Quando scrivete un biglietto di Natale, usate la stessa lingua usata dal destinatario.
E subito la mia mente
corre a te, a me, a noi.
Noi che
senza averlo mai deciso veramente
ci siamo sempre scambiati i linguaggi.
Ricordo l'emozione della prima parola
del nostro dizionario.
La ricordo perfettamente
ma non la scriverò
perché non voglio rivelarla a nessuno.
(Forse nemmeno a te).
Posso solo raccontare
che narra la storia
di un esilarante equivoco.
Sì, un tempo
sapevamo ridere delle nostre
incomprensioni reciproche.
Poi è arrivato il tempo
della rigidità.
E allora
niente più sorrisi
(figuriamoci risate)
dai nostri muscoli troppo contratti.
Ma è anche vero
che io e te
non saremmo mai capaci
di sorridere per contratto.
E allora lasciateci in pace
anche all'ombra
dei nostri momenti bui
senza luci di Natale
né regali da scartare.
Solo con i nostri biglietti bianchi
per le troppe parole che vorremmo dirci
per i nostri linguaggi
reciprocamente incomprensibili.
Nessun commento:
Posta un commento