Vi
ricordate il gioco del telefono senza fili, che facevamo da bambini?
Più
numerosi erano i partecipanti, più ci si divertiva, ma anche più
alto era il rischio che, nel corso del gioco, la parola iniziale si
fosse persa; a quel punto, all'ultimo giocatore, non restavano che
due possibilità: dirne una diversa, oppure stare zitto, ed ammettere
così la sua sconfitta.
Il
giornalismo d'inchiesta (quello scomodo, ovviamente), funziona un po'
allo stesso modo. Con un unica, fondamentale, differenza. In questo
caso, infatti, se si citano fonti, se non proprio false, comunque
poco attendibili, si viene estromessi perché il pubblico comincia a
giudicare poco attendibili le nostre informazioni.
E
qui sorge un altro problema, forse il più grave: mentre l'ultimo
bambino che non ha capito bene la parola, ammette serenamente la
sconfitta, spesso il giornalista continua a scrivere, tradendo così
le regole del gioco che è maledettamente serio!
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