno il tempo
per sprigionare l'aroma dell'ospitalità.
Altri, sicuramente
hanno potuto godere della lentezza
tipica del tempo di pausa
strappato alla quotidianità.
Ma credo che
la maggior parte dei tuoi caffè
rimarranno racconti muti
(almeno per me).
che da troppo tempo
non ho più l'occasione
di offrirti un caffè.

Chiudere il libro?

Leggo la medesima riga
per l'ennesima volta
Dovrei chiudere il libro?
Solo se fosse ora tarda.
Solo se avessi sonno.
Solo se il libro
(che sto leggendo)
non fosse la mia Vita.
Se lo abbandonassi
solo perché sono arrivata
ad un punto (quasi) incomprensibile.
Ma come comprendere
(ed accettare)
la totale mancanza
di una via di fuga
dalla cattiveria gratuita
di quella parte di Mondo
che invece pretende di voler aiutare?
Pensando che
quando domani tornerai
(non) dovrò inventarmi
una risposta divertente
per la tua (solita ma sentita) domanda
sul mio scoppiettante weekend.
(Certo, rischiavo di esplodere).

È tutto un gioco?

Per te è tutto un gioco scherzoso
Anche per me è tutto un gioco scherzoso.
Ma ho deciso di giocare a modo mio.
Trovo molto più divertente
far finta che non sia uno scherzo.
E così
ti risponderò con la massima serietà.
E mi divertirò a scrutare
le buffe espressioni
che il tuo volto assume
quando ti dico ciò che non ti aspetti.
Ma non ti preoccupare
non mi spingerò mai oltre la soglia
unico luogo in cui
mi concedi di (so)stare
perché so fin troppo bene
che la tua porta
è tutt'altro che spalancata.
Al contrario della mia per te.

Interprete o ricamatrice?

C'è stato un tempo in cui
avrei voluto studiare Lingue.
Poi, certo
non avrei potuto viaggiare
come quell'esperienza avrebbe richiesto.
Ma più di tutto
non sarei stata capace
di interpretare i pensieri altrui.
Sono passati gli anni.
Ho fatto scelte completamente diverse.
Poi sei arrivato tu
ed io ho ripreso a scrivere
di te, di noi
(e, molto più raramente, di poco altro).
Noi, un argomento non proprio interessante
Io sì, tu no.
Sarebbero (state) parole (già) sentite
mille e mille volte.
Ed invece intorno ad esse
ho ricavato una storia
(che doveva essere) solo nostra
ma (che) ora è di tutti.

Un nuovo capitolo (al giorno)

Ci sono giorni in cui
se non parlo di te
non so proprio cosa scrivere.
Ed allora
me ne spengo il Mondo
e me ne vado altrove.
Eppure so
di aver commesso
un errore imperdonabile.
Nei confronti di chi?
Non perdono a me stessa
di essere stata
così poco creativa
e soprattutto
di non aver saputo intercettare
nemmeno uno dei pensieri
che sicuramente
hanno attraversato la mia giornata.
E poi, certo
c'è il pensiero di te.
Quello è una certezza
tra la miriade di pensieri
che spesso sfuggono alla scrittura.
Ma non posso
sempre farti (s)oggetto di narrazione.
A meno che tu non decida
di regalarmi
un nuovo capitolo al giorno.

Passate atmosfere

Torni da me
e con te
tornano i vecchi discorsi.
È tutto uno scherzo
lo so bene
non preoccuparti.
Eppure
sono sufficienti pochissime parole
per risvegliare (in me)
passate atmosfere.
Quelle di quando
ci sentivamo da soli
(anche se solo nel mio cuore)
(anche se dentro me sapevo
che era solo uno scherzo).

Vestito di Mamma

Sono nata nuda.

Il primo vestitino me l'hai portato tu.

Non l'ho indossato molto spesso.

Perché? 

Forse il suo colore non mi piaceva?

No, tranquilla, cara Mamma.

Sai, la Vita cambia in fretta

specie quando si è bambini.

E così è presto arrivato il momento 

di acquistare nuovi vestiti.

Sai, mi è sempre piaciuto 

l'azzurro del mare.

Al marrone 

non ho mai dato troppa importanza.

Quanto al rosso

proprio quello non mi è mai piaciuto.

Colore del sangue

Vita certo

ma anche sofferenza.

E tu, mia cara Mamma?

Anche tu eri nuda sotto quel lenzuolo 

quando sono venuta al Mondo 

Poi tu hai vestito me.

Ma anch'io ho vestito te

di esperienze ed emozioni sempre nuove

che abbiamo condiviso

lungo il cammino della Vita.

Ma non vorrei mai 

che ci scambiassino i vestiti.

Perché vorrebbe dire

che la Vita ci ha costretto 

a scambiarci i ruoli.

Mentre io 

voglio rimanere la Figlia

della Mamma più elegante del Mondo.