lunedì 20 agosto 2018

Mare mare (so cosa ci son venuta a fare)

Avete presente Luca Carboni che parte da Bologna, con la sua moto, giunge al mare ma poi, ahimè, non sa che fare?
Bene. Sono passati ben otto giorni dalla mia fantastica giornata al mare in cui io, invece, ho ben saputo cosa fare.
Ho respirato l'aria di mare, ho teso l'orecchio al canto delle onde, confuso nel chiacchiericcio dei bagnanti e, soprattutto, ho riempito la mia anima di quello speciale senso di libertà dato dalla totale assenza di barriere architettoniche...
Ma ci pensate?  Non un gradino dalle 9 alle 17! Un vero e proprio record!
Dopo aver vissuto appieno questo senso di libertà vacanziera, non proverò più quel senso d'invidia che mi attanagliava sempre, leggendo i reportage di viaggio scritti da giovani che cercano lontano da casa un (nuovo) senso alla loro quotidianità.
Giovani che raccontano di molte lingue imparate, diversi cibi gustati e, soprattutto, una miriade di coetanei conosciuti, con cui mantenere i contatti oltre il tempo del viaggio.
Del resto, ognuno ha la propria esperienza di vita e, soprattutto, un modo del tutto speciale di renderlo totalmente sua.
A me è bastato salutare i numerosi bimbi tedeschi e i loro genitori, rispolverando il mio tedesco purtroppo molto arrugginito; deliziare il palato con un italianissimo  piatto di gnocchetti al salmone, gustati in un ristorantino sulla spiaggia (viste le portate, chiamarlo chiosco sarebbe fargli un torto imperdonabile); godere della compagnia della mia allegra amica che ha accolto il mio desiderio di condividere quest'avventura.
E anche oggi il mio cuore canta grato e felice:


Mare, mare, mare
non vedo l'ora di tornare...

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