ma le voci si sentono
forti e chiare.
Soprattutto
troppo chiare.
E mentre
lo stomaco
si contrae
come quando
ho paura
(Ma paura di cosa?)
il mio cuore
sa di avere torto
eppure non ce la fa
a non accartocciarsi.
Un foglio stropicciato
che prima
che si apra quella porta
vorrei gettare nel cestino.
Ma qui
i cestini non sono previsti.
Questo
è un luogo di attesa.
E dell'attesa
non si butta via nulla.
Al massimo
si scrivono parole
da portare
sempre con sé.
La porta si apre.
Entriamo io
e le mie parole.
Scritte.
In borsa non pesano.
Sono molto più pesanti
quelle che affollano
la mia mente da giorni.
Avrei potuto
separarle da me
mettendole su carta.
Ma volevo
regalartele da labbra a labbra
come un bacio
che ti colpisca
in pieno volto
anche se solo
nella mia mente.
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