lunedì 25 maggio 2015

Il frangiflutti

Ormai è chiaro. Ho bisogno d'aria, ma nel mio tentativo di fuga da quel luogo pesantemente saturo delle sue saccenti e pedanti parole, il libro mi cade a terra ed è proprio lui (ironia della sorte) a raccoglierlo e a restituirmelo.
Pur apprezzandolo, tale gesto non mi è sufficiente a scacciare la forte insofferenza che provo nei suoi confronti. Dovrò stare ancora del tempo in sua (ma, per fortuna, non solo sua) compagnia; non è ancora giunta l'ora di tornare al mio scoglio. Così cerco di trovare pace il più lontano possibile.
E pensare che credevo di aver infilato quel libro solo per caso, nella mia borsa; ripensandoci però, è come se qualcuno mi avesse guidato la mano, sapendo in anticipo che avrei avuto bisogno di un efficacie frangiflutti per non farmi travolgere dalla sua petulanza o, per meglio dire, affinché il mio gran fastidio, non si esprimesse in moti di rabbia.
Inoltre, mi piace pensare che quella mano amica sia la tua.
Tu, la cui voce invece ascolterei all'infinito senza permettere a nessuno e a niente (nemmeno ad un libro) di frapporsi (separarci?)
Tu, che anche quando parli della la tua vita, non lo fai prevaricando la voce dell'altro, ma lo fai accanto alla voce del tuo interlocutore,
Tu, che ahimè hai qualcosa in comune con la persona di cui ho parlato finora...per fortuna questo qualcosa è solo il nome...

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