Da troppo tempo, ormai si chiede al mio corpo di fare ancora uno sforzo per adattarsi alla sua condizione (che ormai, ahimé, non posso nemmeno definire nuova).
Ma il mio corpo è stanco ed affaticato.
Vorrebbe solo riavvolgere il nastro del tempo, fino all'ultimo giorno in cui si è potuto concedere il lusso di compiere le azioni di sempre senza troppa fatica.
Ed invece non è possibile.
È chiamato, una volta di più ad affrontare nuovi assetti ed equilibri e a fare i conti col fatto che (forse?) da soluzioni eccezionali, si trasformeranno in una quotidianità invecchiata dell'abitudine.
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