e libri parcheggiati
in doppia fila
a occupare
parcheggi verticali.
Libri
in perenne attesa
di ricevere attenzioni.
E poi
pedine
carte
enigmi egizi(ani).
Giochi di società
senza senso alcuno
nella solitudine
che accompagna
i miei giorni.
E poi quella domanda
sempre la stessa
Cosa porterei con me
se potessi-dovessi-non so più che verbo usare
uscire da questo parcheggio?
Dove andrei?
Quanto spazio
mi riserverebbe
la mia nuova vita?
Basta.
Il motore
è (ancora) spento.
Ti aspetto in macchina
non prima di essermi tolta
da questa
dannata doppia fila.
Abbia-pazienza-tra-cinque-minuti-lui-arriva-e-noi-ce-ne-andiamo.
Ma lui
sei tu.
Noi non siamo
io e te
Nessuna parte
ci sta aspettando.
Cinque minuti
potrebbero essere
ore, mesi, anni.
Devo assolutamente
cercare
un altro parcheggio.
Parcheggio
dallo spazio infinito
per contenere
tutta l'attesa di te.
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