mercoledì 22 maggio 2013

Elogio della diversità

Prima d'iniziare la mia riflessione, premetto una cosa importante: tutto quanto scriverò qui di seguito non vuole essere un pensiero pro o contro alcuna parte politica.
Durante i miei studi di Filosofia ho imparato un concetto fondamentale: si può discutere di politica (e anzi credo ciò sia necessario, specie in questo periodo), senza per questo dover dichiarare la propria "appartenenza" partitica.
Così mi limiterò ad analizzare una serie di fatti, che tutti i giornali hanno riportato in questi giorni.
Il Presidente ha tolto la Delega alle Pari Opportunità all'On. Michaela Biancofiore, dopo le sue dichiarazioni sulle persone gay che difenderebbero interessi di parte.
Mi sento di poter dire che difendere interessi di parte è tipico di tutti i gruppi sociali minoritari (quindi anche dei disabili e dei gruppi etnici), perché evidentemente sentono il bisogno di unirsi per farsi ascoltare maggiormente.
Per lo stesso motivo, sono state introdotte le Quote Rosa in Parlamento, interpretate dal neo Presidente, con la nomina di sette Ministri donna su ventuno e l'assegnazione del Dicastero dell'Integrazione alla dentista congolese Cecyle Kyenge.

Credo che, comunque la si pensi su queste azioni, denotano un'attenzione (pro)positiva al tema della diversità.
Tema ripreso più volte in quest'intervista, dal Presidente Letta, anche con un riferimento ad un'opera che si trova nei pressi della stazione ferroviaria di Pisa (sua città natale). Si tratta di una rappresentazione sull'incontro e la coesistenza delle varie "facce" della diversità.
A questo "quadro" ritengo manchi solo un particolare.
Il Presidente del Consiglio non ha finora parlato di cosa intende fare concretamente per favorire l'integrazione sociale dei giovani disabili.
Personalmente qualche suggerimento ce l'avrei: mettere in campo delle misure adeguate per permettere anche a queste persone di trovare un'occupazione.
Ciò avrebbe ricadute positive anche sul bilancio dello Stato, perché consentirebbe di non ricorrere piiù soltanto al puro assistenzialismo.
Il denaro così risparmiato potrebbe essere investito per consentire una vita dignitosa a tutte quelle persone la cui disabilità è talmente grave, da impedire loro lo svolgimento di una qualsiasi attività lavorativa.
Così ritengo che il quadro ala stazione che ha colpito il Primo Ministro, avrà tutte
 le sfumature, solo se il suo Esecutivo presterà attenzione anche alle esigenze delle persone disabili.


Nessun commento:

Posta un commento