lunedì 5 settembre 2016

Telefono senza fili

Vi ricordate il gioco del telefono senza fili, che facevamo da bambini?
Più numerosi erano i partecipanti, più ci si divertiva, ma anche più alto era il rischio che, nel corso del gioco, la parola iniziale si fosse persa; a quel punto, all'ultimo giocatore, non restavano che due possibilità: dirne una diversa, oppure stare zitto, ed ammettere così la sua sconfitta.


Il giornalismo d'inchiesta (quello scomodo, ovviamente), funziona un po' allo stesso modo. Con un unica, fondamentale, differenza. In questo caso, infatti, se si citano fonti, se non proprio false, comunque poco attendibili, si viene estromessi perché il pubblico comincia a giudicare poco attendibili le nostre informazioni.
E qui sorge un altro problema, forse il più grave: mentre l'ultimo bambino che non ha capito bene la parola, ammette serenamente la sconfitta, spesso il giornalista continua a scrivere, tradendo così le regole del gioco che è maledettamente serio!

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