venerdì 24 luglio 2015

Perdono & Indifferenza (rancorosa)

'Più le persone sono accomodanti più, quando s'arrabbiano, fanno sul serio'.
In soldoni è questo il pensiero espresso da un giovane neo papà, parlando della sua bimba di pochi mesi.
Ok, non sono affatto una bimba (tanto meno di pochi mesi!) e, chi mi vive affianco ogni giorno dice che non sempre sono così accomodante.
Fatta questa doverosa premessa, credo che, tale principio, possa essere valido anche per le persone adulte.
Perdonare, infatti, non vuol dire altro se non essere accomodanti, laddove s'intende la capacità, magari dopo una sonora quanto liberatoria sfuriata, i cui effetti, nei casi più gravi, possono persino protrarsi per vari giorni, svegliarsi una mattina e cominciare ad analizzare l'accaduto con sguardo maggiormente obiettivo, tentando persino di assumere il punto di vista di chi ci aveva provocato così tanto dolore.
Vi garantisco che l'intera operazione richiede uno sforzo non da poco (anche se sono perfettamente consapevole che gli atti eroici sono di ben altro calibro), ma vi garantisco che ne vale la pena. Appunto, quando le persone se lo meritano.
Ci sono poi i casi in cui chi ci ferisce, lo fa in modo consapevole e, quindi, a ben guardare, assolutamente gratuito. Spesso lo fa per il puro gusto d'imporci il suo punto di vista, senza sforzarsi minimamente di considerare il nostro.
Stando così la situazione, ci appare del tutto incomprensibile il motivo per cui noi dovremmo metterci nei loro panni.
Chi siamo, infatti, per condividere il loro spietato giudizio?
Certo, non possiamo dare voce alla nostra rabbia, consapevoli che sarebbero inutili parole al vento.
Non ci resta, quindi, che appellarci ad un' Indifferenza (rancorosa, magari. Ma pur sempre Indifferenza...).

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