Può sembrare strano,
lo so. Ma proprio ciò che considero maggiormente naturale quando
immagino la possibilità di un cammino di coppia anche per me (cioè
quale rapporto si dovrebbe instaurare con i nostri corpi), in realtà
emerge con più chiarezza durante il mio percorso di cura che sto
compiendo da quattro anni a questa parte.
Quindi, a ben guardare, in un contesto non proprio comune a tutti (nella misura in cui, non tutte le persone hanno bisogno di un medico che si occupi della loro interiorità).
A questo punto, sorge una domanda: se persino io stessa, problematizzo il mio corpo, come posso far capire all'altra persona, che esso, lungi dall'essere un'insormontabile problema, farebbe semplicemente parte del nostro cammino di coppia?
Quindi, a ben guardare, in un contesto non proprio comune a tutti (nella misura in cui, non tutte le persone hanno bisogno di un medico che si occupi della loro interiorità).
A questo punto, sorge una domanda: se persino io stessa, problematizzo il mio corpo, come posso far capire all'altra persona, che esso, lungi dall'essere un'insormontabile problema, farebbe semplicemente parte del nostro cammino di coppia?
Nessun commento:
Posta un commento