Da domenica sto cercando di dare una
forma metaforica avvincente alla domanda ‘chi è il mio prossimo?’, pronunciata
durante un’omelia.
Devo farlo perché vorrei esprimere un mio
stato di disagio che mi ha suscitato questa domanda, senza però scoprire troppo
le carte.
Quindi, come sempre quando non riesco a scrivere
qualcosa, va a finire che scrivo ugualmente, semplicemente scrivo perché non
riesco a scrivere.
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