domenica 4 luglio 2021

La solerte tastiera

Mentre ti scrivo il nostro consueto messaggio della domenica (in risposta alla tua sintetica comunicazione di servizio), mi accorgo che le dita mi sfuggono di mano e così mi lascio trascinare dalle parole che compaiono casualmente nella parte alta della tastiera.
E, per una coincidenza che molti definirebbero inquietante, si tratta sempre di parole troppo esplicite che mai e poi mai oserei rivolgerti.
A questo punto forse dovrei rinunciare alla condivisione (con gli altri) di ciò che provo (per te) e confinare tutto fra le pagine dell'ultimo diario di carta che mi hanno regalato non mi ricordo più nemmeno quanto tempo fa.
Ed in effetti è ciò che faccio quando sento l'esigenza di scrivere parole forti (su di noi).
Eppure, ogni domenica non manco mai di chiedermi se per caso non sia meglio limitarmi a replicare ai tuoi messaggi con un laconico Ok; suggerito anche questo dalla mia solerte tastiera.
Ma ogni volta mi rispondo che No, non ne varrebbe assolutamente la pena.
Molto meglio non rinunciare alle (mie) molte parole, facendo del loro uso un utile esercizio di meditazione tra ciò che provo e quel che (mi) è lecito dirti.

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