mercoledì 22 maggio 2013

Siamo solo ospiti?


Da qualche tempo in TV gira una pubblicità, promossa dal Governo italiano, con lo scopo di diffondere l'abitudine a comportamenti ospitali.

I protagonisti sono due giovani (lui in carrozzina, lei no) che girano nelle varie città italiane, mentre un voce fuori campo pronuncia frasi che invitano all'abbattimento delle barriere architettoniche.
Lo spot si conclude con i due che si baciano sulle labbra, a chiarire la natura dei rapporti che li lega.
E' indubbiamente positivo il fatto che rappresentino una situazione in cui possa nascere un sentimento amoroso tra una persona in carrozzina ed un'altra che cammina; ma mi chiedo: perché, per una volta, non provare ad invertire le parti? Non immaginare un rapporto tra un uomo che cammina ed una donna sulla sedia a rotelle? Credo che sarebbe stata un'ottima occasione per tastare il polso del pubblico su un'altra questione poco dibattuta, come lo è la vita affettiva delle personne disabili.
Da ultimo ritengo che questo spot abbia un ultreriore difetto che lo rende inefficace, almeno parzialmente: accostare il tema dell'abbattimento delle barriere architettoniche a quello dell'ospitalità, potrbbe suggerire l'idea che le persone disabili non siano membri permanenti di una società, ma possano essere trattati appunto come ospiti, vale a dire come persone che si fermano in un luogo per in lasso di tempo limitato, e di cui poi, molto probabilmente, non si saprà più nulla.
E' vero che qualcuno potrebbe dire che un ospite soddisfatto della sua vacanza, torna l'anno dopo, ma io rilancio facendo notare che sarebbe un obiettivo più positivo puntare ad una pina inclusione sociale delle persone con disabilità, anziché limitarsi ad incoraggiare la loro presenza solo per le "ferie d'agosto".


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