mercoledì 17 giugno 2020

(Non) è meglio (non) parlarne

Mi sento come chi, entrando improvvisamente in una stanza, provoca l'immediato silenzio.
Ed il silenzio non serve, per esempio, per celare una sorpresa agli occhi della nuova arrivata.
Esso sembra utile perché così facendo, si crede di non ferirla ulteriormente, mettendo di nuovo il dito nella piaga.
Personalmente, preferirei che coloro che mi stanno intorno, parlassero liberamente delle mie mancate vacanze; ciò significherebbe aver compreso che per me è molto difficile rinunciarvi; molto di più di quanto non lo sia per tutte quelle persone che potrebbero partire quando a loro parrebbe e piacerebbe e a cui, ciononostante, viene spesso ripetuto:
- Mi dispiace che tu non possa andare in vacanza; devi annoiarti a morte stando sempre qui!

Nessun commento:

Posta un commento